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(Pov Andrea)
Era ormai notte, ma di dormire non ci pensai neanche.
Venne un ragazzo sempre più o meno della mia stessa età, che mi portò da mangiare.
Non avevo fame, avevo lo stomaco chiuso.
Avevo così tanti pensieri che sembrava che fra poco mi esplodesse la testa.
Ma un pensiero continuava a torturarmi: chissà cosa penserà ora mio padre!
Sarà sicuramente deluso da me, non ho mai fallito, ma questa volta si.
Vi dico la verità: non sapevo nemmeno io cosa stessi facendo in quel momento in cui dovevo liberare il mio uomo.
Non avevo studiato a fondo il fascicolo che mi aveva dato mio padre e forse se lo avessi fatto, probabilmentesarebbe andato tutto per il meglio.
Di solito i suoi piani sono studiati alla perfezione e niente è mai andato storto.
Almeno quel tipo che ho dovuto liberare è riuscito a scappare, mentre io, io mi trovo qui dentro.
Sicuramente mi avrebbero fatto delle domande sulle intenzioni di mio padre, ma per mia fortuna non sapevo niente, perciò come ho detto prima, anche se mi avrebbero torturata non avrei detto nulla.

Continuavo a pensare a quanto avessi deluso mio padre e alla fine credetti.
Delle lacrime iniziarono a solcare il mio viso, una, poi un'altra, poi un'altra ancora, fino a trovarmi tutte le guance umide, ripetendo ad alta voce: "scusami papà!" Come se lui fosse in quella stanza con me e potesse sentirmi.
Ma ad un tratto la porta si aprì, così asciugai le lacrime in fretta e tornai a fare il mio solito sguardo omicida anche se questa volta gli occhi arrossati mi avrebbero tradita.

"Non hai fame?"chiese Alexander dall'altra parte della stanza.

Io non risposi, mi limitai solo a guardare in basso.

"Guarda che l'ha cucinato Karen, non è così schifoso!"continuò lui avvicinandosi e sedendosi affianco a me.

"Cosa vuoi?"chiesi fredda, cercando di nascondere la voce tremolante dal pianto.

"Perché piangevi?"mi chiese.

Da cosa lo aveva capito? Dalla voce o dai miei occhi rossi? E poi che gliene fregava a lui?

"Ma che te frega?!"gli dissi scorbutica alzando lo sguardo sul suo, per poi riportarlo giù e inspirando rumorosamente.

"Voglio solo cercare di capire cosa hai!"

"E SECONDO TE COS'HO?"chiesi alzando la voce

"NON HO MAI FALLITO UNA MISSIONE! CHISSÀ COSA PENSERÀ ORA MIO PADRE! Ma perché te lo sto dicendo? Vai via, ti prego!"

"Pure io ho deluso mio padre..."iniziò a dire lui
"Lui è morto per colpa mia!"disse lui.

Ok, ora mi sentivo in colpa, anche se io non avevo fatto niente.

"Emm, alla notte io non posso dormire che faccio un un'incubo, è sempre lo stesso!"disse calmo lui

Io non fiatai, mi limitai solo ad ascoltarlo anche se le sue parole non mi importavano così tanto dopotutto.

"Ma ormai quello che è fatto, è fatto!"disse alzandosi in piedi cambiando tono di voce, dato che sicuramente si stava per mettere a piangere.

"Ora ti lascio, però mangia! Avrai fame!"

Rimase lì in piedi a guardarmi per qualche secondo e poi andò verso la porta per uscire chiudendosela alle spalle a chiave, lasciandomi sola, senza parole.

Aveva ragione però, avevo fame e anche se mi scocciava, mangiai lo stesso quello che mi avevano portato.
Chissà come si sente Alexander in questo momento? Chissà come si è sentito quando suo padre è morto?  perché se ne fa una colpa? Mi dispiace che non riesca a dormire, perché anche se è il boss di un'organizzazione nemica della mia, è comunque giovane ed è l'unico che fino adesso mi ha QUASI trattata meglio, ultimamente.
Forse non è così cattivo come credevo, forse anche lui ha un cuore a differenza di ciò che dicono le persone sul suo conto,  forse ha un cuore, solo che è ghiacciato.

●●●

La testa mi scoppiava, riuscire a dormire sembrava impossibile.
I pensieri presero ancora una volta il sopravvento, ma questa volta non influirono suelle mie emozioni.
Pensavo e basta, nient'altro.
Non sapevo nemmeno io a cosa stessi pensando di preciso...
Sapete quando avete così tanti pensieri per la testa, uno dopo l'altro, che non ti accorgi nemmeno a cosa stai pensando.

Pensare...mio padre usava spesso questo verbo, mi diceva sempre: "pensa cara mia, o non andrai lontano!" E aveva ragione, se avessi pensato non sarei in questa situazione.
Ma ora basta autocommiserarmi, quel che è fatto è fatto e tornare indietro non si può.

Dovevo uscire di qui, scappare e tornare in Italia, anche se li probabilmente mi avrebbe aspettato un boss/padre con i fumi che gli escono dalle orecchie dalla rabbia.
Ma questo per ora era l'ultima cosa di cui preoccuparsi, dovevo trovare un modo per uscire e basta.

Le ferite mi facevano ancora male, ma di certo non sarebbe stato questo a fermarmi...

~spazio autrice ~
Buongiorno fiorellini🙃👋,
come state?

Voglio ringraziare 🙏lo stesso tutti  quelli che stanno leggendo🧐 la storia e la stanno votando💫💫💫 anche se detto sinceramente fa abbastanza schietto in confronto ad altre,  ma mi fa piacere che a qualcuno piace!
💞Grazie mille💞!

Per adesso è tutto, vi lascio alla vostra lettura!🖤🤍

~ Perché tu sei la mia droga ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora