"Il tempo frantuma e poi disperde la verità, e quel che rimane diventa leggenda, mito."
Nuto Revelli
♫ Song: Au volant – Elsa & Emilie♪
»»————- ★ ————-««È notte fonda, una di quelle buie, fin troppo silenziose, di parole sussurrate dal vento. Una di quelle notti dove fatico a prendere sonno, perché sono piena di pensieri, e ho il disperato bisogno di rilassarmi. La luna è alta nel cielo, palesandosi con soltanto un piccolo spicchio curvo che sembra una falce, che spezza le tenebre che mi circondano. L'aria fresca crea uno spiffero quando entro nella biblioteca, il mio luogo di raccolta.
Stringo tra le mani una tazza di camomilla, visto che aiuta a prendere sonno accompagnata anche da un libro. Poso la mia attenzione sulla vetrata, posta sulla parete opposta all'entrata: il viale che fa da accesso alla mia dimora si snoda tra alberi e arbusti dopo il cortile organizzato ed elegante. In lontananza, la cittadina spenta, che quasi si confonde in questo mare nero.
Distolgo lo sguardo e mi avvio tra gli scaffali, tenendo una torcia in mano. L'ho comperata mesi fa, perché ormai cerco in queste ore notturne di trovare tranquillità: ho molta difficoltà a dormire e per questo mi consolo e rilasso in questo modo pur di ritrovare il sonno. Eppure durante il giorno non mi manca mai il lavoro, la fatica e la stanchezza. Ma la notte è sempre mia nemica, ogni cosa di lei mi inquieta.
Cerco un libro che mi entusiasmi, ma ne ho già letti la maggior parte, nonostante la biblioteca sia non di piccole dimensioni. Sfioro i dorsi, punto la luce verso le scritte per scoprire i titoli, però questo continua per un po', finché non sento il frutto della carta che si sfila. Infatti intravedo un foglio cadere come una piuma, ondeggiando in aria fino a quando non tocca terra. Così, curiosa, mi inginocchio e punto la torcia per scoprire di cosa si tratta. Sgrano gli occhi nel vedere un pezzo di foglio strappato, rovinato e raggrinzito, una scrittura sbiadita molto elegante e raffinata che sembra raccontare una storia.
Per leggere mi siedo sulla poltrona presente nella stanza, posizionando la torcia in modo che io possa provare a decifrare il contenuto enigmatico.
''In una dimensione lontana anni luce dalla Terra, dove solo il cielo e le stelle erano visibili, il Regno dello Zodiaco era retto da quattro divinità immortali che governavano in pace e senza discordia. I loro nomi erano: Phyro del Fuoco, Thalassa dell'Acqua, Dhara della Terra e Welkin dell'Aria. Quattro sovrani per quattro elementi da custodire.
Ognuno di loro creò e controllò tre segni zodiacali, affidandogli un potere ogni volta diverso. Da allora nacquero i prescelti, coloro che avrebbero continuato la discendenza ed ereditato il dono magico.''
La storia mi rapisce, è come se mi portasse dritta nel loro Regno e nelle loro storie, non riesco a distogliere lo sguardo. Sono in un'altra dimensione. Sono libera, come loro. Eppure mi rendo conto che molte parti sono distorte, cancellate o scritte in modo così arcaico che mi è impossibile decifrarne il significato. Sforzo la vista, provo e riprovo a capire il seguito, ma è come se le lettere sfuggissero e si nascondessero.
No, non mi arrendo. Continuo a tenere l'attenzione sul manoscritto di fronte a me, tento fino a sentire le pupille bruciare.
Questo m'innervosisce e non poco, tanto che stringo più forte la torcia tra le mani fino ad avere le nocche bianche. Una cosa mai successa prima d'ora, non riesco a leggere. Ed è quasi come se mi avessero strappato una parte di me, facendomi ribollire il sangue nelle vene.
Mi accovaccio ancora di più nella poltrona, chinando la testa sul dorso mentre i capelli mi finiscono davanti al viso, e con un movimento veloce li riporto dietro l'orecchio, sbuffando.
E quando sto per rinunciare e riporre la pergamena lì dove l'ho trovata, accade qualcosa di impossibile, di magico.
Non leggo nulla se non le ultime righe del foglio, sebbene lo sforzo mi abbia fatto bruciare gli occhi fino a lacrimare. Ma la mia forza di volontà è anche più forte, eccome se lo è. Non mi possono portare via ciò che amo fare, niente può impedirmelo.
''E fu così che i quattro sovrani decisero di estendere la loro influenza anche sulla Terra, coinvolgendo anche gli uomini nei loro affari. Anni dopo, una scuola di assassini prese forma, accogliendo chiunque di loro accettasse di vendere la propria anima, condannandosi a vivere nel sangue e nella violenza. Dicevano addio alla loro vecchia vita per iniziarne una nuova.
Per cosa? Cosa poteva valere una tale rinuncia?
Fu questa la domanda del primo uomo che varcò le soglie di quell'ambiente, e la risposta fu immediata.
Qualsiasi desiderio. Era questa la ricompensa che le Divinità pattuirono per convincere gli umani a diventare assassini.
Pochi uomini riuscirono a resistere al fascino di tale tentazione, ma altrettanto meno sopravvissero...''
La voce di mia madre è come un fischio nelle mie orecchie, e soltanto alla terza volta che chiama il mio nome con un tono di voce più alto mi accorgo della sua presenza. Ripongo in fretta il foglio giallastro e grezzo dietro la schiena, mostrandole il sorriso più cordiale e falso riesco a fare.
I suoi occhi però non sono ammonitori, meno di quanto mi aspettassi.
Mi fissa per un attimo interminabile, avvicinandosi per prendere la tazza ormai vuota che ho lasciato sul bancone. Tamburella le dita sulla ceramica, scegliendo le cosa probabilmente dirmi e nella più cordiale possibile, tipico suo.
«Tesoro, dovresti decisamente andare a dormire. Domani abbiamo ospiti, e vorrei presentarti una persona.»
![](https://img.wattpad.com/cover/275592055-288-k35483.jpg)
STAI LEGGENDO
Vindicta - Un desiderio mortale
ФэнтезиLondra può sembrare tranquilla per le persone che non cercano vendetta. Ma non per tutti è così. Nelle parti più recondite della città, lontana da occhi indiscreti, si cela un'antica scuola: The Vindicta Istitute. Entrarvi non è semplice, non è per...