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Il suono dei passi si fa sempre più vicino, ed Hinata non ha bisogno di alzare lo sguardo dalle sue ginocchia, per sapere chi è.

"Vattene." soffoca la parola nelle braccia, cercando non far trapelare il fatto che abbia appena pianto. Sa, però, quanto sia inutile, perché Kageyama ha visto delle lacrime rigargli le guance, prima di uscire dalla palestra.

Non riceve risposta, né sente i tonfi dei passi.

Il mondo è silenzioso, attorno a loro, tranne per il vento che scuote le chiome degli alberi. Nessun altro studente si sta nascondendo dietro la palestra, eccetto loro. Hinata tira su col naso più forte del previsto. Si sente patetico. "Per favore, vattene."

"No." si decide, infine, a rispondere, Kageyama; e Shoyo è sicuro che non abbia mai voluto, in tutta la sua vita, prendere a pugni qualcuno più di quanto lo voglia in questo momento. Nonostante ciò, però, percepisce la rabbia defluire dal suo corpo, mentre gli rimane solo la sensazione di vuoto che aveva fatto capolino dopo le precedenti parole pronunciate dal corvino.

Sente un fruscio proprio al suo fianco, ma non alza lo sguardo. Kageyama si è seduto accanto a lui, nell'ombra del grande albero alle loro spalle. È teso, e non emette suono per qualche momento. "Scusa." pronuncia, infine.

Hinata sbatte le palpebre, il volto ancora nascosto tra le gambe portate al petto. Ha sentito bene? "Eh?"

"Mi dispiace." la sua voce roca, stavolta, sembra diversa da come lo è stata solo pochi minuti fa, riecheggiando nella palestra. Sembra abbia una punta di imbarazzo, forse anche di pentimento, a renderla diversa da prima. È quasi spezzata, in un modo che Shoyo non ha mai sentito. "Non lo intendevo."

Hinata non può fare altro che continuare a tacere: non sa che parole usare, in questa situazione.

"Ovviamente voglio essere al tuo fianco ai mondiali. Hai il potenziale per arrivare più in alto possibile, davvero." Shoyo alza un poco la testa, non incontrando ancora il suo sguardo, mentre Tobio recupera un bastoncino situato al lato della sua caviglia e lo trascina a terra, tracciando linee imprecise e figure astratte.
"Mi dispiace tanto, Hinata."

Uscendo definitivamente il suo nascondiglio di braccia e gambe, il rosso s'asciuga gli occhi e si volta completamente verso l'amico. "Fammi qualche altra alzata e comprami un panino da quel posto dove andiamo dopo gli allenamenti e, forse, avrai il mio perdono."

"Idiota." mormora, Kageyama. Il tono è quasi rassegnato, ma non c'è traccia di sentimento negativo, all'interno di esso: l'ombra di un sorriso ad occupare metà del suo volto.
È decisamente sollevato.

Il sole di fine estate splende all'orizzonte. È sera, la temperatura si è abbassata e l'allenamento è appena giunto al termine. Shoyo si sposta piano, posizionandosi un po' più vicino all'altro. Forse lo sta solo immaginando, ma può giurare di notare le labbra di Tobio incurvarsi appena di più verso l'alto.

Per sempre è tanto tempo, ma non mi dispiacerebbe passarlo al tuo fiancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora