il vero amore.
Sono rimaste poche persone che ad oggi credono ancora nel vero amore; quello magico che ti fa sentire leggera. Quello che ti fa venire le farfalle nello stomaco, che ti fa vedere il mondo da tutt'altra prospettiva rispetto a quello che realmente è.
Considero come vero amore solo quello dei libri. Come l'amore che Achille provava verso Briseide e verso Patroclo.
Sono una di quelle poche persone che crede ad entrambe le versioni; forse perché è troppo legata alla storia come viene raccontata e quindi fa fatica a staccarsi, ma comunque sa che Achille era innamorato di Patroclo, quindi crede che lui lo amasse entrambi. Come l'amore che Ofilia e Thor provano per l'un l'altro, o come quello di Emma e Jacob.Non ho mai visto l'amore se non sotto quella prospettiva. Vivo in una casa abbastanza lussuosa, con due genitori che stanno ancora insieme solo per il denaro che riescono a ricavare e per i loro figli. Io sono la primogenita di tre, con quelle due pesti ho un buon rapporto, gli faccio spesso da mamma quando i nostri genitori sono via per lavoro o quando semplicemente ci ignorano. Non abbiamo altri parenti quindi dobbiamo accontentarci solo di quello che siamo noi tre.
Per loro imparai a cucinare, a cucire, a fare da infermiera e da mini psicologa quando John -il maggiore dei due- cercava di capire quale fosse il suo posto all'interno della società, o meglio, quando cercava di capire il sesso da cui era veramente attratto. I nostri genitori non lo sanno, solo io e Michael, il piccoletto di undici anni, che però ha una mentalità assurda, forse più matura della mia.
Come dicevo, siamo una famiglia abbastanza ricca senza problemi economici, con molte amicizie e senza problemi esterni; ma all'interno, tra le bianche mura della nostra suntuosa villa, è tutto un casino. Mamma e papà litigano continuamente, io sono un adolescente di sedici anni ormai quindi è mio compito cercare di fermare le violente discussioni che avvengono puntualmente tra i due; non nego che spesso partivano insulti anche rivolti a me, ma cercavo di tenere duro per il bene di tutti. Nel frattempo, è sempre mio compito trovare a John e Michael qualcosa da fare in quei momenti di litigate.
fu questo a segnarmi definitivamente. Ero sempre stata una di quelle ragazze stile crocerossina, sempre pronta a battermi per quel che era giusto; timida, con una migliore amica e pochi altri, che aspetta con ansia il vero amore. Cosa ero diventata poi?
Popolare, anche se tutte le persone che avevo in torno erano più false delle borse che trovi dai cinesi in centro; la mia migliore amica l'avevo allontanata, così come tutte le mie vecchie e vere amicizie; ero anche passata da quella che aiutava i ragazzi e i bambini che venivano presi in giro, alla bulla, che li prendeva in giro, che fece quel fatidico errore che la cambiò nuovamente.
chi ero ora?
Wendy Darling. Sempre popolare, sempre ricca, ma sola e triste. Ho smesso di prendere in giro le persone dopo "l'errore". Anzi dopo di esso ho rimediato e chiesto scusa a tutte le persone che avevo ferito con le mie parole, anche se non so quanti mi abbiano veramente creduto.
<Non ce la faccio più a vivere con una psicopatica come te!>
sentimmo urlare dal piano inferiore.
<allora vattene! Ah no giusto, dovresti rinunciare a tutte le tue ricchezze e non riusciresti mai!>
Non sapevo chi dei due avesse veramente torto nelle discussioni, quindi evitavo di schierarmi da qualche lato e cercavo di calmare le acque essendo "neutrale"
<s-s-stanno l-litigando d-di nuovo, v-v-vero wewe?> Chiese Michael mezzo addormentato.
<fammi finire la storia, non è importante di cosa parlano loro> risposi dolcemente
<e così, Scooby-doo ed il suo gruppo riuscirono a smascherare un altro cattivo. "L'avrei fatta franca se non fosse stato per voi ficcanaso!" urlò arrabbiato il cattivo. I quattro, e Scooby, intanto si batterono il cinque e festeggiarono per il loro successo. Ma attenzione, un nuovo mistero li aspetterà domani mattina, subito all'alba..>
<Dio vorrei strangolarti a volte!> urlò George, o meglio papà, dal piano di sotto.
Fortunatamente il piccolo Michael ormai ronfava tranquillo. Mi voltai verso John, vedendolo sdraiato sul suo letto a fissare il soffitto. Cambiai materasso e mi spostai su quello del maggiore.
<smetteranno mai?> chiese sconsolato
io gli diedi un candido bacio sulla fronte, sentii i suoi muscoli rilassarsi ed il suo corpo mettersi comodo tra le calde lenzuola. Sapevo che ormai era grande, ma non riuscivo a "lasciarlo andare". Mi avvicinai alla sua lampada e gliela spensi, poi mi avviai verso la porta.
La aprii, sentendo la litigata più intensamente e facendo entrare luce nelle tenebre della stanza. Sospirai e mi rivoltai verso John che mi fissava
<no..> risposi sconcertata.
Poi uscii dalla stanza, chiudendomi subito la porta alle spalle. Chiusi gli occhi e presi un bel respiro, mi feci coraggio e mi preparai per scendere le scale ed affrontare quella discussione.
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possessive
FanfictionTutti conosciamo la storia di Peter Pan. E se vi dicessi che in realtà egli era tutt'altro che buono? Questa è la loro storia raccontata sotto il punto di vista di Wendy, una sedicenne con problemi in famiglia, che l'hanno portata a fare gesti che...