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Hermione camminava con passo lento verso l'ufficio del suo vecchio amico, Harry Potter.
Bussò tre volte alla porta di abete, che si aprì rivelano l'imponente figura dell'auror.

- Herm! Prego, entra. Cosa ti porta qui?- chiese Harry, sistemando alcuni documenti sulla scrivania ingombra.

- Ciao Harry. Toglierò subito il disturbo, ma per favore, ho bisogno di aiuto.- disse la riccia, sedendosi davanti all'uomo, che la osservava curioso.
- Da circa due settimane ricevo queste...- continuò, porgendo alcune buste all'amico.

Lui aprì una delle pergamene e lesse il contenuto. Si trattava minaccie. Minaccie di morte.

- Hermione, ma chi...- non riuscì a finire di formulare la domanda perché fu interrotto dalla Granger, che camminava agitata nella stanza.

- Non lo so, Harry, non lo so! Sono tutte anonime e l'una è peggio dell'altra! Che cosa dovrei fare? Non voglio ritrovarmi un assassino in casa!- urlò l'ex-grifondoro, fermandosi di colpo.

- Ok, calma, respira. Certo che ti aiuterò, ovvio. La soluzione migliore è farti andare via da qui con qualcuno. Il problema è che io non posso. Ho troppe altre cose da fare qui. Però, stai tranquilla, affiderò la missione a qualcun altro. Il migliore che conosco.- la rassicurò l'auror, avvicinandosi alla ragazza.

- A chi, esattamente?-

- Promettimi di non fare una crisi...-

• • •

- Assolutamente no!- disse l'uomo, alzandosi dalla sedia.

- Malfoy, ti prego. Non mi piace per niente ammetterlo, ma sei il migliore auror che io conosca, ed Hermione è come una sorella per me! Devo aiutarla!-

- Perché dovrei farlo?- chiese il biondo, guardando storto il suo capo.

- Non ho una ragione, in realtà. Ma te lo sto chiedendo per favore. Non come tuo capo, ma come persona. Come essere vivente. Io non posso, per favore. Lei ha bisogno di aiuto.-

- E cosa ci guadagno io?- ghignò Draco, incrociano le braccia al petto.

- Lo sapevo... Che ne dici di un aumento?- sospirò il Ragazzo Sopravissuto, togliendosi gli occhiali e posandogli sulla scrivania.

- Un aumento e un giorno libero a settimana.- sentenziò il Serpeverde.

- Accetto! Vado a chiamarla!- esclamò Harry, uscendo dall'ufficio.

• • •

- Allora. Domani alle 8 in punto partirete da qui verso la Francia babbana, precisamente a Marsiglia. Arriverete all'abitazione con mezzi babbani. Non vi sarà permesso utilizzare la magia, tranne che per emergenze. La vostra permanenza sarà a tempo indeterminato, ovvero fino a quando scopriremo chi sia stato e portarlo ad Azkaban. Sono stato chiaro?-

- Cristallino. Possiamo andare, ora?- chiese impaziente Malfoy.

- Certo. Ricordate, domani vi voglio qui alle 8. Ciao.- gli salutò Potter.

Quando entrambi furono fuori, Draco iniziò ad allontanarsi, ma la voce della riccia lo fermò.

- Malfoy? Grazie... Davvero.- disse titubante Hermione.

- Non farti strane idee Granger. Lo faccio solo per l'aumento. A domani.- rispose freddo il biondo, per poi andarsene.

• • •

- Herm, ciao! Ho saputo che ti è successo e che domani parti.- disse una chiazza rossa, entrando nell' appartamento della riccia.

- Ciao Ginny, beh, si... Preferirei non rischiare...-

- Comunque non è questo il motivo della mia visita. Infatti sono qui per chiederti se vorresti venire a cena con me ed Harry... Da Ron...-

- Non è una buona idea.-

- Herm lui ti ama anc...- non finì la sua frase, perché fu interrotta da Hermione.

- Ginny sai bene che la nostra storia è finita per un motivo. Io non sento più niente. Veramente, non mi sembra saggio venire.-

- Okay, scusa. E solo che non pensavo fosse tanto grave, sai? Ti ricordo che non hai rivelato il motivo della vostra rottura improvvisa neanche a me o a Harry. Adesso tolgo il disturbo, devo andare a preparami. Ciao Herm , a presto.- disse Ginny prima di smaterializzarsi fuori.

Hermione sospirò e si diresse verso l'armadio, dove prese la valigia e la riempì di vestiti. Doveva stare tranquilla. Sì, Malfoy la odiava e il sentimento era reciproco, ma non le avrebbe mai lanciato una maledizione senza perdono.
Si fece una doccia e mangiucchiò qualcosa, prima di mettersi a dormire. Il viaggio sarebbe stato lungo e considerando che doveva passarlo con Draco Malfoy, le servivano tutte le forze.

• • •

- Blaise, per favore non rompere! Dovresti sapere che domani parto con la Mezzosange. Sei anche tu nella squadra di Potter, per Salazar!-

- Si, è vero, lo so. Ma è molto più divertente vederti arrabbiare.- rise Zabini, dando una pacca sulla spalla al biondo.

- Quindi domani come arriverete là? Potter ha detto che non potete materializzarvi.- aggiunse poi, il moro.

- Aereo babbano o come si chiamano quei aggeggi là. Poi per arrivare alla casa un Taxi, Tazi...quel coso, insomma.-

Dopo aver offerto da bere all' amico e finito di sistemare la valigia, finalmente Draco si sedette sulla poltrona di velluto verde e intrapresero una conversazione sul Quidditch. Quando Blaise se ne fu finalmente andato, mangiò i resti della cena di ieri sera, per poi andare a dormire.

• • •

Draco ed Hermione erano appena saliti sul mezzo di trasporto babbano. Il biondo le fece alcune domande sul come funzionasse un aereo, però il viaggio fu silenzioso.

Dopo all'incirca quattro ore furono finalmente davanti la loro presunta abitazione in periferia. Era una casetta a due piani. Al primo piano si trovava un grande soggiorno con una TV, due poltrone giallastre e un divano, una cucina ben fornita di pentole, posate e un figo capiente, su tonalità di bianco e grigio, e un piccolo bagno con una doccia, dai colori verdastri. Al piano superiore, invece, una di fronte all'altra, si trovavano le due camere da letto uguali, avendo un letto a due piazze, due comodini beige. Al lato sinistro del letto, accanto alla porta, un grande armadio con le ante ricoperte interamente da specchi. Di fronte al letto, invece, si trovava una parete ricoperta da eleganti disegni in diverse tonalità di blu. In fondo al corridoio si trovava un grande bagno, che conteneva due lavandini, due armadietti, ma anche sia una vasca che una doccia, il tutto decorati con i colori nero e beige.
Draco si sistemò nella camera a sulla destra, mente Hermione prese quella a sinistra.

Adesso non potevano più tirarsi indietro. Dovevano convivere e farlo preferibilmente in modo pacifico, anche se era un po'improbabile.

Lettere StraziantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora