capitolo 6: chosen=scelta

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Il sole illumina una Milano che ormai è sveglia da un bel po', la musica in sottofondo, uno spritz in mano e una voce che dice:" DEVI ASSOLUTAMENTE ACCETTARE".
È la voce di Paola che ha appena saputo il " colloquio " di stamattina.
" Paola sinceramente non so che fare. Non so i dettagli, non so quali sarebbero le mie mansioni e poi l'ospedale è un posto sicuro, ho lo stipendio ogni mese" dico mentre bevo un altro sorso dello spritz che mi trovo davanti.
" L'ospedale è un posto sicuro ma è anche in posto felice?" Mi domanda Paola.
Rimango in silenzio per qualche minuto.
" Non lo so, sono soddisfatta del mio lavoro per carità ma ho perso quel senso di adrenalina da un bel po'. Vorrei avere ancora i brividi, l'adrenalina e la paura che ti scorrono nelle vene"
"Bianca" mi dice Paola mentre mi tiene la mano " ACCETTA QUEL CAZZO DI LAVORO".
la abbraccio calorosamente e mi avvio a casa.
Veramente ci sto pensando?
Prendo il telefono intenta a perdere tempo, ma leggo un email da parte della manager che mi elenca i dettagli del lavoro:" band nurse h 24 per un anno e mezzo con una retribuzione di 4 mila euro al mese vitto e alloggio incluso. Le mansioni sono le seguenti: prestare assistenza sanitaria ed infermieristica a tutto lo staff e in maniera particolare alla band. Prestare supporto psicologico al bisogno. Effettuare pratiche infermieristiche quando è necessario"
Finisco di leggere l'email e non so se sono più scioccata per la retribuzione o per le mansioni.
Riassunto della situazione? Devo praticamente fare il mio lavoro e mi danno il quadruplo dei soldi che guadagno in quattro mesi, non mi devo preoccupare di vitto e alloggio praticamente è un sogno ...
Inoltre viaggieró ed è sempre stato il mio sogno nel cassetto.
Chiamo la manager per dare la mia risposta.
Primo squillo: sono sicura di ciò che sto facendo?
Secondo squillo: e se poi non riesco a gestire la situazione?
Terzo squillo: forse dovrei restare qui nel mio posto sicuro.
" Pronto" sento la voce della manager dal telefono e le uniche parole che mi escono sono :" accetto la sua proposta".
Non so in che guaio mi sto cacciando, ma per migliorare bisogna cambiare e forse è arrivato il mio momento.
La manager cioè Marta mi spiega i dettagli e mi dà appuntamento oggi per firmare il contratto.
Le ore passano e nel frattempo dovrei passare in ospedale per licenziarmi... Se mia madre sapesse cosa sto facendo mi prenderebbe a schiaffi :" lasci il posto fisso, nun stai buono Ca capa"
Busso la porta dell'ufficio della mia caposala.
" Avanti" sento la voce della caposala, si chiama Giorgia.
Giorgia è una vecchia infermiera di 68 anni ormai caposala del pronto soccorso da anni.
Apro la porta.
"Bianca che sorpresa"
Vedo Giorgia indaffarata con i soliti fogli.
"Giorgia dó le dimissioni" dico in maniera secca.
" COSA?" Mi chiede la caposala quasi in lacrime.
" Caposala ho ricevuto un'offerta che non posso rifiutare. Forse sarà l'errore della mia vita, ma ci devo provare"
Giorgia lascia i fogli sulla scrivania, si alza dalla sedia ormai rovinata e si avvicina a me.
Ero pronta per qualsiasi cosa, "cazziatone" direbbero dalle mie parti e invece sento solo una stretta al corpo.
Mi stava abbracciando,mi ero appena licenziata, il reparto stava con un'infermiera in meno e lei mi abbraccia?
" Giorgia non sei arrabbiata?" Le domando mentre cerco di respirare.
68 anni ma la vecchia stringe bene.
" Bianca se questa è la tua decisione poco ci posso fare. Sei una grande infermiera ma prima di tutto sei una grande persona e ti auguro il meglio"
Mi scende una piccola lacrima sul volto.
In questo poco tempo Giorgia non è stata solo una guida professionale, m una seconda mamma.
Quell'abbraccio sembra durare un'eternità ma viene interrotto da un "caposala è finito il rocefin"
" Il dovere mi chiama, ma ricordati fatti sentire a mammà" mi asciuga la lacrima con il pollice della mano e ritorna nella sua conformazione da " caposala incazzata".
" IO NON SO!CHE C'È? CH È FINITO? IL ROCEFIN! MA VE LO BEVETE COME SE FOSSE ACQUA STO ROCEFIN?" sento queste frasi mentre la caposala si allontana gradualmente dalla mia vista.
Mi mancherà questo reparto.
Svuoto il mio armadio, saluto i miei colleghi e mi dirigo in macchina.
" Allora te ne vai veramente?"
Sento una voce maschile familiare e mi volto
"Si Marco me ne vado" dico porgendo un triste sorriso.
" Mi mancherai Biancaneve" mi dice mentre mi abbraccia forte.
Sorrido un po' per il forte abbraccio e un po' per quel strano nomignolo:" Biancaneve".
Accendo la macchina e mi dirigo da Marta a firmare contratto.
" Ma che cazzata ho fatto?" Dico tra me e me mentre Guido su una statale trafficata.
Accendo la radio alla ricerca di un segnale di un indizio di un qualcosa che mi dica:" è la scelta giusta"
" You don't even know what it means, so let me explain ya, ah
I go far very far from my dreams and now I believe ya
But I but I don't need no money in my jeans to be an artist
One two three " la voce graffiante di quel dannato di Damiano mi dice che ho fatto la scelta giusta, una loro canzone mi ha dato il coraggio di rischiare e scegliere diversamente.

CHANGES: UNA NUOVA VITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora