Dove eravamo rimasti? Ah si.
Vi stavo raccontando di quello che Call vide quando entrò in una di quelle stanze probabilmente d'ufficio.
Inguardabile sarebbe l'aggettivo giusto per descrivere quella vista.
Un uomo morto accasciato sulla sedia vicino alla scrivania era legato agli arti con delle corde.
Il suo viso era deturpato.
La sua bocca cucita e i suoi occhi fuori dalle orbite, il bulbo non c'era fuoriusciva solo il nervo che lo sosteneva.
Sui muri della stanza una sola scritta destò la sua attenzione: "Lavora porcellino o muori".
La scelta non fu libera a quanto pare per questa povera anima.
Riuscì anche a capire da dove proveniva il primo suono che rimbombava da tutte le stanze, erano i telefoni che per qualche strano motivo, erano in vivavoce con le cornette fuori posto, e segnavano la linea come continuamente occupata.
Frugò nei cassetti della scrivania ed ecco che riuscì a scovare un documento.
L'impazienza divenne padrona, Call non esitò ad aprirlo, iniziò a leggere, era una sorta di diario, una frase ottenne la sua attenzione: "Non ne posso più, mi obbligano a dormire anche quando non voglio, mi usano come cavia, e non fanno altro che maltrattarmi, ho la nausea e sento strani rumori. Forse sto impazzendo? Non voglio dormire, questo è certo..." .
Questa frase gli tornò alla mente, era la stessa frase che lesse nella nota che trovò nella sala iniziale.
Iniziò a chiedersi per quale motivo di due fogli che trovò tutte e due parlavano della stessa cosa.
Qualcuno stava facendo qualcosa di inspiegabile perfino per una mente acuta come quella di Call.
Una cosa era certa però, un nuovo tassello della sua indagine era allo scoperto, e presagiva soltanto che la situazione non poteva migliorare.
Andò via da quella stanza il più veloce possibile, la puzza di quel cadavere era troppo forte per poter restare li dentro.
Continuò a controllare le altre stanze, quando a un tratto avvicinandosi ad un ufficio vicino ai bagni sentì un rumore assordante, come di qualcosa che pesantemente era caduto in terra.
Si precipitò in quel bagno, effettivamente qualcosa era davvero cascato, un altra scena sanguinolenta si destava anche li dentro.
La finestra di filtraggio dei condotti dell'aria era caduta.
Era stata letteramente appallottolata, quasi fosse morbida mollica.
Il sangue colava dal condotto e scendeva lungo una grande trave di legno che era stata usata da qualcuno come rampa.
Qualcuno aveva usato come via di fuga il condotto oppure stava preparando una trappola? Call era dietro al cacciato o al cacciatore? Quante domande, vero? Ma presto lo scoprirete a vostre spese..
Nella sua temerarietà c'era soltanto una piccola falla.
Il suo tallone d'achille era la claustrofobia, beh inutile dirvi che salire in un condotto d'aria non è molto piacevole per me pensate per lui.
Quindi decise, dopo un bel respiro profondo, di affrontare la sua paura, il cuore in quell'istante gli batteva a mille, ma la sua fame di conoscenza lo spinse a prendere una rincorsa e usando la trave come rampa si scaglio verso lo sportello aperto del condotto.
Fu dentro con un balzo quasi felino, ma qui iniziarono a sorgere i problemi, sentiva forti rumori venire dal fondo del tunnel, molto insistenti.
Qualcuno si stava muovendo.
Prese forza e iniziò il suo percorso per raggiungere l'altra apertura, camminando sentì qualcuno correre al di sotto di lui, e spiando da una fessura riusci a scorgere qualcuno che quasi piangendo si chiuse in una delle stanze degli uffici che visitò precedentemente.
Poi il silenzio.
Il rumore nel condotto aumentava ad ogni passo che faceva e la sua paura lo rendeva davvero provato, la sua fronte sudava, il fiato si affannava sempre di più e il suo battito era talmente forte che quasi era udibile all'esterno, le sue mani tremavano ad ogni avanzata.
Giunse infine allo sbocco del tunnel, si lanciò fuori sospirando soddisfatto.
L'area stavolta era ben diversa, penso fosse finito al primo piano sovrastante l'atrio del manicomio.
Un enorme stanza a ferro di cavallo si sopra elevava sull'atrio che era visibile dalle grandi vetrate che erano lungo tutta la parte interna.
Si spostò lungo la stanza e a un certo punto si trovò a un bivio.
Difronte ad esso una scelta incombeva.
Una porta chiusa o una specie di fessura creata da mobili che serravano il passaggio.
Dalla porta nessun rumore, niente trapelava cosa ci fosse dietro, mentre nella fessura altro sangue scorreva lungo il pavimento.
Non fece una scelta.
Si attenne a esaminarle entrambe.. si avvicinò alla porta, l'aprì di scatto, un urlo sobbalzò nella stanza, I tuoni ampliarono il fragore di quello strillo al momento giusto, al muro un corpo appeso e totalmente mutilato grondava fluidi corporei e sangue.
Era ancora in vita, si avvicinò.
Un gemito balzò fuori dalla bocca del mutilato, guardò Call con gli occhi che erano pieni di tagli e con una voce ormai priva di forze si trapelò: "Sei ancora in tempo, va via da qui, loro non sono normali." , prese fiato e dopo un momento di silenzio, degluti e poi urlò: "Fuggi! Stanno arrivando! Chiudi la porta e scappa!".
Intimorito sempre più da quelle parole lasciò il corpo ormai senza fiato in quella stanza e chiudendo la porta in modo brusco scelse di scappare attraverso la fessura.
Quelle macchie di sangue prima o poi dovevano portare a chi le aveva perse o create. Si strinse bene e cerco di passare attraverso la fessura quando qualcuno in corsa gli urlo da dietro: "eh porcellino.. porcellino.. dove cerchi di andare?"
Call non vide altro che un ombra gigantesca, era qualcosa di veramente possente, ma lentamente i suoi occhi si chiusero. Quell uomo gli aveva assestato un bel colpo al collo e dopo pochi secondi svenne a terra scivolando lungo la fessura.
E fù buio completo.
Il silenzio adesso pervadeva quella stanza, Call non sentiva più nulla ma aveva la sensazione che qualcosa lo stesse trasportando da qualche parte.
Chi era quell uomo, ammesso che fosse ciò ? Aveva un nesso con la frase che Call trovò nel muro dell'ufficio?
STAI LEGGENDO
Nessuno Fuggirà (Volume 1)
Misterio / SuspensoLa vita di un investigatore privato verrà sconvolta da un indagine che svelerà l'agonia della sua vita. Tutto ciò che circonderà la sua vita non sarà altro che sangue e paura. L'irrazionalità ne farà da padrona. Sara la sua mente a salvarlo? Capire...