4 - O la penna o la vita

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Ho sistemato tantissime storie fino ad ora, mentre il mio libro continuava a presentare solo delle mere pagine bianche. Ho sempre messo i bisogni degli altri di fronte ai miei, ho sempre evitato di affezionarmi sapendo che non sarebbe durata. 

Qualche volta però, pure un Scrittore può sbagliare. Per quanto non sia per niente simile ad un Protagonista, rimane comunque di per sé un essere umano, capace di provare sentimenti. Ogni volta che finivo una storia mi sentivo di nuovo vuota, abbandonata. Le persone che avevo aiutato si allontanavano da me senza nemmeno ringraziarmi, come se non valessi più nulla per loro. Mi voltavano le spalle e continuavano la loro storia che avevo scritto io stessa eppure sembrano non ricordarsi più di me. Non ricordano più quanto io li abbia aiutati, non ricordano più di avermi voluta bene, non ricordano più che nei loro capitoli migliori ci fossi anche io.

Ero stanca di questo, ero stanca di continuare a perdere le persone che amavo. Perché mai Destino mi faceva questo? Cosa ho fatto per meritarmelo? Avrò sbagliato forse nella mia vita passata? Nessuna delle mie domande ebbe mai risposta. Provavo a chiederlo direttamente a Destino, ma tutto ciò che ottenevo era il fatto di farlo arrabbiare, con la conseguenza che mi togliesse qualcosa. Il messaggio era chiaro: niente domande.

Durante il mio penultimo incarico però non rispettai le regole: mi affezionai a tal punto da non voler lasciare andare il mio protagonista. Perché non potevo bastargli io come amica? Perché dovevo avvicinarlo ad altre persone. C'ero io con lui. Non poteva bastare? Cercai di tenermelo stretto il più possibile, non permettevo a niente di mettere le distanze tra noi. Era il mio migliore amico per me e non volevo perderlo. 

Purtroppo però Destino si infuriò. Giocò il tutto per tutto per separarmici e alla fine si convinse a darmi un'altra storia in contemporanea. Due storie alla volta non è una cosa per tutti, di certo non lo è per me, che già odiavo averne una alla volta.

Il ragazzo che mi affidò era fantastico, con un cuore d'oro distrutto da quelli che sarebbero dovuti essere gli anni migliori della sua vita. Non potevo lasciarlo così. Ma non potevo nemmeno Lavorare ad entrambe le storie. Destino mi conosceva bene, sapeva che avrei mollato la presa con il mio "migliore amico". Ho appurato che in effetti il mio lavoro con lui l'avevo fatto, che non gli servissi più, quindi finalmente smisi di scrivere sul suo libro. 

Purtroppo non finì lì. Non puoi scamparla così facilmente quando non rispetti le regole. Mi impose la storia di un ragazzo di cui mi sarei innamorata più di qualsiasi altro prima d'ora. Un ragazzo perfetto per me, che non avrei voluto mollare per nulla al mondo e poi.... mise in mezzo la sua ex. Il mio scopo era aiutarlo a superare una brutta storia ormai finita. Ma lui non voleva dimenticare, non voleva passarci sopra. Lui voleva riappacificarsi in modo tale da unire nuovamente quei due libri. A malincuore lo aiutai. Feci il mio lavoro e non sfidai nuovamente il Destino. Nonostante questo, non andò come sperai. Ancora una volta fallii nell'impresa, ancora una volta non ero riuscita a modificare le scritte di un libro. Non so a cosa fosse dovuto, ma come ogni volta che fallivo, anche stavolta il mio incarico mi fu sottratto piuttosto bruscamente. 

Ne soffrii notte e giorno, ormai il mio cuore rispondeva solo a lui. Lo stesso cuore che non provava sentimenti prima ora batteva per qualcuno. Pregai il Destino con tutta me stessa, lo supplicai di ridarmelo, eppure stavolta non rispondeva, il silenzio più totale era il mio unico compagno. 

Nonostante questo non mi diedi per vinta. Qualcosa dentro di me si ruppe all'improvviso, mille domande iniziarono ad uscire come un treno in corsa dalla mia mente. Perché io? Perché ero stata scelta? Perché non mi lasciava in pace? Perché non potevo essere una Protagonista? Sapevo per certo che esistessero altri scrittori, allora perché gli servivo anche io? Non poteva farlo qualcun altro il mio lavoro? Perché no? Chi mai mi diceva di no? La verità è che nessuno mi diceva di no.

Presi tutto il mio coraggio, impugnai la mia fedele penna da Scrittore e iniziai a scrivere. Non potevo scrivere sul mio libro, ma potevo scrivere su della carta normalissima. Scrissi una lettera, qualcosa che avrebbe potuto cambiare le scritte del mio libro in modo passivo. Era dedicata a lui, all'unica persona che non potevo permettermi di perdermi. Non potei consegnarla a mano, quindi incaricai un altro Scrittore per farlo al posto mio. La lettera arrivò a destinazione, ma non ottenni risposta. Capii che Destino stava ancora cercando di ostacolarmi. Ma non potevo permetterglielo ancora, stavolta non avrebbe vinto. Il tempo sembrava andare a rallentatore mentre camminavo verso il mio libro. Lo presi finalmente in mano e forzai e scritte. In quel momento sentii qualcosa dentro di me rompersi, poi una calma improvvisa. Era finita, non sentivo più il bisogno impellente di risolvere le storie degli altri. Finalmente dovevo preoccuparmi solo della mia. Finalmente ero anche io una Protagonista.

Mi presi la mia vita, decisi di vivere e mai più presi in mano una penna da Scrittore. 

Avevo finalmente capito tutto: tutti noi nasciamo Scrittori, ma decidiamo fin da bambini di essere protagonisti. Ci prendiamo la nostra vita senza aspettare che ci venga data. Poi qualcuno cambia idea strada facendo e la lascia di nuovo.

Avevo finalmente capito che io non avevo mai provato invece a prendere la mia vita.

Avevo finalmente capito che lei è sempre stata davanti a me.

Mi bastava allungare la mano.

E io, finalmente, l'avevo allungata.

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