capitolo 7 - Nicole

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La sveglia traumatica suona anche oggi ed è arrivato il momento di alzarsi.
Stendo il braccio e sento la mancanza di quella testa color miele che da ormai due settimane , è diventata parte integrante della mia vita.
Non sarò mica in ritardo per l'ennesima volta?
Preoccupata accendo il display del telefono e mi accorgo che sono appena le 7:30 , giusto il tempo di prepararsi e scendere.
Oggi fare colazione non è nei miei piani dato che a prima ora ho la prima lezione del corso di musica e non vorrei beccarmi il ritardo.
Mi alzo e sciacquo velocemente il viso per poi lavare i denti ; torno in camera e prendo il primo paio di jeans puliti , o almeno si spera che lo siano , e li abbino con una maglietta , anche quella presa molto a caso , mentre per le scarpe decido di mettere le Jordan bianche e nere , strano.
Recupero gli spartiti e li metto dentro lo zaino che successivamente isso sulla mia spalla per abbandonare la stanza.
Nel mentre che scendo le scale ricontrollo l'orario e vedo che sono appena le 7:50 , avrei avuto il tempo di suonare un'ultima volta il brano prima di presentarlo al professore , ma ormai , è inutile piangere lacrime sul latte versato.
Una volta arrivata a piano terra , anche se con il fiatone, cerco disperatamente la mia aula e dopo circa 5 minuti porto a termine la mia impresa.
Apro la porta e ancora non c'è nessuno , quindi ne approfitto per occupare gli ultimi banchi , ragionamento non molto sensato dato che dovrò comunque sedermi nei primi banchi quando sarà il mio turno , ma vabbè l'importante è esserne convinti.
Poggio lo zaino sul banco e tiro fuori gli spartiti per rivederli ancora una volta , nella speranza che quella parte mi riesca.
Il suono della campanella mi riporta sul pianeta terra e vedo che iniziano a entrare varie persone e per ultimo il professore.
Una volta che tutti si sono sistemati , quest'ultimo prende parola:
«Buongiorno ragazzi! Comincerei con il darvi il benvenuti e con porvi delle scuse per la posticipazione dell'inizio del corso ma si sono verificati vari problemi che sono stati risolti nei scorsi giorni..io sono il professor Smith e vi accompagnerò in questo percorso che spero si prolunghi anche negli anni successivi.»
Opinione a primo impatto?
Simpatico ma non troppo.
Severo ma non eccessivo.
Quella via di mezzo che ho sempre cercato in un insegnante e spero di averla finalmente trovata.
«bene , se non avete nulla d'aggiungere direi di cominciare con l'appello , anche perché siamo in ritardo sulla tabella di marcia» dice mentre estrae dalla sua valigetta il registro , e comincia a elencare i nostri nomi.
«Adams Mark?» chiede e il mio compagno risponde presente.
Continua a chiamarci e nel frattempo scrivo un messaggio a ginny dato che stamattina non l'ho trovata..chissà dove si è andata a cacciare!
«capisco che tu voglia nascondermi il tuo grande amore per Oliver , ma non puoi riuscirci quindi almeno avvisami quando lo vai a trovare o mi prende un infarto come i criceti
xoxo nichy<3» e invio.
questa storia con Oliver le da fastidio? si
a me entusiasma? si
smetterò di rinfacciarglielo? no.
«ancora con questa storia! Mi sono arrivati dei pacchi sta mattina per tua informazione , e se ti avessi svegliata avresti fatto come una pazza!» risponde
«almeno lasciare un post it..com'è possibile che devo insegnarti tutto io?!
ps cos'hai comprato?» replico
«Moore Nicole?» sento pronunciare il mio nome dal professore e anche io rispondo con presente.
Quanti siamo in classe? Sto appello sembra non finire più..tutti quanti improvvisi musicisti in questa scuola?
«non lo avresti minimamente calcolato quel foglietto , anzi gli avresti pure dato fuoco!
ps appena siamo in camera ti faccio vedere tutto , non hai idea! Ora stai attenta alla lezione capra
xoxo ginny<3» aggiunge e istantaneamente sorrido.
«Wilson Ryan?» chiede il professore e il mio sorriso viene immediatamente spento , il mio volto si irrigidisce e le lacrime minacciano di scendere.
non ora.
«presente» esclama il ragazzo che è stato precedentemente chiamato.
non ci credo , non ci voglio credere , non ci posso credere.
La stanza comincia a diventare più stretta e l'aria calda ; sento un nodo allo stomaco e qualcosa che blocca la gola non permettendo il passaggio dell'ossigeno ; sono paralizzata , non so cosa fare né tantomeno cosa pensare.
poteva essere la mia unica salvezza , il mio futuro era nelle sue mani , ma lui se n'è fregato.
dopo tutto ciò con quale coraggio dovrei guardarlo in faccia o addirittura parlargli?
Il contatto e il dialogo saranno inevitabili ma io non ho la minima forza per poterli affrontare.
Credetemi e prendetemi anche per pazza , ma avrei preferito avere quei vermi in classe piuttosto che lui ; loro hanno dimostrato il loro vero io , il loro vero modo di essere , hanno dimostrato lo schifo che fanno..ma lui?
lui è rimasto impassibile , che neanche una bomba avrebbe potuto smuoverlo dalla sua posizione ; quegli occhi erano impenetrabili , non vi si poteva scavare dentro e capire se stesse provando disprezzo e dispiacere o piacere e felicità.
Ho provato a urlargli quanto stessi soffrendo in silenzio ; ho provato a chiedergli aiuto con le lacrime che rigavano il viso ; ho provato a credere nella specie umana cercando di dimostrargli quanto stessi provando a combattere ma con scarsi risultati.
In questo momento ciò che sento è un vuoto , vuoto assoluto , incolmabile , fragile.
Vorrei gridargli in faccia ciò che non ho potuto fare quella notte ; vorrei fargli capire ciò che ho passato per fargli passare le stesse pene dell'inferno che sto passando io ; vorrei farlo sentire in colpa fino alla morte per fargli capire come mi sono sentita io , inutile.
L'unica cosa che vorrei fare è liberarmi di tutto questo peso , ma l'unica cosa che posso fare , è prendere una penna in mano e cominciare a scrivere ciò che il professore sta dettando , perché io non posso agire , ma il karma è un bastardo e prima di girare non guarda in faccia nessuno.

the light in my darkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora