7.

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Il resto della giornata passa tra chiacchiere e giochi da tavola.
Oggi a sparecchiare tocca a me e a Mia, mentre a lavare i piatti tocca a Declan e Jenny. Così hanno voluto i bigliettini oggi.

-Non è possibile dormire nel tappeto di camera vostra oggi, vero? Giuro che non disturbo.- chiedo a Mia.
-Mi dispiace amica mia, dubito che Julian sia d'accordo.- risponde ridendo.
-Maledetto.- dico mentre porto i piatti nel lavandino.
-Posso stare da voi?- propongo a Dec e Jenny con entusiasmo.
-Direi proprio di no.- dice Declan ridendo.
Stronzi.
-Ecco come trattate le amiche in difficoltà. Me lo ricorderò quando mi chiederete di fare da babysitter a vostri figli. Stronzi.- dico mentre gli punto il dito contro.
-Stai cercando di contrattare per non dormire con me?- dice Joaquin ridendo mentre sta appoggiato sullo stipite della porta.

Ma questo sta ovunque?
-Si.- dice Declan ridendo, meritandosi cosi un colpo da ognuna di noi.
-Aia! Ma siete sceme?- dice guardandoci male.
-Dai muovetevi, cosi possiamo iniziare a guardare il film.- propone Mia portandomi via dalla cucina.

Dopo aver guardato 2 horror decidiamo di andare a coricarci.
Una volta in camera Joaquin va a farsi la doccia mentre io mi corico. Quando viene a coricarsi ha solo i boxer, ma questa volta non dico niente.
-Oggi non ti lamenti perché ho solo i boxer?- dice apposta per farmi innervosire.
Decido di non rispondere e di andare a lavarmi i denti nella speranza che mi lasci stare.
Ovviamente no.
-Ti sei già abituata alla mia presenza?- continua seguendomi.
Continuo a non rispondere.
-Vuoi fare il gioco del silenzio?- chiede.
Non rispondo nemmeno questa volta.
-Senti arrangiati, anche meglio se stai zitta.- dice infine, per poi coricarsi dandomi le spalle.
Fottiti stronzo, vorrei dire. Ma non cederò.

Passano cosi i 5 giorni successivi, lui che prova a farmi arrabbiare, io che mi comporto come se lui non esistesse.

É notte, siamo seduti in cerchio giocando a monopoli, quando il mio telefono squilla.
É Gabriele.
-Scusate, torno subito. Voi continuate pure.- dico alzandomi per allontanarmi.
Una volta essermi assicurata di essere abbastanza lontana rispondo.

-Cosa vuoi?- dico in tono freddo.
-India, mi manchi. Quando prendi il volo per tornare qui? Voglio vederti.-dice lui.
-Non prenderò nessun volo e io non ti voglio vedere. Finisce qui il discorso.- dico.
-Se non torni tu, vado io li a Roma. Abbiamo condiviso tanto; tu mi ami ancora, lo so. Torna con me ti prego. Se torni con me la lascio giuro.- dice.
-No, non ti amo più da molto tempo ormai.- rispondo io
-Allora me lo dimostrerai quando arriverò lì. Prenderò il primo volo disponibile.-
-Non ti scomodare. Tra l'altro sono fidanzata, quindi risparmiati il viaggio e stai con la tua fiamma. Addio.- mento.
Non chiedetemi perché l'ho fatto. Forse cosi l'ho convinto a non venire. Ma se c'è una cosa che so di Gabriele è che non si fermerà qui, vorrà verificare di persona.
Sono una merda, ed ecco che le lacrime iniziano a scendere.
Corro in camera, non ho più voglia di giocare. Mi è passata la voglia di fare qualsiasi cosa.

Inaspettato -Joaquin CorreaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora