14 - 193º tentativo di suicidio fallito

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La chiave girò nella toppa, la serratura si aprì con un lieve tic.

Due mani tremanti aprirono il coperchio del cofanetto, mentre uno sguardo quasi incredulo ne sbirciava il contenuto: una raccolta di piccoli quaderni di dimensioni diverse, ordinati in ordine cronologico. Avevano tutti una copertina diversa. Il più recente era rilegato con un cartoncino sul quale era stampata una spiaggia tropicale con due ragazze in bikini che sorseggiavano della Coca Cola. In quello dopo c'era la stampa ormai scolorita di un cagnolino con un capello infilato di traverso.

Davvero di pessimo gusto, pensò Chuuya tirando fuori dalla scatola i quaderni.

Li dispose sul tavolo, poi riprese in mano la busta dove aveva trovato la chiave. Quando era tornato all'hotel dalla casa di Akutagawa, si era buttato a letto e un po' per colpa dell'effetto dell'alcool si era addormentato all'istante. Si era svegliato verso le quattro e mezzo e dopo aver fatto un salto in bagno per necessità, si era precipitato a vedere se la chiave effettivamente era quella giusta.

Così era stato.

Nella busta insieme alla chiave c'era anche una lettera. Chuuya la prese delicatamente tra le mani e la aprì, era la stessa identica carta della lettera lasciata sul comodino dell'hotel da Dazai, all'interno trovò la famigliare scrittura del ragazzo.

Ti stai divertendo Chuuya-Kun? Immagino proprio di sì.
Perché io nel momento in cui starai leggendo questa lettera non mi starò divertendo per niente.
La chiave nella busta è quella per aprire il cofanetto, ma probabilmente non serve nemmeno che te lo dica dato che probabilmente lo avrai già aperto. Dentro ci sono tutti i miei ricordi più o meno da quando avevo circa dodici anni. Puoi leggerli, devi leggerli, l'idea che tu lo faccia non mi piace nemmeno un po', ma è l'unico modo che può farti comprendere cosa mi è successo. Leggili tutti, se invece hai fretta o sei troppo pigro per farlo, comincia a leggerli dalla quindicesima pagina del quaderno con le donne in bikini. Hai visto che bei gusti che ho? Tranquillo tanto preferisco vedere te in costume (;.

Chuuya alzò gli occhi al cielo, le sue guance erano più rosse del normale:
- Giuro che quando lo trovo lo ammazzo. Perché deve perdere tempo a scrivere ste menate?

Ora non ti disturbo più e ti lascio leggere. Da lì dovresti capire come muoverti o almeno avrai abbastanza indicazioni per decidere. Confido che farai la scelta migliore e più veloce. Anche perché io sto qui a morire e avrei bisogno che ti dessi una mossa. A presto, sperando che io non sia un cadavere o un mucchietto di cenere quando ci vedremo.

Se Dazai voleva mettergli ansia, beh non aveva di certo fallito.
Senza perdere tempo, ogni secondo stava acquistando un'importanza sempre più maggiore, Chuuya prese il quaderno indicato nella lettera. Contò le pagine e alla quindicesima iniziò a leggere, senza nemmeno ricordarsi di sedersi da qualche parte.

15 marzo 1970

Ora ne sono sicuro al cento per cento e finalmente posso provarlo. Devo solo stare attento. Per loro un nemico è un nemico, indipendentemente dal legame di sangue. Sarebbero in grado di farsi fuori a vicenda se fosse necessario. Le prove sono nello studio, dentro la stanza segreta che si apre girando il mappamondo verso destra e premendo all'indietro il quarto libro dello scaffale in basso. Ci ho messo cinque anni a capirlo.

Il restò della pagina era bianco. Chuuya si stupì, aggrottò la fronte e rilesse la pagina. Sfogliando le quindici pagine precedenti di solito Dazai scriveva almeno due pagine al giorno. Perché il quindici marzo aveva scritto meno di una pagina? E per di più perché l'aveva fatto di fretta a giudicare dalla scrittura? Scosse la testa per tornare concentrato e allontanare i pensieri. Era presto per formulare ipotesi.

24 marzo 1970

Fantastico Dazai per qualche giorno non aveva scritto nulla di nulla sul diario, nove giorni per essere precisi, confrontandolo con il resto dei diari era un fatto strano, quasi raro. Questo non aiutò Chuuya a placare la sua ansia.

24 marzo 1970

Sanno che so. O almeno lo immaginano. Mi sembra di star giocando una partita a scacchi con me stesso. Non riesco a capire come si muoveranno. Cosa faranno con me. Posso solo immaginare e ipotizzare diversi scenari, uno peggiore dell'altro. Per adesso non mi resta che rimanere ad osservare in attesa della loro prossima mossa. Dovrei provare a suicidarmi come facevo un tempo per allontanare i loro sospetti.
Sarà divertente.

Chuuya a leggere quelle parole sbuffò in modo quasi seccato. Dazai era rimasto un imbecile a quanto sembrava. Perché rischiava così tanto? Anche per quel giorno Dazai non aveva scritto che poche e veloci righe. Chuuya finalmente decise di sedersi, arretrò fino al letto e ci si buttò sopra sprofondando nel materasso, poi proseguì la lettura, sempre più attento e coinvolto.
La pagina dopo era stata scritta cinque giorni dopo, Chuuya corrugò la fronte ancora di più.

29 marzo

193º tentativo di suicidio fallito.
Ormai ho perso le speranze e ci provo solo per divertirmi. Il mio piano ha funzionato per metà. Ma per un po' ho allontanato i loro sospetti. Forse la prossima volta che mi butto nel fiume riempiendomi le tasche di sassi devo controllare che la stoffa della tasche non sia sul punto di bucarsi e regga. Ora come risultato ho:
1. un raffreddore
2. un amico pesce
3. dei pantaloni con due buchi sul sedere.

Chuuya suo malgrado si lasciò scappare una risatina. A ventiquattro anni, quasi venticinque, Dazai non era assolutamente in grado di esistere e soprattutto di suicidarsi. Anche per quel giorno Dazai non aveva scritto altro. Chuuya girò pagina e riprese a leggere.

3 aprile 1970

Il mio dottore è venuto a visitarmi. Mi è salita un po' di febbre dopo la mia mattutina nuotata nel fiume di qualche giorno fa. Finita la visita, fingendo di dormire ho origliato una conversazione tra lui e i miei. Ora riesco quasi a immaginare la prossima mossa dei miei genitori. Non mi uccideranno, non subito. È questo il loro errore. Ho ancora molto tempo per muovermi liberamente e ancora qualche mese per vivere. È vero desidero morire. Ma non così.
Deve essere per mano mia, una mia scelta e... ho bisogno di qualcuno. Qualcuno che mi dia una ragione per vivere. Per resistere un giorno di più, so già chi probabilmente verrà. Chi si ricorda ancora di me, nonostante il tempo passato.
Mentre ascoltavo i miei genitori chiedere riguardo la mia salute mentale al mio dottore e lui innervosirsi, i miei occhi vagando per la penombra della stanza si sono fermati su una foto. Sul suo sorriso, mentre la mia mente riportava alla memoria il ricordo dell'unico errore del quale non ho intenzione di pentirmi.



A. A.

Gente eccomi qui.

🌚🌚🌚

Sono contenta di essere riuscita a postare oggi. Direi che Chuuya sta facendo grandi progressi.

A prestoh

Soukoku - The AnchorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora