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Passai il resto della serata con gli sperduti. Pan ci aveva raggiunti solo per qualche minuto, ma nulla si importante. Avevo quasi avuto l'istinto di chiedergli se nel bosco fosse lui, ma evitai, non volendo disturbarlo. Probabilmente era ancora arrabbiato dopo la litigata del pomeriggio. Verso tarda sera mi avviai alla capanna, immersa nei miei pensieri. Mi svestii indossando il pigiama per poi sdraiarmi sul materasso. Chiusi gli occhi e mi vennero in mente le sensazioni provate poco prima. Era strano pensare di aver immaginato tutto. Non era possibile. Le sensazioni erano così reali, era impossibile che venissero dalla mia immaginazione. Mi addormentai ripensando a quelle sensazioni. Forse Pan alla fine non era così male, forse. Alla fine non aveva mai fatto nulla per farmi del male, se non quando ero io ad istigarlo. Solo dopo forse un oretta riuscii a togliermi il biondo dalla testa e a mettermi a dormire. Fu una dormita molto travagliata. Sentivo come se ci fosse qualcuno attorno a me che mi stesse portando in gio. Cercai di svegliarmi ma il sonno era troppo profondo. Quindi mi arresi, finalmente, ad una bella dormita. I muscoli erano rilassati per la prima volta in quelle ore. La mente non pensava ad altro se non ai miei sogni, i quali non riguardavano tutta quella strana situazione che stavo vivendo. Quando però il sole iniziò a sorgere e andò a colpire i miei occhi iniziai a riprendermi da quella beata sensazione. Iniziai a sentire del duro sotto di me, come se mi avessero tolto il letto e mi avessero fatta dormire sul terreno della tenda. Mi girai sull'altro lato, ancora addormentata. Quel movimento però causò come un mal di mare, come se stessi viaggiano in una nave. Solo dopo ci arrivai. Il sole non poteva arrivarmi contro se fossi ancora nella mia tenda, perché quella specie di lenzuolo lo avrebbe coperto. Sforzai il mio organismo ad aprire gli occhi per vedere dove mi trovavo. Sbarre. Vedevo attraverso quelle sbarre le cime degli alberi, cosa che dal terreno non potevo fare. Riuscivo perfino a vedere la sponda del mare. Sbarrai gli occhi realizzando. Mi avvicinai a quelle sbarre e guardai di sotto. Ero fottutamente sospesa in aria. Quel bastardo mi aveva veramente rinchiusa in una delle tre gabbie! Se, anche solo per sbaglio, la sera prima credetti che ci fosse del buono in quel ragazzo, in quel momento avevo già cambiato opinione, ritornando su quella iniziale. Cercai di vedere se avevo qualche via di uscita ma, anche se fossi riuscita a trovarne una, sarei morta a causa della caduta da un albero.

<oh buongiorno dolcezza> sentii dire dal terreno

Non avevo bisogno di vedere chi fosse, solo lui mi chiamava così, ma mi avvicinai comunque  per vedere quella faccia da culo con il solito ghigno stampato.

<mi hai rinchiusa> dissi tranquilla

<in una gabbia>

<attaccata ad un albero!> finii urlando e gesticolando disperata

Peter scoppiò a ridere senza sosta

<io non ci trovo niente di divertente!>

non mi ascoltò. La sua risata era quasi contagiosa. Bella, angelica, sincera. Tutto il contrario di quello che era Peter in poche parole.

<fammi scendere da qui!> "ordinai"

lui smise di ridere asciugandosi una lacrima. Io gli feci un occhiataccia subito dopo quel gesto

<oh no>

<le regole sono uguali per tutti e tu non le hai rispettate> mi disse, facendo chiaramente riferimento al giorno prima. Quindi era veramente lui nel bosco. Sennò come avrebbe fatto a saperlo?

<colazione?> chiese poi

non risposi, tirandomi indietro come quelle bambine di cinque anni, rifiutando ogni cortesia dal ragazzo. Lui scoppiò a ridere nuovamente e poi fece per andarsene

<quanto dovrò stare qui?!> chiesi mentre si allontanava

<finché lo voglio io!> urlò a sua volta mente spariva tra le tende del "dormitorio"

<stronzo> sussurrai poi

incrociai le braccia al petto, così come con le gambe e mi appoggiai alle sbarre. Vedevo sperduti passare e lanciarmi qualche occhiata dispiaciuta, ma onestamente non mi interessava più di tanto essere rinchiusa. Almeno non avrei dovuto fare mansioni per il resto della giornata. Ad un certo punto sentii qualcuno salire quella specie di scaletta che usavano per salire e, in contemporanea, qualcosa veniva tirato su da una corda

<thomas!> esclamai, pensando che mi avrebbe fatto scendere

<fallo, o si arrabbierà ancora di più. Tre volte nella gabbia ed è finita per te, chiaro?>

io rimasi sorpresa dalle parole del ragazzino

<chiaro..> dissi confusa.

Lui aprì la gabbia, infilò sento un grande sacchetto, un secchio d'acqua ed una spugna, ed infine richiuse il tutto scendendo di nuovo dalle scale.

Io rimasi sorpresa. Aprii il sacchetto e le vidi. Tutte quelle pentole sporche da chissà quanto tempo.

<buon divertimento cenerentola!> urlò Peter, mentre mi osservava da un ramo, solo per vedere la mia faccia nello scoprire la mia punizione. Lo fulminai nuovamente e spostai le cose da lavare. Lui scosse la testa e balzò giù dall'albero sconcertato.

possessiveWhere stories live. Discover now