物の哀れ ~ Mono no aware ~ DaiSuga ~

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⚠️Disclaimer⚠️

Questa One Shot contiene un linguaggio scurrile e/o volgare, con la presenza di scene di sesso poco esplicite, per tanto non è andata ai minori.

Ci tenevo a ringraziare x_XXXTENTACION_x per avermi dato modo di riflettere su una coppia con così tanta potenzialità!
È la mia primissima One Shot sulla DaiSuga, ed è solo grazie a te se alla fine questa storia ha visto la luce!
Spero ti piaccia ❤️

Detto questo BUONA LETTURA ❤️
Vi aspetto nei commenti, alla fine della storia!

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~ Daichi x Sugawara ~



物の哀れ

Mono no aware.


Parole: 9484.



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物の哀れ

"Mono no aware" indica un concetto estetico giapponese.
Non ha una vera e propria traduzione letterale, poiché non traduce una frase, bensì cerca di esprimere una sensazione.
La sensazione un po' triste e malinconica che si avverte quando si vive un momento di grande felicità, ma che si sa essere effimero e destinato a concludersi presto.
Indica un grandissimo coinvolgimento emotivo, che potremmo trasporre come pathos.


*


Tokyo è sempre stato il luogo che da bambino non vedevo l'ora di visitare.
Quando partivamo in macchina, con fuori il cielo ancora buio e l'aria fredda di una nottata passata nel silenzio, non stavo nella pelle.

Ero il primo a mettermi sul sedile posteriore della vecchia utilitaria di mio padre, stringendo fortissimo il mio peluche rattoppato.
Disegnavo con le punte delle dita sul vetro del finestrino, ovviamente dopo averci alitato sopra, lasciando che i miei polpastrelli scorressero rapidi su quella condensa, prima che la mamma potesse rimproverarmi.

Fuori era ancora buio, e nonostante i visi dei miei genitori fossero assonnati, io disegnavo sempre il Sole.

Oramai era il mio portafortuna, una sorta di rito di buon auspicio, che ci avrebbe fatti arrivare a Tokyo sani e salvi.

Quando ero piccolo, visitare i miei cugini di Tokyo, partendo dalla periferia di Miyagi, mi sembrava come attraversare l'Oceano.
Sembravano lontanissime le luci della città, e la loro casa, sembrava non arrivare mai.

Così, mentre sonnecchiavo con la testa appoggiata al vetro, immaginavo lo scorrere delle campagne che lentamente lasciavano il posto alla grande Metropoli.

Tokyo è sempre stato un posto magico per me, che mi ammaliava con il suo fascinoso progresso ed il suo radicato folklore.
Si, perché ogni angolo di Tokyo mi sembrava immerso in un fluido di misticismo, di un etereo senso di tradizione e spiritualità.

Ma all'epoca, quando ero solo un bambino, mi lasciavo spaventare dalle storie che i miei cugini mi raccontavano, quando ci riunivamo tutti nello stesso futon.

M'impressionavano quei racconti: di mostri, di demoni, di spiriti maligni e quant'altro; ma nonostante tutto, ero sempre super eccitato quando iniziavano a parlare.

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