Tokyo

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La conferenza stampa stava andando per le lunghe e Taehyung si stava innervosendo, soprattutto, perché continuavano a fare sempre le stesse domande stupide.

Non vedeva l'ora di tornare in hotel, anche perché, era dalla mattina che non stava bene, niente di strano, quando era in giro a promuovere
i nuovi dischi poteva succedere
ogni tanto.

Saltellare da un paese all'altro con fusi diversi, poco tempo per dormire decentemente, mangiare cosa e dove capitava, correre perennemente tra un'intervista e un'esibizione poteva mettere a dura prova qualsiasi fisico.

Con un sorriso stanco sulle labbra pensò che, alla soglia appena passata dei 26 anni, di iniziare ad essere un po' troppo vecchio per quella vita.

Quando anche l'ultimo giornalista ebbe finito con le sue domande il biondo fece un cenno al suo manager e si avviò verso la macchina in attesa.

Tokyo in quel periodo era un sogno, con la fioritura dei ciliegi a renderla un po' meno fredda, frenetica e futuristica.

Lui aveva specificatamente richiesto un albergo che si affacciasse su un qualsiasi parco, in cui poter passeggiare, con quello spettacolo della natura sopra di sé.

Prima di entrare nella hall, gettò uno sguardo dall'altra parte della strada, decidendo se due passi sarebbero riusciti a distrarlo da quel malessere.

Indossò la mascherina, si calcò il beanie sugli occhi e mise la tracolla,  quando il manager lo raggiunse
- vado a fare due passi, ho bisogno di aria che non sia filtrata da qualcosa -
una risatina lo accompagnò mentre attraversava le strisce pedonali, per poi perdersi tra i sentieri colorati di rosa.

Erano partiti il giorno stesso in cui si era risvegliato da solo al Lotte e da circa un mese e mezzo vagava per il mondo sballottato come la pallina di un flipper sotto il vetro, cercando una strada per rimanere alla luce, ma ora temeva di essere ad un passo dal cedere definitivamente, ed essere risucchiato nel buio al di sotto del gioco.

Non aveva idea che passare quella notte con lui avrebbe aperto una falla tanto grande nel suo mondo perfetto, tanto grande da rischiare che tutto sgusciasse fuori.

Le lacrime, che da troppo tempo cercava di tenere a bada, ruppero le sue ultime resistenze e poco dopo sentì la mascherina inumidirsi.

Non doveva farlo ... ma lo fece,
aprì il telefono ed essendo nella stessa etichetta non impiegò molto a scovare sue notizie.

Sapeva già che il suo nuovo disco era uscito verso Natale, quella famosa sera non avevano festeggiato solo il capodanno coreano, ma la Big Hit aveva organizzato la sua serata celebrativa proprio in quell'occasione, radunando tutti gli artisti che ne facevano parte e lui ne era la punta di diamante ... talento allo stato puro.

Scorse veloce le notizie fino a quando una attirò la sua attenzione, durante un'intervista, ad alcune domande sulla sua vita privata si era bloccato e tutti avevano notato i suoi occhi lucidi.

- Che ti succede amore mio ? -
sussurrò.

Il suono del cellulare lo fece sobbalzare, rischiando di far cadere il telefono, e quando vide chi era la sua gola si strinse in una morsa
- Mamma -

A little us - kookvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora