Dopo essermi fatta venire un'emicrania pensando a tutte le cose che sono successe in un solo giorno, mi alzo dal letto, mi vesto con le prime cose che mi capitano tra le mani e scendo al piano di sotto.
Speravo che nessuno dei ragazzi fosse a casa dal momento che non si sentivano voci dal piano di sotto.
Scendo le scale e mi dirigo in cucina lasciando uscire un respiro di sollievo. Prendo un bicchiere d'acqua e inizio a sorseggiare guardando fuori dalla piccola finestrella poco sopra al lavello.
Un leggero venticello scuoteva delicatamente le foglie lasciando cadere l'acqua depositata sopra poco prima.
«Per fortuna dovevamo essere tutto il giorno in costume eh?» disse Dana entrando nella cucina sbuffando.
«Vedo che tu comunque non cedi al freddo» dissi accennando una risatina.
Dana era in costume, o almeno la parte sopra, sotto aveva optato per un jeans lungo e per coprire le spalle un crop top tagliato sul davanti che lasciava vedere il suo seno.
«Ormai li ho portati, non posso tenerli chiusi in valigia anche perchè non ho molta scelta su cosa mettermi, fortuna mi sono fidata del mio istinto e mi sono portata questo paio di jeans altrimenti ora starei letteralmente congelando per colpa di questo freddo - fece una pausa voltandosi verso il salotto dove Jonathan si era appena buttato sul divano - anomalo direi» finì la frase continuando a fissare Jonathan da lontano. Il suo "buon'umore" svanì all'istante.
Lasciai il bicchiere nel lavello e mi avvicinai a lei «La tua faccia mi fa pensare che c'è ancora qualcosa in sospeso tra di voi non è così?» dissi prendendo il suo viso obbligandola a girarsi verso di me.
Io e Dana siamo migliori amiche, siamo quasi come sorelle, abbiamo un'intesa tale da capire che qualcosa non va soltanto con uno sguardo.
«E' complicato.. - disse abbassando gli occhi - cerco di lasciarmi scivolare tutto addosso ma ieri abbiamo avuto una discussione abbastanza forte e.. adesso non so cosa fare..» disse trattenendo le lacrime e guardandomi dritta negli occhi.
«Mi dispiace davvero tanto.. purtroppo questa "gita" ci sta complicando le cose più del dovuto.. e, a volte, non ci rendiamo conto mentre ci buttiamo a capofitto a fare cose stupide.. per quanto ne so, tu non ne hai colpa, quello che dovrebbe sentirsi uno schifo è proprio lui, o sbaglio?» dissi prendendole le mani.
«Sembrava una sciocchezza questa cosa ma ne sono uscite fuori tante altre assurde credimi.. spero che si sistemi tutto al più presto, a prescindere che sia una fine bella o brutta..» concluse lei lasciando cadere una lacrima e accennando un sorriso forzato.
Questi giorni sono passati dall'essere un semplice weekend di relax tra amici ad un weekend di tortura. E pensare che io neanche ci volevo venire.. Forse sarebbe stato quasi meglio.
Do un tenero abbraccio alla mia amica sperando di darle un pò di supporto morale e mi dirigo nella sala dove Jonathan e Carlotta erano entrambi con gli occhi incollati sui loro costosissimi Iphone.
«Allora ragazzi, non appena arrivano anche gli altri, che ne pensate di fare qualcosa di produttivo piuttosto che stare tutto il giorno chiusi in questa casa con gli occhi su quei cosi e a torturarci con quei dannatissimi giochetti che hanno portato più problemi che altro? eh? che ne pensate?» dissi cercando di nascondere l'imbarazzo portando le mani sulle cosce muovendole con nervosismo.
I due seduti sul divano si guardarono tra di loro per poi puntare gli occhi su di me.
Ok, ora si che mi sentivo in imbarazzo, che avevo detto di male?
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𝓘𝓷 𝓶𝔂 𝓱𝓮𝓪𝓭
ChickLitHo vissuto con mia madre gran parte della mia vita, anche se negli ultimi anni lei è costretta a spostarsi per via del lavoro ed io a vivere da sola. La mia vita potrebbe essere quasi perfetta, se non fosse per Matteo. Un ragazzo bello all'apparenza...