L'ultimo campo

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Se l'ultimo San Giorgio fu triste, il campo non poteva non esserlo, e infatti solo sapere che sarebbe stata l'ultima avventura da guida mi faceva star male.

Il giorno della partenza ci ritrovammo in sede con tutta l'alta squadriglia, perché prima del campo avremmo fatto un pre campo tra di noi e il reparto ci avrebbe raggiunte tre giorni dopo.

Durante il pre campo abbiamo passato molto tempo a parlare tra di noi e molto tempo a cominciare a portare il materiale nei rispettivi angoli di squadriglia.
I giorni passarono molto lentamente, ed io non vedevo l'ora che arrivasse il resto del reparto.
Quando arrivarono le altre la mia squadriglia ed io eravamo più felici che mai.

Cominciammo a montare l'angolo, ed il nostro progetto richiedeva molto impegno, dovevamo costruire una sopraelevata, ma il terreno era veramente duro e nella squadriglia ero l'unica con più forza nelle braccia.
Riuscimmo a fare 8 buchi di mezzo metro di profondità, perciò potemmo impiantare le filagne e costruire la palafitta.
Decidemmo di non montare la tenda, ma di costruire più in là un rifugio e poi dormirci.

Qualche giorno dopo l'arrivo del reparto iniziarono le attività, e il nostro tema erano gli Hunger Games.
La nostra squadriglia era del distretto 9, ed avevamo scelto come nome "Beaverkills" (Foto dei costumi allegata)

Alle attività andammo molto bene, ed il lavoro fatto durante tutto l'anno si stava vedendo.
Non posso però dire che andò tutto a gonfie vele, perché stando 15 giorni insieme a volte è normale avere dei piccoli litigi, ma tutto si risolse nel migliore dei modi.

Dopo molti giorni di attività arrivò il giorno dell'explò, una gita in un posto prestabilito dove si va in squadriglia e seguendo una carta topografica, è una volta arrivati sul posto si svolgono delle attività di natura.
Noi castori partimmo è come meta da raggiungere avevamo delle rovine di una vecchia città.
All'andata non riscuotemmo molti problemi, a parte che abbiamo allungato un po', ma niente di che.
Arrivate sul posto incontrammo un gruppo agesci, che fu molto gentile e ci indicò il posto esatto segnato sulla cartina, ossia un po' più giù di dove eravamo.
Svolgemmo le attività proposte e pranzammo.
Poco prima dell'ora prestabilita per il ritorno incontrammo le antilopi, e subito dopo le tigri seguite dai cobra, quindi tornammo tutte insieme.
Durante il cammino ho avuto un po' di problemi, e se non fosse stato per le altre tre capo squadriglia e a due guide davvero uniche, non penso sarebbe finita bene.

Tornammo al campo, e cercammo tutti di dimenticare quella giornata, anche se non fu semplice.

Dopo l'explò continuammo con le attività, e devo ammettere che erano molto divertenti.

Finalmente dopo tanti anni di attesa anche la notte dei totem arrivò, ed ero felicissima perché quest'anno lo avrei preso anche io.
Fu una cerimonia bellissima, e poi cantammo e scherzammo tutte intorno al fuoco.

Dopo quella serata stupenda, io e le altre capo squadriglia dormimmo in un rifugio, e il giorno dopo partimmo per l'hike, una gita con le guide di prima classe, ossia noi quattro.
L'Hike fu un esperienza indescrivibile, ci siamo divertite tantissimo, e anche se quando siamo tornate i nostri capi hanno scoperto delle cose che non dovevano scoprire non importa, perché per noi quelli sono stati dei momenti unici.

Dopo altri giorni passati a giocare arrivò l'ultimo fuoco serale, e noi dell'alta squadriglia abbiamo preparato una regia che si basava sui fatti accaduti al campo, molto divertente.
Dopo la regia abbiamo cantato un po' di te, una canzone bellissima che ha fatto piangere quasi tutti.

"Conservo nel cuore mio, ogni battito lasciato, ogni passo fatto assieme, ogni sorriso a me donato. Le canzoni spensierate, e le notti costellate, da esperienze e desideri, da milioni di emozioni.
Porto con me la gioia di vita, porto con me ogni fatica, il semplice gusto di giocare o stare a rincorrere fratello sole. Porto con me un cielo che piange e lascia cadere la pioggia a gocce. Porto con me i colori dei ponchi i ignorano dei campi e un poco di te.

Un po' di te mi porto nel cuore, il bene che mi fai.
Un po' di te mi porto nel cuore, tu lo scoprirai.
Un po' di te mi porto nel cuore, ogni gioia e ogni dolore, che ho condiviso con te nell'infinito che ora c'è, dentro me, dentro me...."

Durante le preghiere quasi  tutte abbiamo parlato ed è stato bello e triste nello stesso momento.

Il giorno dopo partimmo, e quando tornammo in sede, arrivò il momento di sapere chi aveva vinto il campo.
Eravamo tutte ansiose di sapere la risposta, tutte aspettavamo che Valentina leggesse il nome della squadriglia del campo.

"E vince il campo la squadriglia... Castori!"

Non ci credevamo. In cinque anni non avevo mai vinto, e ce l'avevo fatta proprio quando ero capo io.
È stata una soddisfazione enorme, tutti i nostri sforzi sono stati ripagati con quelle parole.
Non smetterò mai di ringraziare la mia squadriglia per questo.

Estote Parati: Il mondo degli scoutDove le storie prendono vita. Scoprilo ora