A Londra, nel dipartimento Auror del Ministero della Magia, La squadra del Prescelto era ancora al lavoro. Sui loro volti la stanchezza era più che evidente. Harry aveva promesso alla moglie che sarebbe tornato prima di cena, e voleva assolutamente mantenere quella promessa. D'altronde era la vigilia di Natale e non voleva di certo fare tardi, dato che Ginevra aveva insistito di organizzare tutto a casa loro per una volta.
I due ex-Slytherin, invece, la pensavano diversamente: Blaise avrebbe voluto fare talmente tardi in ufficio così che non potesse andare alla cena a casa della madre assieme al suo nuovo compagno. Avrebbe preferito passare la vigilia con il suo caro amico Malfoy, ma dato che questo era via con la Grifondoro gli era abbastanza impossibile. Pansy Parkinson, dal canto suo, non aveva nemmeno ricevuto l'invito dei genitori. Questi, appena l'anno prima, avevano scoperto che la loro preziosa figlia aveva avuto modo di lavorare con Mezzosangue e Sangue Sporco e aveva perso con il tempo gli ideali della purezza del sangue, cosa difficile da digerire per loro.- Abbiamo finito per oggi. - disse Potter, alzandosi dalla sua sedia e prendendo il suo capotto.
- Di già? - chiesero all'unisono Zabini e Parkinson, mente osservavano la figura del loro capo muoversi nella stanza.
- Sono solo le sei e mezza di sera.. di solito restiamo qui fino alla chiusura di tutto il Ministero oppure ancora oltre. - aggiunse poi la mora.
- Oggi ho un impegno di famiglia a cui non posso mancare. Perché non vi prendete tutto il resto della giornata libera? Passatelo con le vostre famiglie. -
Sui visi dei due Serpeverde comparve un sorriso amaro... i loro parenti erano le ultime persone con cui volevano aver a che fare adesso.
- No grazie... Preferirei continuare a lavorare che andare da mia madre. - sentenziò Zabini con un tono ironico, cercando di nascondere il suo sentimento di solitudine.
- Già, anche io... Che ne dici capo, io e Blaise possiamo restare qui? -
- Va bene, fate come volete ma io me ne vado. Buone vacanze, ci vediamo il tre. - salutò il prescelto, prima di uscire e prendere la sua fidata scopa.
Blaise si sistemò meglio sulla sua sedia, sospirando mentre continuava a leggere dei fascicoli di altri casi. Finalmente il suo capo aveva deciso di dargli retta e continuare le indagini anche di altri casi, senza stare fermi sulle lettere della Granger, che ormai conosceva quasi a memoria. Stava analizzando gli indizi di un rapimento, quando sentì la voce della sua vecchia compagna di scuola.
- Quindi anche tu hai problemi in famiglia? -
- No... Anzi credo che preferirei essere al posto di Draco nella Battaglia di Hogwarts e sarei comunque più tranquillo. - rispose il moro, accennando un piccolo sorriso.
- Wow... Se ti sentisse adesso sicuramente ora avresti il labbro spaccato e un occhio gonfio. - ridacchiò in risposta Pansy.
- Già... però parlando seriamente, evito la mia famiglia quasi quanto lui... Tu come sei messa, invece? -
- Ah beh... sono praticamente ripudiata, ma del resto... boh sto... sto meglio rispetti che ai tempi della scuola. - rifletté in tono malinconico la ragazza.
Blaise guardò l'orologio al polso mentre la ascoltava e poi guardò i fascicoli sul tavolo. La Parkinson stava puntando il suo sguardo assente sul muro davanti a lei, per poi riprendersi e rivolgere la sua attenzione verso il collega.
- Hey... Che ne dici se andiamo al bar che c'è a qualche passo da qui a prendere una burro-birra? Come ai tempi della scuola insomma... - chiese con un tono leggermente titubante mentre si grattava la nuca.
Pansy rimase per qualche secondo in silenzio. Lei e Blaise non sono mai stati molto legati, certo erano amici, però raramente si raccontavano cose private o chiedevano l'un l'altra un consiglio. Stava valutando i punti positivi, ma quando dovette passare a quelli negativi non ne trovò nemmeno.
- Sai Blaise... In realtà mi piacerebbe. In fondo parliamo solo di lavoro da quando non siamo più a scuola. Forse puoi raccontarmi meglio la tua tragedia familiare. - rispose lei, con un leggero sorriso sulle labbra. Sorriso che contagiò anche il moro.
- Allora andiamo, possiamo anche tornare poi qui, conoscendoti vorrai finire il fascicolo che hai iniziato. -
I due presero i cappotti, Pansy avendo anche la borsa, e poi uscirono. Entrambi si sarebbero aspettati di sentire un certo grado d imbarazzo o disagio, ma invece si sentivano... tranquilli.
• • •
- Harry! Sei arrivato, finalmente! Pensavo saresti stato in ritardo. - disse la rossa mentre allacciava le braccia al collo de marito.
- Ti avevo promesso che non saresti stato in ritardo, tesoro... Eccomi qui. - sorrise lui, mentre la stringeva a sé.
- Dove sono tutti gli altri comunque? Non dovrebbero essere già arrivati? - aggiunse poi il prescelto, confuso.- Saranno qui a momenti. Metti apposto la roba e vieni ad aiutarmi, voglio che mamma veda che anche io sono capace di fare tutto come lei. -
- Ma Ginny cara, tu sei più capace di chiunque altro. - disse in tono sincero e fiero Harry, mentre sistemava il cappotto e cambiava la camicia sporca e sudata con una nuova.
La Weasley non riuscì più a rispondere al suo amato, perché il bussare alla porta indicava che gli ospiti fossero arrivati. Quando aprì la porta, Ginny si trovò davanti meno persone di quante si aspettasse:
- Ron? Ma che bello, sei riuscito ad arrivare! - esclamò, mentre abbracciava il fratello.
- Ciao Ginny, sì, ho modificato i piani e riesco ad essere qui con voi. -
- E Ron... Non sai nulla di mamma e papà? George? Nessuno? - chiese leggermente preoccupata Ginevra
- George è da Charlie in Romania, Mamma e papà dovrebbero arrivare ma non ci conterei... Ho capito che hanno fatto una "corta" deviazione per andare a vedere Bill e Fleur, con Percy non ci parlo... Quindi non lo so. - sentenziò con una semplice alzata di spalle il miglior amico del prescelto, che arrivò anch'esso per salutare l'amico.
- Che bello rivederti, Ron! - disse mentre abbracciava il compagno di avventure.
- Grazie Harry, anche tu mi sei mancato... Come mai mi hai dato tutta questa vacanza lunghissima? Ho capito che ci sono tanti casi da risolvere al ministero, e sinceramente sto iniziando a valutare l'opzione di andare a lavorare con George nel negozio. -
- Oh beh... Nulla di che, tutto normale solo che eri molto giù di morale l'ultima volta al lavoro e volevo che ti riprendessi e avessi tutte le forze. -
Il prescelto cercò di evitare in vano tutte le domande insistenti dell'amico, ma per sua fortuna Ginny gli invitò a sedersi a tavola ben presto. Appena i piatti furono serviti, Ronald guardò i due coniugi, per poi fare la domanda che avrebbe messo alle corde i due Potter:
- E ragazzi... Dov'è Hermione? -
- O-oh beh ecco vedi... Lei è... È fuori città. Già ha detto che emh... Aveva da fare a Manchester se non sbaglio, cose personali, non ho capito bene... Perché? - cercò di spiegare l'auror
- No perché... Pensavo ci fosse, così potevo parlarle di quello che 3 successo tra di noi. -
- Hey Ron, non è che lo spiegheresti a noi, per caso? - stavolta parlò Ginny, fin troppo curiosa per tenere la bocca chiusa.
- Non ve l'ha detto? Oh wow... Non lo sapevo... Forse non dovrei dirvelo, in fondo non dovreste preoccuparvi troppo. -
- Se sei sicuro così, allora va bene. Non vorremmo forzarti a dirlo per poi avere problemi ancora più grandi con lei. - tagliò corto l'occhialuto, stringendo leggermente la coscia della compagna, cercando di farle capire che non era il momento di scatenare altri problemi
- Comunque sia... - continuò poi Potter, riflettendo l'attenzione su altro argomenti che non avrebbero portato la situazione ad essere più imbarazzante e l'aria decisamente meno tesa.Continuarono a parlare e divertirsi, per poi essere interrotti dall'arrivo in ritardo di Molly e Arthur Weasley, che si scusarono con la giovane coppia per tutto il resto della serata.
STAI LEGGENDO
Lettere Strazianti
FanfictionDraco Malfoy, dopo la fine degli studi, intraprese la carriera di auror, diventando in poco tempo accettato e apprezzato. Divenne ancora più conosciuto grazie alle sue avventure di una sola notte con diverse streghe. Aveva di tutto, ma l'unica cosa...