Arrotolata nel suo futon anche d'estate, si agitava a ritmi incostanti e lui la guardava facendo silenzio, come se stesse osservando un dipinto esposto in un museo. I suoi capelli arruffati e la ciocca rossa che stranamente non era raccolta nella solita treccia che portava, mentre il suo volto era accerchiato dal buio che creavano le serrande in quella stanza monotona.
L'unico suono udibile nella stanza era il suo respiro a tratti regolari altri meno... chissà che cosa le passava per la mente, si chiedeva. Le appoggiò una mano sulla testa, sperando di calmare quella ragazza che da sveglia prendeva il posto del sole.
《Ti senti sola anche tu eh Ira?》
Era una cosa che Mikey conosceva bene. L'assenza di suo fratello lo faceva spesso sentire solo, ma in fondo sapeva di non esserlo. Si era in qualche modo circondato di persone che lo rispettavano e gli volevano bene, lui aveva trovato negli amici, la famiglia che aveva perduto da tempo.
Forse Ira era più comprensibile quando dormiva. La felicità che sprizzava ogni giorno, era così genuina da far credere avesse una bella vita, una famiglia che l'amava e degli amici fantastici... eppure casa sua era deserta, il frigo era quasi vuoto e la sua camera disordinata.
La mano che Mikey aveva appoggiato sulla testa di Ira sembrava esserle stata d'aiuto, dato che come lui sperava era riuscita a calmarla, ma gli venne poco dopo spostata da li. Trascinata da quella di Ira a stringersi con la sua e la portò talmente tanto vicino al petto che Mikey riusciva a sentire il calmo battito del suo cuore.
《Tranquilla, non me ne vado》
Non riusciva a smettere di guardarla, aveva paura che smettendo di farlo, avrebbe tralasciato qualche dettaglio.
Più passava il tempo con quella ragazza e più gli veniva voglia di saperne di più su di lei e fra i suoi pensieri si addormentò affianco a Ira.Al risveglio della ragazza, qualche ora dopo, ci pensarono i raggi del sole che filtravano dalle fessure delle serrande. I suoi occhi si aprirono svogliatamente, uno dopo l'altro trovandosi di fronte un 15enne a capo di un gruppo di delinquenti. Sarebbe stato mentire dire che non si era spaventata, ma fortunatamente non fece svegliare il ragazzo con cui si stava tenendo per mano.
Non sapeva come lui fosse arrivato in casa sua e non sapeva nemmeno come la sua mano fosse fra la sua, ma decise di non fare nulla e godersi il silenzio del mattino ancora un po'.Le sembrò di aver usato un po' troppo il cuscino, notando Mikey che dormiva senza da non sapeva nemmeno lei quante ore e così cercò di metterglielo delicatamente sotto la testa, senza lasciargli la mano calda che teneva salda la sua. Con la mano libera, gli spostò le ciocche di capelli biondi che gli cadevano sul viso, dietro l'orecchio e continuò ad osservare in silenzio quel faccino dormiente.
Era così tranquillo, mentre il suo respiro calmo cercava di coprire il rumore delle macchine che passavano in lontananza e l'unico pensiero che le passava per la testa in quel momento, era quello di conoscere quel ragazzo dalle mille sfaccettature, che venne svegliato tempo dopo da un forte odore di dolce.
Affianco a lui la ragazza non c'era più e sotto il suo collo si trovò un morbido cuscino che sapeva di lei. La tentazione per il cibo lo fece correre come correva per pochi e si fiondò in cucina, vedendo una Ira intenta a lavare la padella.
《Buongiorno, ho preparato la colazione》
Un piatto pieno di crêpes e due bicchieri pieni fino al bordo, lo tentavano con richiamo quasi assordante, mentre i suoi occhi si aprirono improvvisamente appena videro quel tavolo preparato dalla ragazza, che sorrideva come sempre in sua direzione.
《Ho pensato potesse piacerti il latte così te l'ho messo nel bicchiere, se non ti piace-》
《È tutto perfetto》Forse erano più le volte in cui saltava i pasti come la colazione, che quelle in cui qualcuno gliela preparava e così si sedette senza dire nulla... E come un bambino a Natale sorrise, iniziando a mangiare ciò che si trovava davanti.
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𝐼𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑡𝑎𝑙𝑜 -[𝑀𝑎𝑛𝑗𝑖𝑟𝑜 𝑆𝑎𝑛𝑜/𝑀𝑖𝑘𝑒𝑦] Tokyo Revengers
FanfictionEra come un petalo di ciliegio durante un freddo inverno. L'inverno non era per lei. Non era il luogo che le apparteneva, eppure lei voleva stare in quella distesa di freddo. Immischiarsi in quelle faccende non proprio sicure non era una cosa che la...