Speciale 1: Primi Passi

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Il tempo fuori non era dei migliori. Dal giorno prima il cielo non faceva altro che piangere e le strade di tutto il Giappone si erano allagate. Era stata indetta l'allerta meteo in tutto il Paese e il timore più fondato in tutti i cittadini era la possibilità di frane e smottamenti che, dalle montagne, potessero giungere fino a valle e devastare le città più piccole e di campagna. Per non parlare dei piccoli e grandi fiumi straripati.

Uscire di casa era praticamente impossibile. O si possedeva una macchina o non si poteva uscire. Gli stessi mezzi di trasporto pubblici avevano sospeso le corse fino a data da determinarsi.

(T/n) guardò fuori dalla finestra di casa sua, osservando le goccioline che correvano veloci e fuori. La pioggia non le dispiaceva troppo e, per tal ragione, si era appostata lì con una sedia.

Era oramai pomeriggio inoltrato e la donna attendeva il ritorno del marito. In quei giorni non doveva solo prestare il solito soccorso in città come erano soliti fare prima della sua gravidanza, ma doveva essere anche reperibile nel caso fosse stato necessario aiuto nelle regioni vicine. Tutto ciò non gli piaceva molto, ma lo stesso valeva per lei. Aveva voglia di poter trascorrere del tempo con il compagno e sperava di poter prendersi una piccola pausa dal suo curarsi dei figli.

Voltò la testa dalla finestra fino a posare il suo sguardo sui due bambini stesi a dormire nei lettini.

Erano passati nove mesi dal parto, ma lei sentiva come se fosse passato molto più tempo. Tutto il suo corpo erano attanagliano dalla stanchezza tutte le ore, il sonno notturno era diventato qualcosa di inesistente (non poteva mandare nemmeno il marito dal momento che il mattino lavorava) e lei ne risentiva molto. Era qualcosa di palese e ben visibile. Ma lo avrebbe rifatto.

Sorrise nel vedere come i due gemelli stessero dormendo beatamente nella stessa esatta posizione, con una gamba piegata e una tesa e le braccia piegate verso l'alto, a incorniciare i due volti paffutelli.

Lei era ancora in maternità, ma quando avrebbero compiuto un anno e mezzo, sarebbe ritornata in carreggiata. Intanto tutto ciò che poteva fare era restare in forma, per quanto la cartilagine dell'addome potesse permettere. Di tanto in tanto si portava i piccoli nella piccola palestra della loro casa e faceva esercizi mentre li controllava. Altre volte, invece, faceva uno squillo a Mitsuki.

Lei e Masaru si divertivano un sacco a coccolare i due piccoli fagottini ed erano sempre disposti ad aiutarla. Aizawa, al contrario, era ancora un insegnante e un Pro Hero e, di conseguenza, poche volte poteva trascorrere un del tempo con i nipoti. Ma quando accadeva, si illuminava.

(T/n) si prese tra le mani la pancia e la osservò, sospirando sconsolata. Tante volte si guardava allo specchio e notava quella pancetta da post gravidanza. Non le piaceva affatto, ma tutte le volte che Bakugou la trovava specchiarsi nella loro camera, la abbracciava e le diceva che era bellissima. Per lui, infatti, lei non aveva mai smesso di essere bella, nemmeno con tutte quelle occhiaie, borse e con la pelle flaccida. Lei era e sarebbe sempre stata la più bella per lui. E non lo pensava solo perché era la madre dei suoi figli. Era la sua donna e anche la persona che amava dal profondo del suo cuore. Ma, nonostante gli anni, non era cambiato di una virgola.

I 'ti amo' erano presenti, ma lui non si sarebbe mai sognato di dirle cose così dolci, proprio come il giorno del matrimonio. Prediligeva i gesti e i momenti per loro due soli per poterle dimostrare questo grande amore.

La Hero dei quattro elementi, ancora a contemplare l'esterno, si era persa in pensieri e ricordi lontani. Si rammentava perfettamente degli anni del liceo, dal primo al terzo, e ringraziava sempre tutte le divinità della sua religione per ciò successo, per la piega che la sua vita aveva preso e per tutte le belle persone che ne facevano parte.

Da nessuno al mio Tutto || Bakugou x Reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora