《Capitolo 12》

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Passò un giorno da quando la Toman vinse lo scontro contro la Dice e Ira non si era ancora svegliata. Draken e Mitsuya, la mattina di quel nuovo giorno tornarono in ospedale, speranzosi di vedere quel raggio di sole pieno di vita, ma una volta oltrepassata la porta della stanza, trovarono solo Mikey, che appoggiato col la testa sul letto dove riposava Ira, le teneva ancora la mano.

《Mi sa proprio che Mikey è cotto, cotto forte!》Disse Draken iniziando a prendere il cellulare.
《Ha fatto il duro per farci credere che non fosse preoccupato più di tanto. Quanto è scemo, non è nemmeno tornato a casa》

Informò Draken Mitsuya, notando i suoi vestiti ancora sporchi, mentre il primo dei due iniziò, dopo aver acceso il cellulare iniziò a fare una sfilza di foto.

《Ti sei dato alla fotografia?》
《Solo per oggi, così poi posso prenderlo in giro》

Continuò Draken, avvicinandosi all'amico per poi iniziare a scuoterlo cercando di svegliarlo. Fortunatamente per il capo della Toman, in quel momento si trovavano in un ospedale per cui Draken non avrebbe potuto fare casino per svegliarlo.

《Mi spiace per te, ma la tua principessa non si è ancora svegliata》

Il ragazzo appena svegliato, si stropicciò gli occhi per poi darsi un occhiata in giro, notando subito che come gli era stato appena detto, la ragazza dalla treccia rossa riposava ancora silente.

Sospirò e poi rivolse lo sguardo ai due ragazzi nella stanza insieme a lui.

《Da quanto siete qui?》
《Un paio di minuti》Rispose Mitsuya.
《E tu non sei andato a casa come avevi detto. Se almeno me lo avessi detto ti avrei portato un cambio, quanto sei tonto》Continuò Draken.
《Non è colpa mia se mi sono addormentato qui》Sboffonchiò il più basso.
《Tenendo la mano ad Ira eh?》Domandò Draken con un sorrisetto provocatorio sul volto. Mikey avrebbe voluto prende a pugni quella faccia da culo del suo amico.
《Che ne dite se andiamo sul tetto a prenderci una boccata d'aria?》Chiese Mitsuya cercando di non far scatenare una rissa nel bel mezzo di un ospedale.

E come da proposta fecero, mentre fra il silenzio che regnava in quel luogo attraversarono i corridoi vuoti fino a raggiungere la meta predisposta.

Anche quel giorno c'era il Sole e il cielo veniva aiutato dal vento a spazzare le nuvole bianche lontane da lì, mentre si divertivano a prendere mille forme diverse.

Mikey si appoggiò al parapetto osservando la città di forte a sé e poi parlò.

《Pensate abbia fatto bene a far entrare Ira nella Toman?》
《Ora ho capito. Ti senti in colpa per il fatto che Ira è stata ferita, ma guarda che avrebbe semplicemente potuto rifiutare e per come è fatta penso ci abbia pensato più e più volte alle conseguenze delle sue scelte, ma ha deciso comunque di entrare. La colpa non è né tua né sua, le cose sono andate semplicemente in questo modo, poteva capitare a noi come è successo a lei》Disse Draken.
《Io l'ho vista picchiare e cavolo se picchia forte》Si aggiunse Mitsuya sorridendo.

Forse i suoi amici avevano ragione, ma proprio non riusciva a vedere Ira in quel letto d'ospedale, voleva solamente che stesse bene e che quel suo amato petalo continuasse a brillare come faceva sempre.

《Ho fame, volete qualcosa alle macchinette?》Chiese il più basso.

Ma gli altri due passarono e così Mikey con le mani dietro la testa, se ne ritornò da dove  era venuto.

《Il nostro capitano è cotto》Disse Mitsuya.
《Troppo cotto》Continuò Draken.

Ma Mikey a non passare di fronte alla stanza di Ira proprio non c'e la faceva e così entrò nella stanza anche solo per dare un occhiata.
E lei era lì... In piedi di fronte alle finestre che guardava ciò che riusciva a vedere. Era tornata a brillare, con i capelli ancora legati e quella ciocca di capelli rossa sciolta.

《I-Ira》

Disse lui quasi bisbigliando e lei girandosi gli sorrise come se non le fosse mai successo nulla.

《Ero certa che tu fossi qui, Mikey》

Ma inconfronto a Ira, il Sole infondo non brillava poi così tanto e come se lo stesse chiamando, Mikey corse verso di lei dimenticandosi completamente della fame che lo stava chiamando e l'abbracciò.

Le teneva la testa sulla sua spalla come se avesse paura di perderla, come se avesse paura che tutto ciò non fosse vero, mentre le braccine chiare della ragazza gli facevano il giro attorno al corpo.

《Sono qui, non me ne vado》

Gli disse stringendolo a sé, con quel suo caratteristico sorriso. Rimasero in quell'abbraccio per non sapevano neanche loro per quanto tempo, volevano stare così fino a quando se lo sarebbero sentito. In quell'abbraccio che desideravano senza saperlo.

《Perché continuavi a fingere?》

Ira si allontanò per poterlo guardare in faccia, afferrandogli però le mani.

《Mi spiace averti fatto preoccupare, ma è stata tutta colpa mia. Sapevo che se avessi provocato Giraychi si sarebbe arrabbiato, ma ho voluto lo stesso farlo e non mi sarebbe piaciuto lamentarmi per una cosa di cui io stessa ero consapevole sin dall'inizio. Certo non mi aspettavo venissero armati di coltelli, ma ero sicura che mi avrebbe cercato e fino all'ultimo ho deciso spontaneamente di prenderlo in giro. Non avevo bisogno di lamentarmi per una mia scelta》

Disse con quel sorriso che Mikey amava ogni secondo di più.

《Per me sei solo una stupida!》

E lei si staccò per poi riprendere a guardare fuori dalla finestra, ma i suoi occhi erano persi nel vuoto.

《Prima di svegliarmi ho visto mia madre》

Il silenzio cadde e Mikey le guardava la schiena, mentre il vento che entrava dalla finestra, le muoveva la veste bianca che indossava facendola sembrare una sorta di angelo.

《Mia madre non è mai stata una bella persona, ha sempre abusato di me... Psicologicamente intendo e me ne sono resa conto solo dopo tanto tempo. Io dovevo essere la figlia perfetta, sotto ogni punto di vista e nessuno poteva influire con la mia crescita per questo mi faceva studiare a casa. Nel mio sogno noi due eravamo di fronte ad uno specchio e lei mi pettinava i lunghi capelli lisci che portavo tempo fa》

Anche se Mikey avesse detto qualcosa, non sarebbe servito a nulla. Nulla di quel che avrebbe detto sarebbe stato in grado di aiutare Ira con il passato che ancora la tormentava e stando ancora zitto le afferrò semplicemente la mano.

《Ma ora tua madre non c'è e tu sei qui con noi, quindi non preoccuparti. Sta volta nessuno potrà farti nulla》

Le disse con dipinto in volto un sorriso gentile, che le faceva sciogliere il cuore ogni volta.

《Ora però è meglio andare dagli altri, se no mi danno per disperso》Disse ridacchinado lui.
《"Gli altri" chi?》
《Lo scoprirai!》

E le afferrò la mano trascinandola in giro per l'ospedale. Le sembrava di star vivendo una scena di un film, mentre si dimenticava anche del male che la ferita le faceva ancora e più guardava quel ragazzo, più si pentiva di essersi staccata da quell'abbraccio in cui si voleva ancora ritrovare.

《Nasconditi dietro di me, gli facciamo una sorpresa!》

Come richiesto, si nascose dietro il ragazzo poco più alto di lei e segui passo passo i suoi movimenti cercando di non farsi vedere.

《Sono tornatoo!》
《Il nostro principe azzurro! Temevamo che nel tragitto qualche merendina ti avesse aggredito》Disse Draken.
《Una merendina no, ma qualcun'altro si》

Disse il biondo, spostandosi di lato rivelando quel raggio di sole sorridente, che saluto serenamente quei due ragazzi che la guardarono stupiti.

《Ciao ragazzi. Grazie per esservi preoccupati!》

Continuò mantenendo il sorriso stampato sulle labbra e insieme a quei tre ragazzi passò l'intera mattinata dimenticandosi delle ferite, della Dice e persino di sua madre... Forse era questo quello che intendeva Taki quando diceva che la famiglia non era vincolata dai legami del sangue.

E poi Draken e Mitsuya se ne andarono e Ira e Mikey rimasero soli.

Lei lo guardò con quei suoi grandi occhi rossi e gli sorrise.

《Grazie per avermi permesso di entrare nel Toman, Mikey》

𝐼𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑡𝑎𝑙𝑜 -[𝑀𝑎𝑛𝑗𝑖𝑟𝑜 𝑆𝑎𝑛𝑜/𝑀𝑖𝑘𝑒𝑦] Tokyo RevengersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora