Il giorno in cui Tristan Miller varcò la soglia di Azkaban, Valentina Mikaelson non aprì il diario di Mattheo, non ne poteva davvero più. Se lui l'avesse voluta davvero, glielo avrebbe fatto capire.
Il suono delle sirene che annunciarono l'entrata di un nuovo detenuto catturarono la sua attenzione come quella delle centinaia anime rinchiuse lì dentro. Era una novità, non erano tante le persone che entravano in quel posto.
si affacciò posando le mani sulle sbarre e subito il dissennatore gli si parò davanti.
"cazzo va bene mi allontano, ma tu spostati" gli disse infastidita.
Un ragazzo alto entrò nella sala, il suo volto era coperto da un grande mantello.
Le guardie lo fecero fermare in mezzo ad essa, pronunciando il suo nome nello stesso momento in cui lui si tolse il cappuccio.
Il suo cuore si fermò per qualche istante, il cuore iniziò a tremare e le mani divennero instabili.
non ci posso credere, non può essere..
Si trovava sul piano superiore e si sentì svenire per qualche istante, le mancava il respiro.
Ma prima che si voltasse verso l'interno della sua stanza, Tristan incrociò il suo sguardo.
Quegli occhi le entrarono dentro, facendole provare qualcosa che non sentiva da molto tempo.
cazzo no
Le accennò un sorriso ma prima di ricevere una risposta lei guardò verso lo specchio, scomparendo nella sua cella.
Era la fine, non avrebbe sopportato la sua presenza in quel luogo.
-
Era l'ora di cena e Valentina sapeva a cosa sarebbe andata incontro, o meglio a chi, ma non aveva scelta, se non quella di digiunare finché non se ne sarebbe andato.
Percorse velocemente la mensa, ritirando il vassoio e cercando di non dare nell'occhio, ma lui l'aveva già vista.
VALENTINA'S POV (pov significa punto di vista, per chi non lo sa!)
Quando dopo qualche minuto si sedette di fronte a me, provai una strana sensazione, un'energia diversa mi percorse il corpo.
"Sophie, so che non vorrai parlar-"
"smettila" gli risposi fredda.
"mi dispiac-"
"VATTENE CAZZO!" gli urlai contro alzandomi.
Sapevo che non l'avrebbe mai fatto, ma rimasi senza fiato quando alzò le mani in segno di resa, allontanandosi.
Non me l'aspettavo, Tristan non era un tipo del genere.
La verità è che ero completamente distrutta da quel posto e non mi riconoscevo neppure, come potevo pretendere di conoscerlo ancora, dopo mesi e mesi che non lo vedevo?
Con quell'urlo avevo attirato decine di sguardi perplessi.
Presi di fretta le mie cose e decisi di tornare in camera, c'erano venti minuti di pausa e avevo solo bisogno di stare da sola.
Mi assicurai di chiudere bene le sbarre per evitare eventuali ospiti indesiderati, ma quando accesi le candele lo sorpresi seduto sul mio materasso.
Soffocai un urlo portandomi le mani alla bocca.
"CAZZO TRISTAN" sibilai ancora spaventata.
"lo so, dammi solo l'opp-"
"è colpa tua se sono qui, vattene adesso" gli sussurrai.
Non ottenendo alcuna reazione gli tirai una schiaffo che rimbombò nella sala vuota.
"fallo ancora, se vuoi" mi disse lui dopo. "fallo, se poi ti sentirai meglio"
Quella frase mi spezzò dentro.
"ti odio cazzo" gli sibilai.
"lo so e hai ragione" continuò, facendo per alzarsi.
Prima che lo fece però, ne approfittai per tirargliene un altro e riportarlo al suo posto.
Senza che riprendessi fiato mi prese dai fianchi, avvicinandomi a lui.
"sophie tu non sai quante volte ti ho cercata" mi disse guardandomi con quegli occhi a cui non sapevo resistere.
"lo so Tristan , lo so"
dai fianchi scese, prendendomi le gambe. Stando in piedi ero più alta di lui e potevo governare la situazione.
"Sophie sono perso senza di te" mi sussurrò facendo poca pressione su di esse e facendomi cedere su di lui.
Mi trovavo a cavalcioni sopra a quel ragazzo che avevo tanto odiato, a pochi centimetri dal suo volto.
"tu mi hai rovinato la vita, te ne rendi conto almeno?!" dissi con le lacrime agli occhi.
"ma ora sono qui"
Si avvicinò poco a me, quel poco da farmi sentire il suo profumo e quel poco da far appoggiare le sue labbra sulle mie.
Non rifiutai il suo bacio, quello che sentivo era qualcosa di represso da troppo tempo. Che fosse rabbia, amore o desiderio, quello non potevo dirlo.
Le sue labbra erano così calde rispetto a quel luogo che mi sciolsi sotto il loro tocco.
Mi prese il volto tra le mani, rassicurandomi. "adesso ci sono io ok?". Annui tornando su di lui, sentivo le sue mani tra i miei capelli, li tiravano leggermente facendomi venire i brividi. Senza doverglielo chiedere lo sentii sotto le vestaglie.
" ti prego Tristan, non farlo"
Lui mi sorrise maliziosamente, sapeva esattamente cosa volessi.
Mi prese e con un colpo deciso mi fece sdraiare sul letto, posizionandosi sopra di me.
"sei mia Sophie White"
Si tolse la maglia rivelando un fisico scolpito, era meglio di quanto mi ricordassi, e si riposizionò su di me, togliendomi il respiro. Mi tolse i pantaloni della tuta che indossavo stimolandomi con un dito.
"piano, non poss-"
"tesoro, non puoi chiedermi questo" rispose entrando più in profondità facendomi inarcare la schiena dal piacere.
"tristan no, Tr-"
"fai silenzio o ti sentiranno" mi rispose mettendomi in dito sulle labbra.
Si tolse la tuta e i boxer dopo quella, mostrandomi qualcosa che non vedevo da tempo. "cazzo sophie, non sai per quanto ti ho aspettata" continuò portando di nuovo le labbra sulle mie.
Mi aprì le gambe sfilandomi prima le mutandine che ancora avevo ed entrando dentro di me dolcemente. Sospirai dalla sensazione. "ti sono mancato?" mi chiese aumentando il ritmo. "si" ansimai cercando di fare silenzio. "che cosa? non ti sento bella" continuò prendendomi i fianchi per darsi più spinta. "si cazzo" sibilai a denti stretti. "ottimo"
Mi misi una mano davanti alla bocca per non ansimare troppo forte dal piacere, non riuscendoci perfettamente. Sentivo il suo membro entrare dentro di me, per poi uscire e tornarci più forte di prima, dandomi scariche di piacere. I nostri corpi si muovevano con una sintonia che non avevo mai sentito prima con nessuno, neppure con Mattheo. I nostri respiri seguivano lo stesso ritmo così come la nostra intesa in quel momento. Con una mano mi prese una mancia di capelli, tirandoli leggermente e facendomi andare il capo all'indietro.
"Oh piccola, dovresti contenerti" mi sorrise malizioso prima di darmi i colpi finali che mi fecero emettere qualche suono un po' più forte del dovuto.
"ti odio cazzo" sussurrai di nuovo. "ma se non ci credi neanche tu" mi rispose dandomi un bacio sulla fronte alzandosi. "vorrei stare qua tutta la notte ma sarò un bravo detenuto, ci vediamo domani Sophie" concluse facendomi l'occhiolino.
Gli accennai un sorriso e mi infilai sotto le coperte.
Cinque minuti dopo sentii gli altri entrare e il mio dissennatore pararsi davanti alla mia cella.
-
era davvero la fine, o forse era l'inizio di qualcosa di ancora più grande?
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inferno | indovinello Matteo (18+)
أدب الهواة⚠️STORIA ADATTA A UN PUBBLICO ADULTO, CONTIENE SCENE SESSUALI E LINGUAGGIO ESPLICITO E VIOLENTO È il sequel di "portami in paradiso | Mattheo Riddle", lo trovi sul mio profilo!