15.

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Non posso credere che stia succedendo davvero.
Sono sdraiata nel letto con la testa sul petto di Joaquin; riesco a sentire il suo battito e il suo respiro: lento e rilassato.
Non parliamo, ma non è il classico silenzio imbarazzante, sembra quasi necessario per elaborare tutto quello che è appena successo.

-Credi che sarebbe meglio aspettare un po' prima di dirlo agli altri?- chiedo timida, nella speranza che lui non fraintenda.
-Credo sarebbe meglio stare un po' io e te per conto nostro, senza che gli altri facciano troppe domande.- dice tranquillo mentre mi tocca i capelli. -Spero che il tuo ex e la ragazza vengano spesso qui.- continua.
-Perché?-
-Perché così posso continuare a toccarti, abbracciarti, e a starti attorno senza che gli altri abbiano dei sospetti.-
Quando alzo la testa per riuscire a guardarlo negli occhi noto che sta guardando il soffitto con uno sguardo pieno di desiderio e un sorriso perverso.
Mi viene da ridere.
-Vuoi dunque che il mio ex ci stia intorno?- chiedo ridendo. -Sei proprio strano Correa-
-O ci sta intorno o io e te stiamo in questa camera per sempre.- dice girandosi su se stesso, finendo cosi sopra di me.
Che vista spettacolare.
-Mmh vedo che hai già fatto i tuoi progetti.- dico. In quel momento lui inizia a darmi piccoli baci, prima nella guancia, poi agli angoli della bocca, scendendo giù per il collo.
Mi muovo infastidita sotto di lui, perché i baci che mi sta dando non sono sufficienti e lui lo sa.
-Mi stai ammazzando Correa, hai intenzione di baciarmi o devi continuare a girarci in tondo?- chiedo impaziente.
-Non aspettavo altro.- mi guarda negli occhi con desiderio e si fionda sulle mie labbra.
Mentre le nostre labbra si uniscono infuocate, con un tocco leggero e delicato mi accarezza il fianco facendo arrivare la sua mano fino alla mia coscia e portarla più in alto, in modo che i nostri corpi possano stare più vicini. E Gesù, aiutami tu perché io qui riesco a sentire tutto il suo ben di Dio.
Sono talmente eccitata che faccio fatica a pensare qualcosa di coerente e le mie mani, che faccio fatica a controllare, scorrono lungo i suoi pettorali, ma lui mi ferma.
-Se mi tocchi così perderò il controllo. Voglio che facciamo le cose con calma, ok?- dice voce roca e lo sguardo dolce.
Se due secondi fa stavo per ucciderlo per aver fermato le mie mani, ora mi sciolgo sotto il suo sguardo attento.

Ci limitiamo a stare abbracciati e a parlare, fin quando non ci addormentiamo entrambi.
La mattina seguente quando apro gli occhi lui sta ancora dormendo. È la cosa più bella che abbia mai visto. Predo subito il cellulare e gli scatto una foto.
Quando faccio per alzarmi mi avvolge con un braccio e mi porta nuovamente a letto.
-È ora di alzarsi, dai dormiglione.- dico ridendo.
-No, dai piccola stiamo ancora un po' qui. Non voglio tornare alla realtà.- dice frignando, il che mi fa ridere ancora di più.
-Sono le 10, se non scendiamo subito gli altri penseranno che ci siamo davvero uccisi a vicenda qui dentro.- gli do un lieve bacio sulle labbra per poi scappare e rinchiudermi in bagno, prima che lui possa farmi cambiare idea intrappolandomi tra le sue enormi braccia. E devo ammettere che non mi dispiacerebbe.
-Almeno dammi un bacio come si deve.- lo sento urlare da dietro la porta.
Sorrido, godendomi la sensazione. È questo il rapporto che ho sempre voluto con lui, forse ne ho sempre avuto bisogno. Mi da una sensazione di pace che non sentivo da molto tempo ormai.
Quando esco dal bagno lo trovo concentrato a cercare la sua roba. Al sentirmi arrivare alza lo sguardo e decido di sfoggiare uno dei miei migliori sorrisi, mentre lui mi guarda male.
-Sto ancora aspettando il mio buongiorno.- dice fingendosi arrabbiato.
Mi avvicino lentamente, portando la mia bocca vicino alla sua, facendogli credere che sto per baciarlo; quando le nostre labbra si sfiorano devio avvicinando la mia bocca al suo orecchio.
-Buongiorno.- dico facendo finta di non aver capito cosa intendesse.
Mi allontano poi di corsa verso la porta, prima che lui sia in grado di reagire.
-Preparati a fingere di odiarmi o gli altri capiranno.- dico prima di uscire dalla porta
-Ma io ti odio veramente.- urla in modo che io possa sentirlo.

Inaspettato -Joaquin CorreaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora