Si chiamava Henry, ed era il suo compagno di squadra. Il nuovo compagno di squadra.
In occasione del primo allenamento della stagione 2018-19, il mister aveva fatto il suo ingresso trionfale negli spogliatoi seguito dalla new entry.
Henry Howard, con i suoi sedici anni, era il più giovane della rosa under venti composta da ventidue giocatori e proveniva da un piccolo ma discreto club locale. La sua velocità come flanker durante un torneo estivo under diciassette non era sfuggita al mister, appollaiato come un falco sugli spalti in versione talent scout. Alla ricerca di nuove leve per rimpinguare la terza linea, aveva concordato con l'allenatore di Henry - col quale era in buoni rapporti - un prestito di un anno durante il quale il ragazzo sarebbe stato messo in condizione di scoprire e coltivare il proprio potenziale.
Su una delle panchine in legno, a recepire con i compagni l'invito del mister alla massima serietà e collaborazione al fine di massimizzare i risultati, c'era un Dan diciottenne alle prese con i lacci delle sue scarpe. Non appena aveva alzato il capo e incrociato per la prima volta quegli occhi verdi, si era sentito mancare l'aria: statura media, fisico snello e scolpito, sembrava più un giocatore di atletica leggera che di rugby; i capelli rosso scarlatto dai riflessi ramati sulle punte sparate in ogni direzione contornavano un viso lentigginoso, illuminato da un sorriso educato e venato d'imbarazzo. L'imbarazzo di chi entra in nuovo gruppo e prova, come in quel caso, una sorta di timore reverenziale verso una squadra rinomata, temprata da anni di allenamenti e sudate vittorie nei campionati di categoria della provincia di Leinster.
Ma non era al rugby che Dan pensava in quel momento. Il suo corpo era rimasto paralizzato di fronte alla genuina e disarmante bellezza di quel ragazzo dalla pelle diafana e i capelli di fuoco. Lo aveva seguito con lo sguardo stringere impacciato una mano dopo l'altra, tra affettuose pacche sulle spalle e cori di fáilte.
Terminate le presentazioni il mister gli aveva donato, insieme a un raro sorriso, la tuta e la divisa della squadra: pantaloncino bianco, maglia e calzettoni verdi.
«E ora datevi una mossa,» li aveva poi sollecitati con due brevi soffi di fischietto «vi voglio tutti fuori fra due minuti!»
Fino ad allora, Dan era rimasto impalato su quella panca a guardare la nuova recluta districarsi nella mischia che l'aveva attorniato. Era riuscito a staccargli gli occhi di dosso solo quando quel giullare di Niall Farrell gli aveva mollato uno scappellotto sulla nuca, spronandolo a cominciare il riscaldamento.
Quel giorno la sua vita era cambiata. Henry Howard era diventato il centro gravitazionale dei suoi pensieri, sia dentro che fuori dal campo. I compagni lo avevano accolto con entusiasmo e ribattezzato "Fox" per il rosso cangiante dei capelli. Henry, da parte sua, si era integrato con successo nell'arco di pochi allenamenti. Sebbene non fosse esperto quanto gli altri, questi lo trattavano con riguardo, rispettavano i suoi tempi e s'impegnavano a non escluderlo dal gioco. Eppure, il divario restava: loro avevano un livello d'esperienza che a Henry mancava. Nonostante il rosso non lo desse a vedere, Dan aveva percepito quella sensazione di disagio. Un disagio che non si poteva colmare con qualche battuta scherzosa e pacca sulla spalla.
Decise di impegnarsi per aiutarlo: avrebbe fatto bene a lui, alla squadra e, naturalmente, a se stesso. Gli pareva un buon modo per conoscerlo meglio senza destare particolari sospetti.
Il mister era stato chiaro fin dall'inizio: Henry doveva essere pronto a entrare sia come blind che open side flanker qualora fosse stato necessario sostituire i titolari dei numeri sei e sette, ossia Dan e Niall.
Dan non avrebbe potuto chiedere di meglio. Il fatto che giocassero entrambi in terza linea gli permise di diventare per lui una sorta di tutor e di ottenere la sua fiducia. Lo monitorava negli allenamenti, gli spiegava quello che spesso e volentieri il mister dava per scontato; gli mostrava schemi e mosse strategiche e gli dava consigli sul regime alimentare da seguire per il loro tipo di preparazione atletica.
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Imperfect Dreams
Romansa[IN CORSO] ⚠️Sequel di "The Dreamers"⚠️ Inizia il terzo anno accademico alla University College London per i nostri Dreamers. Il loro talento non è passato inosservato neanche nella frenetica e multietnica Londra: Jem ha fatto della sua passione pe...