Passarono i mesi, e la squadriglia Castori dimostrava in ogni attività di essere cambiata. Nessuno pensava più a tutti i litigi e le sconfitte dell'anno precedente, guardavamo tutte avanti.
Non nego che qualche piccolo problemino ci fu, però nel complesso le cose andavano bene.
Non è semplice spiegare cosa io provassi in quei giorni. È come se ogni volta che c'era una riunione di squadriglia o di riparto, aspettavo con ansia che arrivasse l'ora di andarci.
Si era creato un ambiente così bello che non vedevo l'ora di incontrare tutte le altre.
La mia squadriglia non ci mise molto ad unirsi, anche perché ci conoscevamo già quasi tutte tra di noi.
Le prime uscite andarono piuttosto bene, sia le attività che la vita in squadriglia.
Penso che ai Castori piacesse il mio metodo, o ancora di più piacesse il fatto che decisi di essere diversa dalle capo precedenti.
Non sto dicendo di essere meglio di loro, anzi, ancora oggi mi chiedo come abbiano fatto ad affrontare certe situazioni che per me sono impossibili, ma a volte c'erano cose che davano fastidio anche a me.
Per esempio, quando ero al primo anno, odiavo andare continuamente a fare legna mentre le più grandi cucina vano, oppure dover lavare i piatti solo perché ero la più piccola insieme ad altre due ragazze.
Perciò ho deciso che i compiti siano divisi in modo equo fra tutte, e che quindi ognuna faccia tutto.
Quando a riunione di squadriglia ho detto questa mia decisione, nessuno credeva che l'avrei fatto veramente, ma in uscita si sono ricreduto, quando mi hanno visto con la spugnetta per i piatti in mano.
Essere capo squadriglia è una gioia immensa: ho l'opportunità di vedere le guide della mia squadriglia sorridere quando propongo un gioco, gli insegno quello che hanno insegnato a me, vedo nei loro occhi ammirazione per una nuova tecnica.
È una sensazione unica, un onore immenso.
Questo però comportava anche molte responsabilità, di cui ancora non ne ero a conoscenza.
Ogni volta che la squadriglia fa bene un'attività, mi sentivo soddisfatta, ma quando qualcosa andava male, non potevo fare a meno di sentirmi in colpa mia se la squadriglia falliva.
Questo però mi spronava a fare sempre di più, perché l'ultima cosa che volevo era deludere i miei Castorini.
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Estote Parati: Il mondo degli scout
AdventureMi chiamo Camilla Albano, e da nove anni faccio parte della grande famiglia degli scout. Sono sempre stati la mia passione, fin da quando ero piccola, e questo libro racconta tutti i bellissimi momenti passati da quando ho iniziato a farne parte. A...