Spesso s'incontra il proprio destino nella via che s'era presa per evitarlo.

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-Spesso s'incontra il proprio destino nella via che s'era presa per evitarlo.



Quella mattina di metà Marzo, sembrava regnare il caos più totale in casa Katsuki-Chulanont.

Sforzandosi di mantenersi calmo e gestire i due esagitati, Phichit inspirò profondamente, stringendo i pugni, sforzandosi di in urlare.

Proprio non capiva come diavolo fosse possibile tanto casino?

Quello che in teoria doveva essere agitato era lui! Era lui quello a a dover partecipare ad un importante mostra di fotografica. Allora perchè i due Katsuki giravano per casa come trottole?

"ADESSO BASTA!" Urlò al limite. "Yuuri! Finisci di vestirti! Penso io a Vicky!"

"M-ma... I-io..." Balbettò aggrottando le sopracciglia scure.

"Sbrigati! O ti lascio qui e me ne vado!" Sbottò con tono, un po' troppo serio.

Giù di corda, il moro si chiuse in camera, andando a prepararsi, mentre il ragazzo si occupava della piccola bimba pestifera che adesso lo fissava stirando un immenso sorriso.

"Delle volte mi fai paura piccola mia!" Il ragazzo inspirò, incrociando quegli occhietti azzurri, velati da un alone di furbizia.

Circa un ora dopo, il trio potè decretarsi pronto.

Uscirono di casa, frettolosamente. Yuri indossava un jeans blu non troppo aderente, snikers bianche e un maglioncino dalla quale sbucava fuori il colletto della camicia bianca, cappotto blu e sciarpa. Tenendo in spalla una borsone con il cambio d'abiti e la figlia stretta tra le braccia.

Viktoria era adorabile: I capelli chiarissimi legati in due piccole trecce, il berretto bianco con due grossi pon poi bianchi hai lati del berretto, sciarpetta e guanti abbinati, un giubbino turchese di Frozen e sotto un vestitino un camicina di jeans blu abbinata con una gonna bianca a ruota con vari strati di velo luccicante e una fascia elastica blu in vita e stivalino basso nero lucido.

Anche se piccola, lo scricciolo possedeva già parecchio buon gusto e Yuuri adorava viziarla.

Leggermente sovrappensiero, Phichit camminava a con passo svelto, stringendo tra le mano un enorme borsa, con i suoi album fotografici, nel caso qualche esperto chiedesse le sue referenze, avvolto in un bel completo casual, con pantalone beige cargo, camicia bianca e gilet. E sopra un bel cappotto scuro e mocassino nero lucido.

Doveva pur fare la sua bella figura. No?

*

Giunti alla galleria fotografica, il giapponese lasciò la figlia gironzolare un poco, ma sempre sotto il suo sguardo attento, dando uno sguardo alla mostra allestita dal corso di fotografia dell'università.

Era uno spettacolo davvero affascinante. Tantissime immagini ritraenti sfondi tutti differenti tra loro: paesaggi vari, persone, oggetti e poi... Loro.

Yuuri sgranò gli occhi scuri, nel vedersi protagonista di una di quelle foto, mentre sorrideva tenendo in braccia sua figlia, che a sua volta gli sorrideva con le sue guanciotte paffute, stringendo tra le manine una margherita.

Ricordava quell'episodio: Erano al parco, una domenica mattina di Giugno di un paio di anni fà, quando Vicky aveva 2 anni.

Sorrise emozionato, nel vedere la sua principessa così piccola e adorabile, con un sorriso meraviglioso stampato in volto, mentre imparava a conoscere il mondo. E lui... Così innamorato della sua piccola, gli sorrideva ricambiando quegli splendidi e vivaci occhi azzurri.

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