Capitolo 17

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Non riuscivo a prendere sonno mi voltai dall’altro lato del letto di Zayn e fissavo il muro di fronte, provai a contare le crepe per poter prendere sonno.. ma niente.

Sbuffai poggiando pesantemente la testa sul cuscino impregnato dal suo odore, annusai a pieni polmoni chiudendo gli occhi e lo immaginai lì al mio fianco.

Si era offerto di lasciarmi dormire sul letto e lui sul divano, magari sarà scomodo.

Aprì il piumone nero lasciando passare prima una gamba e poi l’altra e le misi fuori dal letto alzandomi in piedi sulle punte, mi passai una mano nei capelli portandoli su una spalla per poi passare alla maglietta, tirandola verso il basso.

Dovevo andare in quelle condizioni? Di certo non si sarebbe scandalizzato ma eccitato forse... no.

Camminai a piedi scalzi fino alla porta, accanto c’era la scrivania con dei fogli bianchi e sopra un astuccio blu notte che copriva gli schizzi... mi avvicinai per guardarli.

Due occhi azzurri uscivano dall’estremità che non copriva l’astuccio, le sopraciglia fine e bionde e dei piccoli ciuffetti di capelli scendevano da un viso che doveva ancora incorniciare.

Era una ragazza.

Non una ragazza qualunque... ero io.

Mi portai la mano sul cuore sentendolo battere all’impazzata, non cessava di tornare normale,  gli occhi iniziarono a punzecchiarmi e diventare lucidi, stava provando a disegnarmi.

Nessuno aveva mai fatto un gesto così carino per me, era davvero un bel gesto da fare ad una ragazza. forse lui voleva prima finirlo e poi farmelo vedere.

Mi trascinai fino a fuori la porta e guardai in direzione del divano in pelle, un braccio mollo usciva dal poggiatesta, segno che stava dormendo, guardai l’orologio appeso al muro e segnava le 3 di notte, mi feci più vicina guardando le sue palpebre chiuse e espressione rilassata mentre dormiva, le gambe larghe ma piegate tra un piede e l’altro.

Era un dio greco, sceso dal cielo.. sembrava non aver nessun problema, un ragazzo normale come tutti gli altri.. eppure nascondeva mille segreti dentro sé.

Poggiai gli avambracci sulla spalliera del divano e mi sporsi per continuare a guardarlo, spostò la mano passandosela sul petto dove gli prudeva e notai che i miei capelli gli solleticavano, li spostai con una mano e glieli feci ricadere sul viso ghignando, aprì di scatto gli occhi e restai paralizzata.

Il bianco dell’occhio destro era striato di rosso, la pupilla così nera che si confondeva con l’iride, mi passò un brivido per la schiena a quella vista.

Feci un passo indietro, ma fu così veloce che nemmeno lo vidi, mi tirò per i fianchi, con le mani, e mi fece ricadere su di lui restando a pochi centimetri dal mio viso e rideva divertito senza badare all’ora che fosse.

“Tu non dovresti essere a letto?”

disse con voce roca e impastata dal sonno, la vicinanza con lui mi faceva davvero male visto che lo fissavo negli occhi imbambolata, la sua pelle irradiava calore sulla mia, le cosce nude si sfregavano a vicenda incrociando i piedi tra di loro.

“Non riuscivo a dormire...”

“E quindi mi fissavi?”

Mi interruppe, ma non smetteva più di sorridere.

Gli occhi ridotti a due fessure mi scrutavano l’anima, si mosse sotto di me facendomi poggiare la fronte contro la sua.

“Vuoi dormire con me?”

Shadow || Zayn Malik ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora