2. Beer pong

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"Devi farlo proprio ora?"

Louis sogghignò. Si spinse indietro fino a sfiorare il pavimento con la schiena, e poi si rispinse in avanti, piegandosi verso le ginocchia, tenendo i piedi piantati fermamente al pavimento.

Non era obbligato a fare ciò, visto che tutti gli atleti della scuola avevano accesso alla palestra 24 ore su 24. Semplicemente provava piacere a infastidire il suo coinquilino.

O per lo meno, Harry era quasi sicuro che questo fosse il motivo per cui Louis continuava a farlo. Eh si, forse non ogni singola cosa che faceva il liscio era fatta apposta per far ribollire il sangue del più giovane, ma il risultato era comunque quello. E in più lo distraeva.

Harry stava provando a scrivere il suo saggio così da poter passare il resto della serata a guardare qualche serie sul suo computer. Ma Louis grugniva, sudava e respirava pesantemente, facendo sì che Harry non riuscisse a concentrarsi per copiare le parole dal foglio al computer.

Stava per rinunciare quando improvvisamente qualcuno bussò alla porta. Harry si girò, con le dita sospese sulla tastiera, e Louis urlò "Avanti!" mentre continuava a fare i suoi addominali, il che ammettiamolo, era notevole, dal momento in cui probabilmente Harry, al posto suo, sarebbe stato troppo impegnato ad ansimare per parlare.

E bisogna anche aggiungere che Louis era estremamente in forma. Il che probabilmente era la sua unica qualità. O almeno, questo era quello che Harry pensava.

La porta si aprì e Liam fece il suo ingresso nella stanza, vestito diversamente da come Harry l'aveva visto per tutta la settimana. D'altronde, era la solita routine di Liam. Tra lunedì venerdì, si rifiutava di radersi, faceva a malapena la doccia, e girava sempre con gli stessi pantaloni, con i capelli spettinati ficcati sotto ad un cappellino. Ma poi, il venerdì sera, si radeva e si acconciava i capelli, cambiava i vestiti indossando camice perfettamente stirate e jeans stretti, passando da barbone a ragazzo della porta accanto nel giro di un paio d'ore.

"Hey" lo salutò Harry. "Che c'è?"

Liam chiuse la porta dietro di sé e scavalcò Louis per raggiungere il letto dell'amico. "Sono venuto a salvarti dal mondo accademico. Ho pensato che ti servisse una pausa, e so che non la prenderesti da solo, quindi datti una mossa. Finisci quello che stai facendo e preparati. Usciamo!"

Louis sbuffò, ma Harry decise di ignorarlo. "Usciamo dove?" chiese.

"C'è una festa" rispose l'amico.

"Io non vado alle feste" puntualizzò Harry. Non ci trovava nulla di interessante, ad essere onesti. L'ultima volta che ci era andato aveva perso Liam e Zayn tra la folla, qualcuno gli aveva rovesciato addosso della birra e aveva passato il resto della serata in un angolo, pregando che i suoi amici arrivassero a salvarlo. O sperando che qualcuno provasse a parlare con lui, ma tutti lo ignoravano, come sempre.

"Perchè non sei mai invitato" lo derise Louis. Aveva iniziato a fare le flessioni ora. Su una mano sola. Esibizionista.

"Bè stasera è stato invitato" sibilò Liam a denti stretti per poi girarsi verso Harry. "Ignora gli effetti collaterali degli steroidi sul tuo pavimento. Vieni con noi. Zayn vuole che tu venga, e nessuno può dire di no a Zayn."

Harry alzò gli occhi al cielo. Non voleva essere il solo a non andare. Non voleva passare il giorno seguente in sala comune ad ascoltare Liam borbottare a proposito della sua sbronza e Zayn raccontare delle loro divertentissime avventure da ubriachi. "A casa all'una massimo?" contrattò.

"Promesso" Rispose Liam posando la mano destra sul cuore "Croce sul cuore."

Harry salvò il documento sul computer e lo spense.

Not Happening - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora