Era da quattro giorni che non chiudeva occhio e andava avanti di caffè e tanta voglia di cancellare qualunque cosa lei fosse stata tempo addietro, ma in qualche modo, il brillore dei suoi occhi non sembrava volersene andare e nell'incantevole abbraccio della notte, decise di cambiare veramente la sua vita.
Le sue mani tremavano come non avevano mai fatto, eppure rise quasi divertita e le strinse in due saldi pugni. Sospirò e guardò in alto nel cielo come se l'unica cosa che potesse darle conforto era la Luna sopra la sua testa, che come uno specchio rifletteva la luce del Sole ormai andato a riposare dall'altra parte del mondo. Ma ciò che voleva più di tutto il resto, era cambiare le cose.
Ma prima aveva bisogno di soldi e sapeva già come procurarseli.
A quell'ora della notte non era poi così raro che venisse organizzata una di quelle scazzottate sotto scommesse. Le sarebbe bastato dare spettacolo e avrebbe per lo meno guadagnato qualcosa. E richiamata dalle urla incivili di quelle mandrie di ragazzi più in voga che mai, si ritrovò di fronte a uno spiazzale ricolmo di gente, con al suo centro due ragazzi che si stavano picchiando.
Non voleva nemmeno vedere quanta gente effettivamente ci fosse, di che età o di che provenienza, stava sudando freddo al solo pensiero di quello che avrebbe dovuto fare. Il cuore le batteva così forte da farsi sentire più degli schiamazzi incontrollabili dei presenti, ma con o senza l'ansia, Ira, avrebbe dovuto farlo se voleva che le cose cambiassero veramente, strinse le mani e tirò un grosso sospiro. Doveva solo mettersi in mostra e stupire quelle stupide scimmie per guadagnare qualcosa.
《Chiudete quelle stupide fogne!》
Urlò con un tono così saldo da far zittire quel branco di animali senza cervello, che guardavano la ragazza stupiti di quello che stava accadendo. Con passo calmo scese nel bel mezzo della rissa, interrotta improvvisamente a causa della sua presenza non gradita. Sul viso le comparve un ghigno dal sapore di chi aveva potere e lei doveva far credere questo a chi non ne sapeva nulla.
Le mani nelle tasche e i capelli mossi che ad ogni suo passo si muovevano lasciando brillare quella ciocca di capelli rossa raccolta in una treccia. La frangia le oscurava lo sguardo, ma ad ogni passo che faceva la consapevolezza che sarebbe stato divertente quello che stava per accadere, andava a invadere le menti di tutti i presenti.
Si comportava come se tutta l'ansia che fino a poco prima la travolgeva, non la toccasse minimamente. Lei doveva semplicemente essere forte.《So che vi piacciono gli spettacoli, giusto? Quindi che ne dite se vi propongo qualcosa di mai visto prima?》
Il ghigno che le si stampò in faccia si fece più largo di prima, mentre il più grosso fra i presenti si fece largo tra la folla, posizionandosi di fronte a questa con fare possente.
《Che tipo di "Spettacolo"?》Sputò acido.
《Vedo che siete interessati. Beh, io e il più forte tra i presenti dovremmo fare una di quelle sfide che a voi piacciono tanto, ma per rendere le cose un pochino più interessanti, non avrò a mia disposizione neanche un pugno durante tutta la durata del combattimento》Esclamò con lo stesso fare saccente con cui era scesa in quella sorta di arena greca, di fronte a quel palestrato in uno stato di ribrezzo quasi divertito. Dopo i primi secondi di stupore, le risate più vivaci non tardarono ad arrivare, ma beh, come biasimarli insomma.
Una ragazzina, alta all'incirca 1.60m che provava sfidare il più forte tra i presenti. Per questi poveri esseri, il genere femminile era qualcosa di fantascientifico. Il più forte fra di loro non era battuto nemmeno dai ragazzi più abili, figuriamoci da una così definita ragazzina. Le risate non sembravano voler smettere verso la sua figura che non osava muoversi di un solo millimetro.
STAI LEGGENDO
𝐼𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑡𝑎𝑙𝑜 -[𝑀𝑎𝑛𝑗𝑖𝑟𝑜 𝑆𝑎𝑛𝑜/𝑀𝑖𝑘𝑒𝑦] Tokyo Revengers
FanfictionEra come un petalo di ciliegio durante un freddo inverno. L'inverno non era per lei. Non era il luogo che le apparteneva, eppure lei voleva stare in quella distesa di freddo. Immischiarsi in quelle faccende non proprio sicure non era una cosa che la...