Sono passati ormai due giorni e finalmente ho trovato il coraggio di andare al centro anagrafe di New York per capire chi sia mia sorella. Sono troppo curiosa, voglio sapere chi ha il mio stesso sangue, voglio sapere chi ha i miei stessi capelli, la mia stessa faccia, i miei stessi occhi... ora che ci penso non è poi così tanto bello, anzi è molto inquietante!
Dopo essermi preparata, impaurita di scoprire la verità su mia sorella, prendo l'autobus che mi avrebbe portato alla fermata della metro più vicina. Non prendo molto spesso la metro e quando la prendo ho sempre paura dei ladri che girano con passamontagna e tanta voglia di rubarti la borsetta come se fosse piena d'oro quando ci sono si e no 30 dollari totali. Dopo qualche minuto sento un rumore molto forte e tanta aria che veniva contro: era arrivata la metro. Salgo e per fortuna trovo un posto libero. Sono stata fortunata a trovare un posto ma non sono stata fortunata con i vicini... il signore alla mia destra puzzava da morire e quello alla mia destra ha allargato le gambe come se ci fosse solo lui, per non parlare del signore davanti, braccio alzato per reggersi, non potete immaginare la vista: c'era un alone di sudore grande quanto la Groenlandia, per non parlare del profumino che emanava... UNA MERAVIGLIA. La vocina robotica annuncia la mia fermata dopo molto tempo, tempo di tortura! Decido quindi di alzarmi e dirigermi verso la porta che si è aperta non appena la carrozza si è fermata. Scendo e cerco di fare breccia fra le centinaia di persone che cercavano di prendere la metro. Purtroppo la fermata del centro è sempre così: affollata da morire, non si respira. Faccio gli scalini che portano verso la superficie di New York ed ecco la mia amata New York, i grattacieli, le strade con i taxi gialli, le migliaia di persone che camminano per strada per andare a lavoro, adoro questa città.
Mi dirigo verso il centro anagrafe dove avrei dovuto capire chi fosse mia sorella.
Arrivo, prendo il biglietto e mi siedo in sala d'attesa, aspetto qualche minuto e sento chiamare il mio numero. È arrivato il mio turno. Vado verso lo sportello dove trovo una signora sulla cinquantina con "tantissima voglia di lavorare e vivere". Le spiego tutta la situazione: "Buongiorno, qualche giorno fa ho scoperto di avere una gemella che è stata adottata da una famiglia qui a New York- mi interrompe chiedendomi di arrivare subito al punto- OK... allora vorrei sapere il nome dei nati qui a New York il giorno 23 novembre 1998 nell'ospedale New York Presbyterian Hospital". Mentre parlavo la signora mi guardava in modo molto strano e mi dice che in teoria lei non potrebbe darmi questi dettagli per Privacy, ma per trenta dollari avrebbe potuto in modo un po' illegale. Guarda caso avevo proprio 30 dollari nella mia borsettina e glieli do subito senza farmi notare. Mi da un nome: Bonnie Ucland; mi dice anche che è stata adottata subito dopo la nascita da una famiglia molto ricca di New York.
A quella notizia rimango pietrificata!
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The perfect meeting
General FictionUna ragazza ha appena saputo che ha una gemella, che la madre ha dato in adozione. Una vita fatta di bugie. Un incontro a New York cambierà tutto. Mi scuso in anticipo per gli errori, una volta finita la storia farò una bella revisione 😄