Capitolo 6

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Sgranai gli occhi a quella affermazione deglutendo a fatica.

“Tu, mi hai portato ad una corsa clandestina di cui tu sei il corridore?”

la mia voce uscì stridula e mi guardai le mani che iniziavano a tremare, se ne accorse anche lui e le prese tra le sue stringendole.

Alzai il viso incrociando i suoi occhi scuri, dove un velo d’ombra aleggiava.

Sembravano distanti anni luce dai miei, come se non gli importasse niente di me.

Ma cosa poteva importargli di una sconosciuta, gli importava solo di rubargli baci procurandogli poi del male facendogli trasgredire le regole.

“È solo una corsa Bree, poi torneremo a casa.. ti riporto a casa.” 

cercò di sembrare più dolce possibile ma non mi convinse molto.

Tolsi le mani dalle sue e mi sedetti sul muretto guardando davanti a me una coppia che si baciava come se per loro fosse la cosa più normale del mondo assistere a quelle stupide corse clandestine.

“Non tenermi il muso.”

e cosa dovevo fare? Mi aveva quasi costretto ad andare in quel posto con lui.

Strinsi gli occhi a due fessure tornando a guardarlo trasformando il mio sguardo in qualcosa di diverso dal solito, più duro, più meschino.

“Ti rendi conto in quale guaio ti stai cacciando?”

Sgranò gli occhi portando le mani vicino il mio viso gesticolando.

“Tu non sai niente della mia vita , la mia vita è già un guaio!”

Mi morsi il labbro inferiore trattenendo le lacrime a stento, aveva alzato la voce e sembrava stare per perdere la pazienza; mi portai le ginocchia al petto senza più guardarlo.

Si voltò dandomi le spalle tornando nella sua moto che accese dirigendosi a passo d’uomo verso la strada, doveva correre con quel ragazzo di prima e in quelle condizioni con cui l’avevo mandato non mi piaceva.

Scesi dal muretto correndo verso di lui, mi vide dallo specchietto e si fermò mettendo i piedi per terra senza voltarsi, mi misi davanti la sua vista incrociando i suoi occhi in modo molto coraggioso da parte mia.

“Non ti chiederò di non correre, non ne ho il diritto di farlo. Ma ritorna ok? Ti aspetto lì.”

Indicai il muretto in cui ero stata seduta , mi sorrise e si avvicino a me col busto portando la sua mano nei miei jeans per sfilarmi il foulard che c’era allacciato.

Se lo legò al manubrio ben stretto e tornò a guardarmi sorridendo con la lingua tra i denti.

Mi piaceva quando faceva quel tipo di sorriso, sembrava un ragazzo normale.

Non che non lo fosse.. ma avvolte sembrava avere tutta la tristezza di questo mondo e per un solo ragazzo non era facile da dover sopportare, ma forse mi sbagliavo.

Mi tirò per il braccio, sembrava goffo il suo gesto per avvicinarmi a sé e abbracciarmi ma lo lasciai fare.

Mi abbassai per prendere il casco da terra e un ragazza mi bussò sulla spalla, mi voltai un po’ intimorita visto che non conoscevo nessuno.

“Ciao Bree, io sono Dafne la ragazza di Jake.”

poteva passare benissimo per una modella la ragazza, non gli mancava niente.

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