XI

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Sta evitando Louis da una settimana e tre giorni. Se ne vergogna? Abbastanza.

Da quel quasi bacio non ha voluto rischiare di incontrarlo e farsi sputare in faccia quanto sia stato uno sbaglio e che non riaccadrà mai più. Non è pronto a farsi parare di fronte la verità. Quindi ha preferito restare chiuso in casa e uscire solo la mattina per andare a scuola. Ha evitato le domande di Niall sul perché non si riunisse più col branco e quelle volte in cui il biondo ha insistito ha semplicemente inventato che sua madre non sta per niente bene e non vuole lasciarla solo.

Si sente un cretino e probabilmente lo è.

Sbuffa pesantemente, stringendosi di più nella felpa viola che indossa mentre esce per buttare l'immondizia. Sua madre si ricorda sempre tardi di dargli ordini e costringerlo a eseguirli. Alza gli occhi al cielo, posando il sacco nero vicino alla cassetta della posta e poi si copre le mani con le maniche lunghe. Si ferma un attimo a guardare il cielo scuro e privo di stelle a causa delle nuvole che le coprono e stira le labbra in un sorriso tranquillo. Abbassa gli occhi quando si sente osservato ed effettivamente scorge in lontananza una figura scura e molto alta leggermente nascosta nelle piante. Assottiglia gli occhi: non è decisamente un lupo, a meno che anche loro riescano a stare perfettamente eretti. Rabbrividisce e si passa forte le mani sulle braccia in un tentativo di scaldarsi e farsi passare quella pelle d'oca. Lancia di nuovo uno sguardo verso quel punto e nota l'ombra ancora lì, non si è mossa di un centimetro. Spalanca le palpebre e si gira velocemente, correndo quasi dentro casa. Chiude a chiave la porta, serra le tende pesanti e sale le scale con foga urlando alla madre di chiudere bene la finestra quando andrà a dormire. Non sa chi sia quella figura, non crede di essersela immaginata ma è meglio non rischiare. Soffia dalla bocca e chiude gli occhi appena sbatte la porta della camera alle sue spalle.

"Che strano." Borbotta, cercando l'interruttore della luce.

Appena lo trova la lampadina calda illumina tutta la stanza ed Harry si trova nuovamente a spalancare gli occhi con stupore.

"T-tu, cosa ci fai qui?" balbetta, guardando l'uomo di fronte a sé che lo sta fissando con un cipiglio.

"Sei scomparso, volevo controllare che nessuno ti avesse strappato il cuore dal petto."

Romantico.

"Louis, come sei entrato?" soffia, massaggiandosi stanco il ponte del naso.

"Dalla finestra, ovviamente." ruota gli occhi con scherno "A proposito dovresti chiuderla meglio, potrebbero entrare ospiti indesiderati."

"Tipo te?"

"Tu entri sempre a casa mia senza invito." Incrocia le braccia al petto "O almeno entravi." Sussurra, senza guardarlo.

"Che hai detto?" purtroppo non ha il super udito e anzi, se deve dirla tutta, non ci sente nemmeno benissimo dall'orecchio sinistro.

"Niente, fai più attenzione." Muove il polso con noncuranza, sedendosi sulla sedia girevole davanti alla scrivania "Come sta tua madre?"

"Bene, perché dovrebbe stare mal-." Si blocca, schiaffeggiandosi la fronte "Sono un'idiota." Mugola, non avendo il coraggio di guardarlo negli occhi dopo la sua confessione.

"Sì, lo sei." Sorride sadico, prendendo una penna adornata da un batuffolo di piume rosa e guardandola storto.

È davvero un ragazzino.

"Lo sapevo che non sta male." Gli spiega, guardandolo ora serio "Perché hai mentito?"

"I-io..." come può dire la verità? Deve dimostrarsi uno stupido moccioso di fronte all'uomo per cui ha una cotta? Non ci pensa proprio "Non mi andava di avere gente intorno e sai, voi siete veramente tanti." Ride falsamente, grattandosi il retro del collo.

Louis socchiude le palpebre, squadrandolo "Stai mentendo."

"Non è vero."

"Sono un lupo mannaro, lo hai dimenticato in questa settimana in cui mi hai ignorato? Posso sentirle certe cose." Va bene, quello non doveva dirlo. E specialmente quando vede gli occhi verdi brillare con entusiasmo capisce che deve chiudere la bocca.

"Lo sapevo che ti piace la mia compagnia." Esulta avvicinandosi a lui "Ti sono mancato, Lou?" sussurra piano.

"Non chiamarmi così." Ringhia, fermandosi quando lo vede a pochi centimetri da sé "Cosa stai facendo?" deglutisce.

"Mi dispiace che ti abbia fatto stare in pensiero." Bisbiglia facendosi sempre più vicino. Si ferma un attimo, aspettando che il castano lo blocchi in qualche modo o dia segno di essere a disagio e quando non vede niente di tutto ciò si butta. Si siede a cavalcioni sul più grande, posando le mani sul suo petto e guardandolo docilmente.

Louis vorrebbe scomparire all'istante. Perché quel ragazzino sta facendo questo e perché gli sta causando un'erezione che non riesce a controllare. È un uomo adulto di venticinque anni e non può avere questa reazione da adolescente in piena crisi ormonale.

"Harry..." cerca di dire, stringendogli i fianchi.

"Vuoi che mi sposti? Basta dirlo e lo farò." Sbatte le ciglia, stringendo la sua maglia con le dita fredde.

Louis lo guarda, per attimi interi secondi. Harry trema al pensiero che possa alzarsi e scappare il più lontano possibile da lui.

"Oh, fanculo." Dice alla fine, buttandosi voracemente sulle labbra secche e arrossate dal freddo di Harry. Si aggrappa a lui, se lo preme addosso e lo bacia con passione famelica.

Il più piccolo inizialmente sobbalza, non aspettandosi quella presa di posizione, ma si riprende subito lasciandosi andare contro quelle carezze poderose e quei baci che lo fanno sciogliere come una panna cotta fuori dal frigo.

Louis gli avvolge le braccia intorno alla schiena, facendo finire le mani grandi e calde sul suo stomaco. Sente il tessuto della felpa aggrovigliarsi e non può evitare di pensare di voler sentire la sua pelle nuda e non quello stupido tessuto.

Gli lecca le labbra e gli morde la lingua che slitta veloce con la sua. Le sue orecchie sono invase da piccoli mugolii del riccio e può giurare che potrebbe sentire solo quello per tutta la sua vita.

Un lungo ululato squarcia il silenzio di quella notte così tranquilla ed Harry riconosce quel suono come molto simile a quello che ha sentito al loro primo incontro.

"Devi andare." Dice infatti, separandosi leggermente ma non allentandosi troppo per evitare che quella sotto specie di abbraccio in cui il castano lo ha rinchiuso si sciolga.

"Sì." Sussurra, fissandogli ancora le labbra lucide grazie alla sua stessa saliva.

"Potrebbe essere qualcosa di importante." Ridacchia quando l'altro prende a baciargli morbidamente il collo "Va." Infila le mani nei suoi capelli setosi e sospira.

"Hai ragione." Sbuffa scollandosi dopo un ultimo bacio.

Harry si alza velocemente, sistemandosi la felpa sul cavallo dei pantaloni particolarmente evidente ed arrossisce leggermente quando nota che il più grande non è messo meglio.

"Non cacciarti nei guai mentre non ci sono." Gli lancia un ultimo sguardo, prima di buttarsi dalla finestra e sparire nella strada buia lasciando il riccio solo e confuso- ed eccitato- in quella camera. 

Through the dark | l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora