6.

298 3 0
                                    

Salvatore mi scrisse, indicandomi il locale che aveva scelto e dicendomi di prenotare per sei persone, me incluso. Mi stupì che avesse invitato così poche persone ed ancora di più il locale che aveva scelto.
Mi aspettavo un ristorante costoso, ma lui scelse un locale nella periferia che sembrava molto economico.
Provai a dissuaderlo, dicendogli che poteva scegliere qualcosa di più costoso, ma lui non cambiò idea. Mi chiese soltanto un favore; dovevo passare a prendere lui e le sue quattro amiche.
Alle 20:00, come stabilito, mi presentai sotto casa sua. Era lontano da dove vivevo io e il palazzo appariva trasandato.
Mi disse di salire perché ancora non era pronto.
L'interno del palazzo era ancora più trascurato: l'ascensore era rotto, gli scalini rovinati e la carta da parati stava cadendo.
Suonai il campanello e mi aprì una ragazza.
«Sei l'amico di Salvatore vero?» mi chiese
Io annuì e mi fece entrare.
«Io sono Jessica, lei Angela e quella infondo Marina» mi indicò le altre due e mi disse di accomodarmi sul divano, vicino ad Angela.
«Certo che sei carino per essere ricco, quello stronzetto è proprio fortunato» disse Angela, offrendomi una sigaretta che io accettai.
«Non gli rubare il fidanzato Angela» la rimproverò Jessica «Se vuoi andare da Salvatore è in camera»
Mi indicò la camera. L'appartamento era piccolo, ma arredato bene. Avevano provato a renderlo più accogliente aggiungendo delle piante e qualche disegno.
Mi alzai e andai nella sua camera, che condivideva con Marina da quello che avevo capito.
Mi fermai sulla soglia ad osservarlo, tutto impegnato a farsi bello.
«Se vuoi ti aiuto» gli proposi poiché aveva difficoltà a mettere una collana.
Mi misi dietro di lui e chiusi la collana di perle che gli avevo regalato qualche giorno prima.
« Spero che le altre non ti abbiano dato il tormento» rise.
«Sono simpatiche»
Lui si alzò e mi fece vedere l'outfit; indossava dei pantaloni di pelle neri, una camicia bianca e degli stivaletti di pelle. Aveva lasciato i primi bottoni della camicia aperti, si poteva vedere il suo bellissimo petto.
«Sei carino» gli dissi
«Solo?» fece finta di mettere il broncio
Circondai la sua vita con le mie braccia e mi abbassai per dargli un bacio.
«Piccioncini, dovremmo andare» arrivò Angela interrompendo il nostro bacio.
La cena fu tutto sommato divertente, le ragazze erano veramente simpatiche ed il cibo non era male.
Arrivato il momento dei regali, le ragazze avevano fatto due regali: un vinile e un gira dischi.
Tirai fuori dalla giacca una scatola e gliela diedi.
«Questo è il mio regalo»
«Non dovevi, mi hai già regalato un sacco di cose»
Aprì la scatola e trovò una girocollo fatto da diversi strati di perle e al centro un diamante.
Mi era costato molto, ma non riuscì a trovare nulla di più bello.
Tutti quanti restarono sorpresi, lui incluso.
«Ti piace?»
«Io non so che dire, è veramente troppo, non dovevi»
Marina, per la prima volta, parlò
«Andiamo Salvatore, ti ritenevo meglio degli altri. Ti stai facendo comprare da questo riccone solo perché ti sta mostrando un mondo fatto solo di lusso, ma appena si stancherà di scoparti o troverà qualcuno di più appetibile, ti lascerà senza nulla» la guardarono tutti male, compreso io ma lei continuò «quel bracciale di diamanti che hai al polso è abbastanza per pagarti l'università, perché continui a farti usare? Non venire da me quando ti spezzerà il cuore» finito di dire questo, si alzò ed andò via.
Anche Salvatore andò via piangendo.
«Dovresti andare da lui» mi disse Jessica
«Tieni» le diedi i soldi per pagare il conto e per il taxi e raggiunsi Salvatore.
Si era seduto su una panchina e tremava.
«Hey, ora è il mio turno di chiedere scusa per averti fatto litigare con la tua amica» mi tolsi la giacca e la posai sulle sue spalle.
«Marina è molto protettiva, si è sempre presa cura di me e mi ha concesso di prostituirmi solo perché così avrei avuto abbastanza soldi per andare all'università» spiegò lui «ha sempre voluto il meglio per me» abbassò lo sguardo e si strinse nella mia giacca.
«Posso dormire da te stasera? Non mi va di tornare a casa»
Accettai e chiamai l'autista.

Salvatore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora