capitolo 4 È TEMPO DI ADDORMENTARSI

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3:43 -
Quella era l'ora che veniva segnata dall'orologio biancastro appeso al muro.

Tic

Il continuo rumore insistente dei minuti, riecheggiava nella stanza.

Tic

Un altro ticchettìo. Erano entrambi seduti sul letto ,ancora non rifatto, mentre i minuti e i secondi passavano pesantemente.

Ancora e ancora, sempre e solo il tic, nessuna parola, niente di niente.
- è tardi, dovresti almeno provare a riprendere sonno- disse il rosso, finalmente aprendo bocca

Tic

Quella fu l'unica risposta che il ragazzo ebbe, non ci fece caso e continuo ad osservare quel maledetto orologio.
-3:53-

L'aria era diventata più leggera, ormai il disagio era sparito, ma un senso di oppressione si faceva comunque sentire nei loro cuori.

-dopo Kamino, ti comporti in modo strano, non mi dici che succede, vengo da te ogni notte per aiutarti, ma rimani in silenzio, dillo, vuoi che me ne vado dalle palle non è vero?, FORZA DILLO, DÌ LA VERITÀ STO SOLO PERDENDO TEMPO- riprese parole sempre e solo kirishima, che per la prima volta, sentiva di esplodere dalla frustrazione

Tic

Un'altro minuto passato, un'altro minuto in cui il biondo non parlava, facendo sentire l'altro uno stupido idiota, si era ritrovato a parlare praticamente da solo. Sbuffò irritato, non ne poteva più.

Fece per alzarsi, ma le tanto attese parole di Bakugou, colpirono alla sua schiena come un proiettile pronto a perforare Le sue carni.

- Faccio incubi, la notte mi risveglio immerso nel sudore, con le mani doloranti e mezza camera bruciata, non voglio essere aiutato, io non è ho bisogno, non voglio sentirmi debole, non voglio può svegliarmi nel bel mezzo della notte come un cretino, non voglio che merdeku mi superi, non voglio rivivere l'accaduto a Kamino, NON VOGLIO EJIROU, EPPURE HO LA COSTANTE PAURA CHE POSSA RIACCADERE, E CHE IO POSSA SENTIRMI SOLO COME UN CANE, DI NUOVO-

Prese un respiro profondo, per poi inchiodare il suo sguardo pieno di amarezza e sconforto negli occhi leggermente spalancati del rosso.

-Io...non voglio essere solo Ejirou, non voglio sentirmi più debole di così-
Disse scuotendo la testa mentre delle fugaci lacrime venivano liberate da quelle prigioni infernali, chiamate occhi.

L'ha chiamato per nome...due volte

TIC TOC

Due ticchettì più forti e insistenti degli altri, che segnavano l'inizio delle 4, si fecero strada nella stanza, quello era un segno, segno che era giunta l'ora di addormentarsi e dimenticarsi di tutto, segno, che da quel momento, il buio avrebbe preso colore.

Il Silenzio Di Una Notte   kiribaku/bakushimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora