21 - Niente mucche, solo gatti ciccioni

658 91 167
                                    

Miyazawa, come il giorno precedente lo accompagnò per il manicomio.
Chuuya ci stava facendo amicizia e il ragazzino sembrava contento di avere qualcuno con cui chiacchierare.

- Quindi spero di riuscire a tornare a casa per le vacanze.

Gli disse Miyazawa mentre passavano in un corridoio bianco, pulito e uguali a tutti gli altri. Chuuya aveva scoperto che il ragazzo con la parola casa intendeva il piccolo villaggio in montagna dove era cresciuto con la sua famiglia. Quando Miyazawa gli aveva descritto il luogo, a Chuuya era tornato in mente il suo piccolo villaggio ed era stato colto da un'ondata di nostalgia.

- Sembra un posto splendido.

Mormorò Chuuya.

- Lo è. Sono venuto qui a Yokohama per cercare lavoro l'anno scorso. Ma qui è tutto così spento e monotono. Ci sono pochi orti e non ci sono mucche solo enormi gatti ciccioni che dormono sui davanzali delle case.

Si lamentò il ragazzo strappando un sorriso a Chuuya.

- Poi questo lavoro non fa proprio per me, Julia-San. Avrei bisogno di qualcosa di diverso, più verde, incasinato e movimentato.

Erano quasi arrivati alla porta della stanza di Dazai.
Chuuya annuì:

- Posso capirti. Io facevo l'insegnante, ma quel lavoro mi stava veramente distruggendo, mi è servito tutto il coraggio del mondo per licenziarmi.

- Mi piacerebbe licenziarmi è che dopo non saprei più cosa fare. Prima dovrei trovare un altro lavoro. Eccoci arrivati.

- Grazie mille. Se trovo qualche bel lavoro adatto a te ti avviso, a dopo.

- A dopo e grazie a lei, Julia-San.

Rispose Miyazawa allontanandosi, lasciando entrare Chuuya nella solita stanza.

Dazai guardava fuori dalla finestra, esattamente come il giorno prima, quando vide entrare Chuuya gli sorrise, seppure flebile quel sorriso era più vivace di quello del giorno precedente.

- Che bello vederti, Chuuya-Kun.

Mormorò Dazai mentre Chuuya gli veniva incontro stringendo la sua borsetta tra le braccia.

- Spero ben per te che sia bello.

Sbuffò il ragazzo in risposta, appoggiando tre libri sul comodino.

- Ecco tieni, ti ho portato qualcosa da fare.

Gli occhi di Dazai si illuminarono avidi.

- Libri. Cosa mi hai portato?

Chuuya gli passò i tre libri, erano due classici e una rivista che aveva presa in biblioteca quella mattina, così aveva avuto modo di spiegare la situazione a Kunikida.

- Il signor degli anelli, l'ho già letto due volte ma lo rileggo volentieri. Il sole si spegne di Dazai Osamu, ho già letto anche questo, ma lo rileggo e una... rivista del National Geographic?

- Ho pensato ti avrebbe fatto piacere vedere un po' di mondo.

- È il tuo modo per cercare di convincermi ad andarmene da qui?

- Forse... Sì, okay, lo è. Qualche problema?

Dazai scoppiò a ridere e scosse la testa:

- Va benissimo.

Mormorò accarezzando la copertina della rivista che raffigurava un ghepardo delle nevi che sonnecchiava tra su un ramo ricoperto di neve.

Chuuya ridacchiò e si sedette accanto a lui, come l'altra volta, attento a non urtare o tirare i fili della flebo, però a differenza del giorno prima non attaccati al corpo di Dazai.

Soukoku - The AnchorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora