Quella famosa cena

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Era un giorno di maggio, di quelli in cui piove, di quelli che iniziano con la mattina fredda e il pomeriggio caldo. Raffaella si presta a prendere l'autobus diciannove, della linea rossa, per recarsi a cena dai suoi. Non ha molta voglia di andarci in realtà, ha in testa un tema che vorrebbe consegnare il lunedì e, come sempre, vuole sia perfetto.

Arrivata alla villa, viene accolta da Gianluigi, il maggiordomo-tuttofare.

<Buona sera signorina Raffaella. Come procedono gli studi?> chiede con aria sincera.

<Chiamami Ella, ci conosciamo da quando ero bambina.> termina con un sorriso che compiace più di un saluto.

Con qualche balzo e saltello, entra nel portone di casa. Come abituata a fare, senza pensarci, lancia le scarpe all'entrata e con le ghette nere ben in vista entra nel salone principale. Vede subito suo padre, sente sua madre che la saluta dalla cucina. Un grande abbraccio al vecchio, che la alza di qualche centimetro e la fa roteare come quando era bambina e in quel momento, li vede.

Robert e Flavio, due vecchi compagni di scuola. Subito, imbarazzata, si stacca da suo padre. Il suo pensiero, oltre che rivolto alla figuraccia sull'abbraccio, lo è anche perché è scalza.

- Mio dio! Le scarpe porca... - interrompe il suo pensiero in quanto stupita di sé stessa per aver cominciato a dire una parolaccia.

Subito corre a mettersi le scarpe, poi con aria quasi disinvolta li saluta con sufficienza. Sente un calore salirle dal ventre, non capisce quasi cosa sia, eppure si è già trovata in situazioni simile, ha già avuto un ragazzo e ha già fatto, cose. Non si capacita di quanto le sta succedendo, pensa e ripensa e forse è solo lo sbalzo di calore delle giornate di maggio.

La cena inizia e prosegue bene, ma Ella ha per tutta la serata dei blocchi mentali. Di fronte a lei c'è Robert e Flavio, uno accanto all'altro. Ben diversi da come li ricordava, non riesce a non pensare a quando erano piccoli e giocavano con lei in piscina e, proprio questo ricordo la assilla per tutta la cena. Non riesce a togliersi dalla mente la curiosità di immaginarseli ora, nudi davanti a lei.

- Riprenditi Ella! Cosa ti succede?! Io non sono così, non sono una troietta! - di nuovo si stupisce di sé stessa.

Eppure, subito dopo il suo pensiero, una scena di pochi istanti la rasserena, vede il suo viso riflesso in una teiera di metallo. Un sorrisetto malizioso fatto appena dopo il suo pensiero.

Tutto è cominciato quella sera, con quel sorrisetto.

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