11.

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Sono appena uscita dalla doccia quando mi arriva un messaggio da Marika, la ragazza di Gabriele.
"Passeremo da voi alle 20.00, Gabry dice di decidere voi quello che volete fare. A dopo gioia."
Stronza lo fa per farmi incazzare.
Esco dal bagno incazzata nera e trovo Joaquin a guardarmi divertito.
-Tu non eri giù con gli altri? Perché sei qui ora?- dico arrabbiata.
-Calmati, sono venuto solo a prendere il caricabatterie.- risponde annoiato. Passa qualche secondo ad osservarmi e poi dice: -cosa ti ha scritto per esserti arrabbiata cosi tanto?-
Ma che è un veggente?
-Come fai a saperlo tu?- chiedo
-Sei uscita dal bagno incazzata nera, tieni quel telefono cosi forte che rischi di rompere lo schermo e sembra proprio che tu abbia voglia di strangolare qualcuno. Quindi ripeto: cosa ti ha scritto?-
-Dice che vengono oggi alle 20.00, di decidere noi cosa fare e ha concluso con " a dopo gioia". Lo fa per farmi incazzare.-
-E ci riesce molto bene.- mi interrompe lui
Ha ragione, le sto dando ciò che vuole.
-Se vuoi che questa cosa funzioni devi essere più sicura di te. Devi riflettere prima di reagire e non devi dare peso alle cose che diranno. Sai che lo fanno per vederti cosi.-
Ha di nuovo ragione, ma questa situazione mi rende molto nervosa. Io e Joaquin non ci stiamo per niente simpatici, come possiamo fingere di essere fidanzati?
-Non funzionerà. Non ci sopportiamo, non ci piace passare tempo insieme, non è possibile che funzioni. Sono sicura che già al secondo giorno ti stuferai e mi lascerai nella merda più totale.- dico sicura.
-Io lo faccio perché sarà molto divertente costringerti a starmi attaccata anche quando non vuoi.- dice con un sorriso da stronzo.
Bastardo, dovrò passare le pene dell'inferno. Ma ben venga se questo mi aiuterà ad allontanare Gabriele una volta per tutte.

Abbiamo deciso di invitarli qui a cena, in modo che ci possano essere pure tutti gli altri. Mi sentivo più tranquilla così.
Una volta arrivati ci mettiamo a fare aperitivo.
-India, da quanto state insieme tu e il bel giocatore?- chiede Marika interessata.
Da quando siamo arrivate non gli ha tolto gli occhi di dosso, non che la cosa mi dia fastidio.
No, in realtà mi da molto fastidio. Vuole prendere tutto ciò che è mio. Joaquin è mio, anche se per finta.
Durante tutta la cena passano il tempo a fare i simpaticoni con i miei amici e la cosa inizia a farmi imbestialire.
-È ora del dolce.- dico sorridendo mentre mi dirigo verso la cucina, solo per potermi allontanare da loro.
-Aspetta, ti aiuto.- dice dolcemente Joaquin.
Una volta arrivata in cucina mi appoggio al lavandino, cercando di calmarmi.
Joaquin mi fa voltare in modo da stare faccia a faccia e si avvicina, parecchio.
-Tutto ok?- chiede guardandomi negli occhi.
Mi limito ad annuire. Non eravamo mai stati cosi vicini, e devo ammettere che da questa prospettiva è ancora più bello.
INDIA, SMETTILA. È SOLO UN GIOCO.
Ma perché è cosi vicino?
Come se mi avesse letto nel pensiero mi da una spiegazione.
Si avvicina all'orecchio e sussurra: -Ci stanno guardando, entrambi. Fai finta di non averli visti, sorridi e abbracciami.-
Lo faccio. I suoi muscoli inizialmente sono tesi, ma dopo qualche secondo si rilassa e mi stringe ancora più forte, come se volesse sentirmi ancora più vicina.
L'attore doveva fare, non il calciatore.
Dopo qualche secondo ci stacchiamo, mi guarda per un po'.
-Formiamo una coppia perfetta.- dice sorridendo.
-Per finta, ovviamente.-
In quel momento, non so perché, al mio cuore è mancato un battito. Mi sento delusa.
Ma perché dovrei esserlo?
Faccio finta di niente e vado verso il frigo per prendere il dolce, lo portiamo a tavola e al nostro arrivo Gabriele esclama:
-Ci avete messo parecchio eh, stavate amoreggiando in cucina?-
Lo odio.
-Tesoro, lasciali stare.- lo rimprovera la gallina della sua ragazza.
Una volta finito anche il dolce ci mettiamo a pulire, cosi da poter usare il tavolo per giocare a verità o penitenza.
Mentre sto finendo di lavare le poche cose che non stavano in lavastoviglie, Marika entra in cucina e dice:
-siete proprio belli insieme tu e Il giocatore.-
-Si, vero?- rispondo io secca, in modo da chiudere il discorso il prima possibile.
-Bello, ricco, ma quante corna ti starà già facendo? Pensi davvero che possa stare con una come te?- dice
Vorrei evitare di tirarle un pugno in faccia, quindi evito pure di rispondere.
-Pensavi di averlo scelto bene eh?- conclude con una risatina.
La guardo dritta negli occhi e dico:
-Io ne sono certa, ma stessa cosa non si può dire per te.- dimostro una sicurezza che in realtà mi manca, e prima che se ne renda conto, esco dalla cucina e vado a sedermi accanto a Joaquin.

Inaspettato -Joaquin CorreaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora