Capitolo 10: solo una promessa

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Socchiusi gli occhi, svegliato da qualcosa mi stringeva la mani e accarezzava piano i capelli che cadevano sulle tempie e solleticavano un po' gli occhi, riempiendomi di una sensazione talmente piacevole da essere capace di farmi aprire gli occhi.
Oh, giusto, lui era ancora lì.

Lui?!

Mi alzai di scatto, neanche avessi preso la scossa, portandomi una mano all'orecchio dietro il quale aveva appena sistemato delicatamente una ciocca di capelli smeraldo e sentii all'istante il sangue fluire nella zona delle guance, del collo e delle stesse orecchie, colorando tutte e tre le zone di una sfumatura rosea parecchio tendente al rosso peperone.
<<Cos->>, mormorò il ragazzo coricato al mio fianco sorpreso dalla mia reazione.
<<T-tu.. io m-mi sono addormentato e... e tu..>>, cercai di riacquistare la capacità di parola e superare sia il panico sia anche solo il fatto che mi ero appena svegliato e che quindi le mie capacità mentali erano abbastanza ridotte, ma i risultati furono insoddisfacenti.
Deglutii, per calmarmi dal brusco risveglio dovuto al mio stesso panico.
Presi coraggio con un paio di respiri, durante i quali non mi interruppe, forse perché non si aspettava che mi svegliassi così all'improvviso o di una reazione al suo tocco tanto esagerata, ma non potevo farci nulla, il mio cuore non riusciva a rilassarsi.
<<Che ore sono?>>, chiesi tenendomi la testa fra le mani. Sentii il suo corpo ruotare e tirare un po' il lenzuolo sotto il quale le nostre gambe quasi si sfioravano, per controllare la sveglia prima di rispondere.
<<Le 5:15>>, sussurrò un po' rauco.
<<E tu, c-come stai?>>, mi girai verso di lui un po' preoccupato, ricordando quanto era stato male prima che mi addormentassi.
Lui alzò gli occhi rubino lasciandosi sfuggire uno sguardo da cerbiatto smarrito ma che si affrettò a nascondere distogliendo lo sguardo con uno scatto della testa.
<<Meglio>>, si limitò a dire in un sussurro rauco.
<<Ah menomale... perché la prossima settimana abbiamo l'esercitazione a Kyoto e sarebbe stato un bel problema se non avessi potuto partecipare, ma soprattutto sarebbe stato un peccato perché la nostra formazione scol-las...uhm...>>, iniziai a parlottare ma lui mi cinse lentamente la vita facendovi scivolare un braccio, avvicinandomi a sé, mentre il mio corpo fremeva per quel contatto improvviso con i suoi bicipiti e la sua mano che aveva una presa ferrea sulla mia vita.
<<Cosa stai-?>>, chiesi confuso, incapace di controllare il leggero tremolio nella mia voce
<<Voglio solo starti un po' più vicino stupido di un Deku>>, disse affondando una mano fra i miei capelli, accarezzandone la cute e talvolta rigirando le punte fra le dita.
<<Non credo che sia una buona idea>>, mi azzardai a dire, terrorizzato da quanto il mio cuore sarebbe stato incontrollabile di li a poco, visto che il mio respiro era già alquanto irregolare.
Non volevo crollare così facilmente, non potevo cedere dopo tutte le promesse fatte a me stesso, dopo tutte quelle ore a consumare la mia mente per i pensieri, dopo tutto il dolore e la rabbia.
Si avvicinò al mio collo e vi lasciò un bacio umido e caldo, mentre cercavo di dimenarmi ma mi teneva abbastanza stretto da impedirlo.
<<Dimmi che non ti piace>>, sussurrò su di esso mentre con una delle due mani attraversava il mio corpo finendo alla parte bassa della schiena, sfiorando i glutei come aspettando un consenso, un permesso che sapeva con certezza gli avrei dato, e che speravo sarei riuscito a negargli.
Nonostante il brivido d'eccitazione che mi attraversò la schiena non appena l'altra mano sfiorò il mio interno coscia, provai comunque a conservare un po' della mia dignità.
<<Non mi piace>>, mormorai.
Ridacchiò con arroganza, con sicurezza e superbia.
Abbassò lo sguardo sul mio corpo e si morse un labbro roseo con i denti bianchi, mentre aggrottava le sopracciglia.
<<Sei fottutamente attraente>>, disse abbassandomi e finendo per stendersi quasi sopra di me, attraversando con una mano la mia coscia fino al punto più interno e sensibile ma senza toccarlo.
Mi alzò il viso afferrandomi per il mento, per poi far scivolare la mano sul mio collo tenendomi saldamente per esso. Dio, amavo quel suo modo di guardarmi mentre aveva controllo su di me, si leccò il labbro superiore esaminandomi prima di far scivolare nuovamente la sua mano in basso stavolta attraversandomi il petto, passando per il capezzolo destro e stuzzicandolo appena.
Poi abbassò lo sguardo, e quando lo riportò sul mio viso non sembrava più neanche lontanamente l'orgoglioso Kacchan che mi allontanava e prendeva in giro, era una belva feroce affamata del mio corpo e la scintilla nei suoi occhi di fuoco non fece altro che confermarmelo.
<<E prova a ripetere ciò che hai detto ma senza mentire, stavolta>> disse accarezzandomi l'ormai evidente erezione.
<<No, no no smettila>>, lo pregai di allontanarsi.
<<Stavo pensando che non ti ho ancora ripagato per quel favore in camera mia, è un'ottima occasione no?>>, disse iniziando a sfregare la mano sul tessuto del cavallo dei miei pantaloni, provocandomi inevitabilmente un verso simile ad un gemito ma con un po' più di trasporto.
Si abbassò sul mio orecchio spostando la mano dai miei pantaloni al mio viso, passandomi un pollice sulle labbra umide dal caldo che il mio stesso corpo emanava.
<<Il verso che hai appena emesso era magnifico, ne voglio ancora e più forte>>, mi sussurrò avido prima di avvicinare il suo viso al mio, leccandosi le labbra.
<<No..no>>, cercai di riuscire ad uscire da quella situazione prima che mi baciasse, perché sapevo che il mio cuore non avrebbe retto, e quando finalmente il mio dimenarmi allentò la sua presa sul mio corpo, mi alzai in piedi uscendo dal suo raggio d'azione e d'istinto mi misi in guardia, come se fosse davvero una specie di malato duello.
Avevo il fiato corto ma riuscii a ritrovare la calma osservando la sua espressione confusa, non capiva? Non so perché, ma mi sentii in dovere di spiegarglielo.
<<Non è così che voglio che ripaghi quel favore>>, spiegai e il mio tono di voce si addolcì. Probabilmente gli diede fastidio, perché iniziò ad alzare la voce.
<<E allora cosa vuoi? Mi spieghi che cazzo vuoi da me? Mi spieghi per quale fottuto motivo mi ignori e mi fai sentire una merda quando quello che mi ha fatto un pompino sei tu?!>>, rispose Katsuki alzando sempre più il tono di voce, fino a diventare quasi un urlo.
Si, gli aveva decisamente dato fastidio, non sopportava non capire e scommetto che in quel momento percepiva nel mio comportamento qualche nota di atteggiamento di superiorità che lo mandava fuori di testa, nonostante stessi facendo tutto tranne comportarmi in quel modo.
A volte penso che sia insicuro, invece che un egocentrico pieno di se come si sforzava tanto di apparire.

Ti innamorerai di me ~ BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora