2 - Fatuo Immenso

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Uscì dalla porta d'ingresso e dato che Namjoon a quell'ora usciva, lo fece tranquillamente, posizionandosi poi sul ciglio della strada, accendendosi infine una sigaretta.

Si cinse il corpo con entrambe le mani e cominciò ad osservare lungo la strada, in attesa che lo venissero a prendere per portarlo chissà dove. Lui nonostante andasse a quelle feste in compagnia di Jimin, veniva sguinzagliato e dato in pasto agli sconosciuti, completamente solo.

Ma in realtà era lui stesso a sguinzagliarsi, e gettarsi tra le braccia pelose, baciando guance raspose e accarezzando cosce in continua tensione. In quei momenti Jungkook non era nessuno se non un qualcosa per cui molti lottavano con le unghie e con i denti solo per sfiorargli un capello.

Era fantastico ricevere attenzioni a discapito di sputarsi da soli sul proprio volto, ritenendosi della semplice merce.

Ma Jungkook pur se si sentiva merce si sentiva anche vivo e amato.

Fece un altro tiro violento di sigaretta e nello stesso momento rallentò davanti a lui una lunga limousine di colore nero lucido, e immediatamente il finestrino oscurato dei posti dietro si abbassò, facendo scorgere la luce bluastra al suo interno.

Da esso spuntò il volto di Jimin che da concentrato a limarsi le unghie, divenne sorridente. Gli aprì la portiera e fece cenno di entrare, e a quel punto Jungkook gettò il mozzicone di sigaretta a terra e si fece spazio affianco a lui.

Jimin rimase a guardarlo nella sua intera bellezza giovane e fresca, abbellita da trucco e accessori appariscenti: le sue gambe sinuose e muscolose, erano fasciate da un jeans di pelle, ai piedi aveva un paio di scarpe bianche dalla suola spessa dai ricami fucsia, e il suo busto tonico dalla fine vita, era avvolto da una maglia aderente smanicata di colore turchese; la parte che Jimin adorava più di lui erano i suoi capelli lunghi color mogano, sempre decorati da ciocche colorate celesti e fucsia.

Il biondo invece indossava il suo completo giacca e cravatta adornato da piccoli diamanti che davano luce sul tessuto nero, rincarando la dose con i suoi anelli ed una collana di diamanti, messa in bella mostra dai primi bottoni della camicia nera aperti.

Jimin gli fece l'occhiolino e afferrò dal ghiaccio una bottiglia di champagne e due flûte, porgendone uno al moro che con un piccolo sorriso lo afferrò. Il biondo non ne versò molto nel suo bicchiere, e stava facendo lo stesso con Jungkook, ma quest'ultimo afferrò la bottiglia e se ne versò in gran quantità, per poi scolarselo tutto d'un fiato.

Il biondo annuì in senso di arresa mettendosi comodo sul sedile in attesa di arrivare a destinazione. Jungkook rimase in silenzio portandosi le ginocchia al petto, giochicchiando con la catenella appesa al suo jeans, mentre osservava la città luminosa scorrere velocemente.

Quel gesto nevrotico delle sue dita attorno l'acciaio freddo venne fermato dalla piccola mano del suo amico, che cominciò a guardarlo con preoccupazione. Jungkook lo vide, ma rimase a guardarlo in silenzio continuando a muovere le sue dita duramente contro la catena.

«Perché con me fingi... Indossando questa maschera di benevolenza? È da molto tempo che me lo chiedo.»

Chiese ad un certo punto Jungkook in un sussurro e i suoi occhi si ricoprirono con un velo trasparente, da cui però non uscì nessuna lacrima, ma ad ogni parola che usciva dalle sue labbra, erano sempre pronte li per uscire.

Jimin allontanò la sua mano da quella dell'altro, congiungendo entrambe sul suo grembo pensieroso, e anche a dir poco confuso da quelle parole. Ecco che accadeva di nuovo, quella continua confusione e difficoltà nel rispondere ad ogni domanda o frase posta dal moro, che tranquillamente le formulava come se fossero semplici.

Steinmetz Pink -still strangers- || Taekook & YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora