10 PARTE

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Con il fiato pesante si precipitò in quella che era diventata la sua camera, appoggiando frettolosamente le spalle sull'uscio chiuso.

Poteva sentire il cuore martellarle nel petto, il terrore di quegli attimi ancora intagliati sul viso come lo era quella stramba filastrocca.

Le gambe le tremavano e un sudore freddo le inumidiva le mani. Ripreso da poco il controllo, posò guardinga l'orecchio contro il legno nel tentativo di percepire qualche suono al di fuori; un silenzio tombale regnava fuori dalla stanza.
Prese un respiro profondo, un gradevole senso di sollievo ad allegerirle quel peso che le faceva mancare il respiro.

In silenzio sfilò le scarpette e l'abito e vestita solo dalla misera biancheria si accucciò sotto alle coperte chiudendo gli occhi, si sentiva stanca e avrebbe preferito dormire per lunghi giorni.

***

Un chiasso improvviso la destò dal profondo sonno, una luce filtrava attraverso i tendaggi chiusi sulle finestre. 

Si guardò intorno stordita, la stanza era buia, al di fuori la notte non aveva ancora ceduto il posto al mattino; accigliata scese dal letto raggiungendo con passo felpato l'alta vetrata scostandone di poco il tessuto pesante.

Lo spettacolo che si presentava al di fuori di quelle mura le intrecciò lo stomaco dall'orrore: una folla impazzita inveiva e straripava contro quella che sembrava una donna stramazzata al suolo.

"STREGA" "MERETRICE" "FIGLIA DEL DEMONIO"

I peggiori epiteti si sollevavano dalle bocche di quella folla, gettati senza pietà su quella donna dai capelli fiammanti che tentava di difendersi con le forze rimanenti.

Ma la scena che seguì sollevò dalla gola di Linsey un grido d'orrore: Un uomo si stava avvicinando alla donna, un ghigno spaventoso a deturbare il volto, stringeva nel pugno di una mano una torcia bruciante che lanciò direttamente sul corpo della donna che al contatto con il fuoco iniziò ad urlare e contorcersi mentre le fiamme divampavano furiosamente tra il suo vestito e sulla pelle.

Stesa sulla schiena si muoveva convulsamente nella speranza di poter mettere un punto a quella sofferenza, ma più quel calore si insidiava tra le sue carni ora ricoperte di bolle più dalla sua gola si libravano urla di disperazione, le mani andarono ad artigliare il viso raschiando e scorticando, sangue misto a lacrime bagnava quel viso oramai sfigurato.

Linsey tentò di gridare, di battere le mani sui vetri, nel tentativo disperato di poter aiutare quella donna che così tanto stava soffrendo, ma l'orrore era così inumano che fu come sentirsi una spettatrice esanime.

Chiuse gli occhi dalla frustrazione e tutt'un tratto non sentì più nulla, ci fu all'improvviso uno strano silenzio, lentamente aprì gli occhi, spaventata da quella repentina calma; dinanzi a lei non c'era più nulla ad eccezione di una strana donna che la fissava dal di fuori, al centro, dove un attimo prima si stava consumando una tragedia.

Vestiva un abito nero e la testa era coperta da un velo oscuro e fitto, lentamente la vide sollevare una mano nella sua direzione, indicandola con un lungo dito scheletrico.

***

Di scatto si sollevò, attorcigliata com'era nelle lenzuola, aveva i capelli aderiti alla fronte madida di sudore, la luce di un nuovo giorno nebuloso faceva timidamente capolino dalle vetrate nella stanza.

...Era un sogno..

Bisbigliò spaventata, guardandosi attorno.

Tutto era rimasto come lo aveva lasciato la sera prima, in quel caos così rassicurante.

Sollevata si gettò nuovamente tra quelle onde di tessuto e chiuse gli occhi.

...

Nel frattempo una striscia di fumo si ergeva dall'erba fuori, fino a scomparire nella volta grigia.

Il principe maledetto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora