capitolo 1

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Una piccola premessa in questa storia ci saranno aspetti che seguiranno la trama e altri che invece ho inventato io.
L'inizio é stato creato dalla mia fantasia, andando avanti la trama seguirà sempre di più aot! Quindi se non siete in pari con il manga o anime, vi sconsiglio di leggerla!
Questa storia sarà molto nello stile di attack on titan se cercate uno stile diverso vi consiglio di leggere altre storie.
Oltre ciò vorrei anche dire che le date non saranno tutte precise, ne conosco alcune quindi non aspettatevi un accuratezza da quel punto di vista.
Buona lettura!

Anno 831

Come ogni notte le strade erano buie e silenziose. Non c'era una singola luce a illuminare il passaggio, dopotutto a quell'ora tutti si erano nascosti nell'oscurità della propria abitazione. Perché era così che funzionava in quella città, gli eldiani erano costretti a strisciare nell'ombra anche quando stavano nella sicurezza della propria dimora.

Quella sera però era diversa da tutte le altre infatti le strade del distretto non erano vuote ma c'era qualcuno che le stava percorrendo a grandi passi, quasi correndo.

Il suo fiato era affannato per la velocità, il corpo era rigido e pronto in qualsiasi momento a lottare. Era tornato tardi da lavoro e sapeva benissimo che in quel preciso istante qualche soldato marleyano lo stava inseguendo.

Terrore, puro e semplice terrore provava. A ogni passo la consapevolezza di essere seguito aumentava e con essa anche la paura cresceva.

Dopo quella che per l'uomo sembrò un'eternità, raggiunse la sua abitazione e con una velocità inaudita si chiuse all'interno. Si appoggiò contro la porta di mogano, tenendo la testa china e cercando di riprendere fiato. Si portò una mano al petto e fece un respiro profondo.

<< Tutto bene papà ? >> chiese una voce flebile e calda, che alle orecchie dell'uomo appariva come il suono più armonioso di sempre. Di scatto alzò la testa e dall'altra parte della stanza, nel buio più totale, c'era una docile bambina di sei anni e al fianco della ragazzina si trovava una donna, che lo scrutava con i suoi grandi occhi azzurri spenti dalla stanchezza.

<<Certo Beatrice, va tutto bene!>> rispose, facendo il sorriso più convincente che riusciva a fare. Gli occhi innocenti e indagatori della bimba osservavano attentamente quelli verdi del padre che a sua volta la fissava con più calma e compostezza. A quel punto l'espressione della bimba si allentò, sorrise dolcemente tornando a ignorare l'uomo concentrandosi solo sulla bambola che teneva stretta in mano.

Lentamente la donna che finora era rimasta in silenzio si alzò dalla sedia, raggiungendo il marito in pochi passi, pronta a porre la domanda di cui sapeva benissimo la risposta.

<<Dobbiamo andare in cantina Victor? >>

<<Si.>> rispose senza mezzi termini, incatenando gli occhi della moglie nei suoi. <<Io penso a Beatrice, tu prepara velocemente la roba per passare la notte lì sotto.>>

La donna annuì immediatamente, iniziando a muoversi velocemente verso l'armadio di legno che si trovava di fianco alla porta d'ingresso.
Victor sospirò e si diresse verso la minuta figura che stava raggomitolata su se stessa in un angolo della casa.
Nonostante il buio l'uomo riusciva benissimo a distinguere i lunghi capelli dorati della figlia che sembravano brillare di luce propria come un faro nella notte.

<<N-non voglio andarci. Ogni volta che ci andiamo ho paura, voglio restare qui e giocare con la mia bambola. >> balbettò la ragazzina che aveva ascoltato la conversazione tra i suoi genitori. Beatrice si raggomitolò sempre di più nell'angolino stringendo con più forza la bambola di pezza.

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