L'ultimo San Giorgio

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Come ogni anno, anche quest'anno è arrivato il San Giorgio, ma non era un San Giorgio qualsiasi, era il mio ultimo.
Quella era la mia occasione per dimostrare quanto la mia squadriglia fosse cambiata dall'anno precedente, la mia occasione per far vedere quanto valevamo.

Prima di partire abbiamo dovuto prepararci, e quest'anno le cose da fare erano veramente tante.
Abbiamo confezionato degli abiti medievali, scelto il piatto per la gara di cucina, scritto un giornalino e aggiustare la tenda.

Arrivato il giorno della partenza, alle 8 di mattina siamo salite sul pullman, insieme ad altri 2 gruppi.
Abbiamo cantato la canzone dell'alta come da tradizione, e durante tutto il tragitto ci siamo divertite un sacco!

Appena arrivate abbiamo montato in fretta e furia la nostra tenda, e poco dopo ci hanno chiamate per il quadrato iniziale.
Abbiamo cucinato il pranzo e presentato il nostro piatto per la gara di cucina, che se devo essere sincera, era totalmente diverso da quello che avevamo provato a casa, ma non importa, non siamo mai state delle grandi cuoche e mai lo saremo.

Dopo svariate attività, ci godermi una meritata cena, ma subito dopo chiamarono gioco notturno.

Mai come in questo caso la mia squadriglia ha giocato bene.
Lo scopo era arrivare in un punto fuoco ed accendere una candela, che sarebbe servita per accendere la candela di 4 cavalieri bianchi.

Mentre ci muovevamo c'erano dei disturbatori, che ci potevano spegnere la candelina.
Solo le prime.4 squadriglie su 30 potevano vincere.
Nel corso del gioco noi abbiamo giocato lealmente, ma le altre no, perché usavano accendini e baravano.

Anche non usando altri mezzi più facili, noi siamo riuscite nel nostro intento, ed abbiamo acceso per prime la candela del cavaliere bianco.
È stato bellissimo, perché giocando lealmente come dice la nostra legge, siamo state fortissime.

Il giorno seguente abbiamo fatto il grande gioco, e per pochi secondi abbiamo perso, ma non eravamo dispiaciute, perché la squadriglia che ha vinto ha giocato veramente bene e si è meritata la vittoria.

Arrivato il momento delle premiazioni noi attendevano il momento del gioco notturno, con quasi la certezza di essere almeno sul podio, ma una frase pronunciata dalla capo distretto ha distrutto ogni nostra speranza.

"Visto che la maggior parte delle squadriglie ha giocato slealmente abbiamo deciso di non premiare il gioco notturno anche se i vincitori hanno giocato seguendo le regole."

Ci è crollato il mondo addosso. Non si trattava di uno stupido premio, ma del nostro modo per dire: "nonostante tutte le difficoltà dell'anno scorso, ci siamo impegnate e ce l'abbiamo fatta."
E invece no.
È stato triste, ci tenevamo veramente tanto.

Il viaggio di ritorno è stato molto malinconico, ultimo San Giorgio, e si stava avvicinando l'ultimo campo estivo.
È triste pensare che tutto questo sta per finire, non mi ci vedo fuori dal reparto.

Nonostante la tristezza abbiamo cantato e scherzato, e c'è una canzone in particolare che si addiceva molto alla situazione.

"Conservo nel cuore mio, ogni battito lasciato, ogni passo fatto assieme, ogni sorriso a me donato.
Le canzoni spensierate, e le notti costellate, da speranze e desideri, da milioni di emozioni.
Porto con me la gioia di vita, porto con me ogni fatica.
Il semplice gusto di giocare o stare a rincorrere fratello sole.
Porto con me un cielo che piange e lascia cadere la pioggia a gocce.
Porto con me i colori dei ponchi i giorni dei campi e un poco di te.
Un po' di te mi porto nel cuore, il bene che mi fai.
Un po' di te mi porto nel cuore, tu lo scoprirai.
Un po' di te mi porto nel cuore, ogni gioia e ogni dolore, che ho condiviso con te nell'infinito che ora c'è, dentro me, dentro me...

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