Capitolo 8 UN COMPLETO DISASTRO

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9:05
Il buio era calato sulla città. Il rumore delle moto infastidiva Kirishima.

Era seduto sulla scrivania, a studiare. Talmente distrutto da quella orribile mattinata, si era messo a fare i compiti, cercando di fare tacere quelle vocine nella sua testa.

Si sentiva pesante. Ogni volta che ripensava alle parole di Aizawa, un senso di vomito si espandeva nel suo stomaco.
Il vomito non era per il Sensei, ma per se stesso.

Le vocine non aiutavano, continuavano a parlare, a dire cose, senza smettere.

Sbatteva ripetutamente la penna sulla superficie di legno, per sovrastare quel rumore mentale.

Non capiva che era lui stesso a comandare quelle voci, che era lui a dirsi quelle cose, che la colpa, era solo la sua.

Continuava così, urtava la penna contro il bordo della scrivania, sempre più forte, sempre in modo più insistente.

Due colpetti dall'altra parte del muro lo fecero fermare.

Guardò il piccolo solco creato dalla penna sospirando. Perdeva sempre il controllo.

Il biondo lo sapeva, aveva capito il comportamento strano del rosso, qualcosa non andava. Sentendolo sbattere la penna, sempre più forte, aveva deciso di farlo rinsavire, dando due colpetti contro la parete.

10:13
Toc toc

Kirishima si alzò per andare ad aprire. Il biondo era lì, davanti alla sua porta, con la testa bassa, probabilmente imbarazzato.

- Qualcosa non va?- chiese il rosso inarcando un sopracciglio.

L'altro non rispose, continuava a guardare in basso, facendo scontrare i pollici ripetutamente.

- Hai fatto un altro incubo non è vero?-

Il biondo alzò lo sguardo timidamente, incontrando gli occhi dell'altro.
Kirishima si divertiva a vederlo così, nonostante il suo carattere davvero cruento, nascondeva una parte timida e dolce, e amava il fatto che si mostrasse così solo a lui.

- Dai entra- disse facendo un gesto con la mano.

Bakugou obbedì, sedendosi sul letto, continuando a guardare, ancora con le guance un po' rosse, la figura dell'amico

Al rosso non dava fastidio che si presentasse lì senza avvisare, anzi, gli piaceva. In qualche modo, lo distraeva da quella vocine. Si sentiva bene.

Con lui le preoccupazioni sparivano, le voci smettevano, l'ansia andava via e il cuore bruciava, come fuoco ardente, facendo sentire Kirishima, vivo per davvero.

Però lui non sapeva, che quel bruciore era ricambiato

- Ei capelli di merda, ti senti bene? Ti fa male il petto ?- chiese quest'ultimo avvicinandosi all'amico

Non si era accorto che, preso dai suoi pensieri, stava stringendo con forza la maglietta sul suo petto, facendo preoccupare il biondo.

- eh? No no, va tutto bene- disse cacciando il miglior sorriso che potesse fare.

- Sei sicuro? Da sta mattina di comporti in modo strano, è per l'allenamento?- richiese serio, ricordandosi che l'ultima volta non aveva ricevuto risposta.

Il sorriso di Kirishima si sciolse ,come neve nel deserto.

Sapeva di non dover fingere con lui, tanto lo avrebbe comunque capito, perché bakugou riusciva a leggergli dentro, nonostante i mille sorrisi finti, nonostante i suoi 'sto bene', lui lo percepiva, lui lo capiva, sempre e solo lui, è questo, che Kirishima ama di Bakugou, la sua onestà, la sua virilità e il riuscire sempre e costantemente a capire la verità che il rosso sopprimeva con tutte le sue forze.

Perché la verità era quella, Kirishima Ejirou, era solo una persona come tutte le altre, una persona sofferente come tutte le altre, una persona che nonostante i complimenti e gli incoraggiamenti, si sentiva inferiore rispetto gli altri, era solamente una persona insignificante, con poca autostima in se stesso. Un completo disastro.
O almeno, così lui pensava.



Il Silenzio Di Una Notte   kiribaku/bakushimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora