12

398 40 7
                                    

Eppure ero ancora sicura che quella luce fosse una specie di segno, che volesse dirmi qualcosa o meglio, mostrarmela. Se solo avessi continuato a seguirla invece che preoccuparmi di quello psicopatico, magari ora sarei a casa. Magari mi aveva vista piangere e per la pena voleva mostrarmi un passaggio per tornare sulla terra. Non lo avrei mai saputo. Il peggio di tutto questo? Era che io davo la colpa a Peter nonostante fossi a conoscenza del fatto che era solo e soltanto colpa mia. Se non avessi accettato quella sua assurda proposta sarei ancora a casa. Forse trovare qualcuno a cui dare la colpa era come una cura per accettare quello che era successo, per accettare il cambiamento. Dio quanto odio i cambiamenti. Mi morsi il labbro superiore, sottile date le mie labbra irregolari. Sospirai rumorosamente guardandomi in trono. La pioggia era cessata definitivamente. Gli alti alberi brillavano di un verde splendente, quasi magico. Chiusi gli occhi cercando di rammentare la melodia ascoltata la scorsa sera e provai a canticchiarla. Non osavo aprire gli occhi. Non ci tenevo a vedere la sua faccia soddisfatta mente mi vedeva fischiettare una melodia per far si che venisse da me. Ad un certo punto sentii improvvisamente caldo, come una ventata di calore improvviso sul viso che mi fece venire i brividi

<ti sei persa dolcezza?> sussurrò al mio orecchio

Il calore sul lobo, le sue mani che mi cingevano i fianchi per avvicinarmi a lui, il suo corpo caldo che andava a toccare il mio. Ora che ci ragionavo, aveva sempre la pelle calda. Quelle poche volte in cui avevamo avuto un qualsiasi contatto fisico il suo corpo emanava calore, come se fosse una specie di fuoco vivente. La voce profonda, roca, sussurrava quelle quattro semplici parole. Erano parole che avrebbero potuto dire tutti e non mi avrebbero fatto nessun effetto, ma dette da quella voce era tutt'altra storia. Dovevo staccarmi, il mio cervello diceva di staccarmi da quella situazione ma, come nella capanna il giorno prima, il mio corpo non era d'accordo. Mi beai di quelle calde mani sul ventre sospirando fortemente e piegando la testa all'indietro, la quale andò ad appoggiarsi sulla sua spalla. Adesso era il labbro inferiore ad esser preso di mira dai denti, i quali lo morsero talmente forte da lasciare i segni. Il battito si vece più accelerato quando le calde labbra del ragazzo si posarono sul mio collo. Non stavo capendo più nulla. Avevo la testa annebbiata, completamente. Ad un tratto, il calore sparì. Non sentivo più la presenza di Peter dietro di me. Riaprii gli occhi e mi voltai velocemente. Era sparito. Non potevo essermi immaginata tutto. Ok ero un adolescente, quindi gli ormoni erano sempre e costantemente al massimo, ma era tutto così reale. Il suo calore sul mio corpo, quello delle labbra sul collo.. non potevo essermelo inventata. Per di più, la sua mancanza, significava che il mio piano non avesse funzionato e che io ero fossi ancora bloccata in quel bosco senza sapere dove trovare l'accampamento. Mi rivoltai e vidi che il bosco non era più come prima. Non era più un miscuglio di sentieri ma una via unica, come se fosse una strada. Senza pensarci due volte seguii le indicazioni dell'isola. Una parte di me credeva che fosse stato Peter ad aiutarmi, ma l'altra sperava che fosse l'isola per indicarmi la strada. In ogni caso, avrei chiesto comunque spiegazioni a qualcuno. Continuai a camminare fino a quando non arrivai all'accampamento

<wendy! hai saltato il pranzo!> mi venne in contro Thomas.

io ero ancora persa nei miei pensieri per badare alle parole del ragazzo.

<è sangue quello sulla tua faccia?> chiese preoccupato

Panico. Era solo un bambino, non gli avrei mai detto la verità sull'accaduto in tenda.

<no tesoro, è pittura. Avevo l'incarico di fare qualche segno sugli alberi> mentii per rassicurarlo.

Sfortunatamente Mike mi sentì ed inclinò la testa. Ovviamente lui era l'unico a sapere che quella era un menzogna, quindi quando fui sola decise finalmente di avvicinarsi.

<dritta al punto, senza giri di parole>

gli raccontai tutto l'avvenuto nella tenda di Peter, della litigata e di come poi sia scappata nel bosco. Tralasciai la parte dove credevo che Peter fosse dietro di me ed anche quella dove stavo correndo dietro ad una lucciola credendo fosse un segno.

<come hia trovato la strada per tornare indietro?> chiese. Domanda più che logica.

<l'isola me l'ha indicata> risposi. Sembravo pazza.

Lui sospirò. C'era qualcosa che non mi diceva, si vedeva ad un miglio di distanza. Credo che lui per Peter fosse l'esempio più vicino alla parola "migliore amico", quindi era ovvio che era a conoscenza di qualcuno dei suoi segreti.

<devi stare attenta a Peter Wenndy.. non è una buona persona. E' veramente un assassino, ha già ammazzato alcuni degli sperduti. Ti prego presta attenzione> mi implorò

Annuii lievemente, senza capire le emozioni che quella frase mi aveva portato. Rimasi in silenzio mente pensavo, quando ad un certo punto una domanda mi riaffiorò la mente

<L'indiana.. chi è?> chiesi giocando con le dita e girando la testa, appoggiandola sulla mia spalla, per guardare il ragazzo seduto accanto a me

<non so di che cosa parli> rispose

possessiveWhere stories live. Discover now