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dopo quella sua ultima affermazione uscii dalla tenda a passo svelto. Diluviava ancora ma, onestamente, mi interessava poco. Avevo la faccia sporca di sangue, il suo sangue, e qualcosa nella mia testa continuava a ripetermi che quella non sarebbe stata l'ultima volta, che sarebbe riaccaduto. Ero comunque convinta che non fosse un assassino, che fosse un tipo da tante minacce ma che alla fine non concludesse mai nulla. Forse, più che esserne convinta lo speravo.

mi misi a correre verso la riva del mare. Non è certo un buon posto per rifugiarsi quando c'è una tempesta in atto, ma era l'unico dove potevo stare da sola. Mi risedetti sullo scoglio. Raggruppai le ginocchia al petto e scoppiai a piangere. Non avevo via di uscita. I singhiozzi erano forti. Fortunatamente il temporale causava molto più rumore e la pioggia nascondeva le mie lacrime, quindi se qualcuno fosse passato di lì per caso non mi avrebbe vista piangere. Avrebbe visto una ragazza nel bel mezzo del diluvio universale, avrebbe pensato che fosse pazza, ma sempre meglio che mostrarmi debole. Ad un certo punto, mentre mi guardavo in giro piangendo come una bambina che è appena caduta dal tuo triciclo o dalla sua bicicletta, vidi una luce. Una piccola luce, come se fosse una lucciola. Mi presi per pazza da sola, ma era come se l'universo volesse mandarmi qualche segno, come la classica frase "in tutta l'oscurità che ti circonda, troverai sempre la tua luce". Mi alzai, volendo raggiungere quel piccolo insettino. Lei iniziò ad allontanarsi, come se volesse guidarmi da qualche parte.

"fantastico wendy, prima ti fidi di un pazzo psicopatico ed ora di una lucciola, siamo messi bene"

nel frattempo la pioggia si era calmata, era rimasta solo qualche gocciolina che scendeva ogni tanto. Nonostante la sua forte intensità non era riuscita a togliermi il sangue del ragazzo dalla faccia, non che io mi ci sia impegnata per farlo, dato che avevo passato quegli ultimi trenta minuti a piangere e seguire una lucciola nel bel mezzo del bosco. Non avevo idea di dove quell'insetto mi stesse portando. Ricordai le parole della sirena, quando mi disse che tutto sull'isola accade per una ragione. Poco prima aveva anche detto che nessuno si sarebbe mai potuto fidare completamente di Peter Pan, eppure io lo avevo fatto, incasinandomi completamente. Mentre camminavo a passo svelto notai sugli alberi dei segni bianchi. Ogni cosa in quell'isola continuava a colpirmi sempre di più, se in negativo o in positivo era ancora da definire. Effettivamente non era così male. Se solo ci fossero i miei fratelli, l'internet e qualche persona in più con cui socializzare. Rammentai solo dopo le parole di Pan, quando ormai ero ben lontana dai segni bianchi. "non avventurarti al di fuori dei segni bianchi senza il mio permesso". Perfetto, avevo infranto un'altra regola. Il mio piano era lasciar che le acque si calmino e non farlo più arrabbiare.. il mio piano è andato a puttane.

<oh al diavolo Pan!>

mi pentii di quelle parole appena furono uscite dalle mie labbra. Non perché avevo disubbidito, ma perché non avevo la minima idea di come tornare in dietro. Mi fermai, maledicendomi per l'enorme errore che avevo appena combinato. Le alternative erano due: cercare la strada per il ritorno da sola, o chiamarlo. Avevo ormai perso la lucciola. Mi avevano detto di fidarmi dei messaggi dell'isola, credevo che questo fosse uno di quei messaggi. Avevo sbagliato. Per me era difficile ammettere un errore. Ho sempre avuto la fissazione di dover essere perfetta in tutto. Sono sempre stata un persona ambiziosa, fin da quando ero piccina. Sapevo riconoscere l'errore ma non sapevo ammetterlo. La stessa cosa quando dovevi ringraziare. Non sono capace a dire "grazie". E' come se, ogni volta che devo ringraziare qualcuno o chiedere scusa, un muro mi si alzasse davanti. Ed ora, per una mia stupidaggine, avrei dovuto chiamarlo per farmi venire a prendere. Sapevo come contattarlo. Ricordavo quando i bambini lo chiamarono la sera prima, imitando il suono del suo flauto, ma non potevo credere di starlo veramente per fare.

possessiveWhere stories live. Discover now