"Sì, me lo ricordo...e ricordo pure tutta la disperazione nella lettera che tua madre mi ha spedito: Era distrutta!" continuò Shaila.
"Mia madre ti ha...ma se lei ti odiava!" esclamò Noah alzandosi dal trono di scatto.
"Ehm ehm...ragazzi, non per disturbare la vostra scenetta ma...abbiamo altre cose da fare." si intromise Iris volgendo gli occhi al cielo.
I due ragazzi la fulminarono con lo sguardo ma, dopo pochi secondi, Shaila si rilassò e il suo sguardo, acceso da una scintilla fino a poco prima, si spense fissandosi sul pavimento della stanza. Il re, invece, si risedette sul trono incrociando le gambe. "Questo è il posto giusto, credetemi: Abbiamo pozze d'acqua per tutto il Regno delle Sirene..." disse lanciando uno sguardo triste alla Regina dell'Acqua. "E, anche se non sembra, abbiamo un posto caldissimo simile ad un deserto per gli Spiriti del Fuoco, per gli Elfi abbiamo una foresta ricchissima. Per gli Spiriti del Vento, invece, non abbiamo nulla ma possono sempre vivere in mezzo al mio popolo, non abbiamo problemi."
"La scelta rimane a noi, ma la ringraziamo lo stesso per averci messo a disposizione il suo Regno." lo ringraziò Iris. "Se non le dispiace noi dovremo andare, ora."
"Partite di già?" chiese il Re.
"No, ma vorremo riposare prima di intraprendere un altro viaggio. Credo che partiremo domani sera, se non le dispiace sire." continuò la brunetta.
"Potete restare per quanto tempo volete."
"Arrivederci, sire." lo salutò Iris prima di trascinare fuori dalla sala Shaila che non accennava a voler spiaccicare parola.
"Arrivederci Principessa Iris, arrivederci Shai." le salutò il re."Mi vuoi spiegare tutta la sceneggiata di prima!? E' un principe pure lui, gli devi portare rispetto! Non importa se lo conosci!!" urlò Iris una volta che alcune guardie le avevano accompagnate alle porte delle loro stanze.
"Non ne voglio parlare, ho sonno. Notte." rispose Shaila voltandosi per afferrare la maniglia della sua porta.
"Col cavolo! O mi parli ora, oppure non venire in camera mia questa sera! Io non sono sempre qui ai tuoi comodi! E come puoi reputarti una mia amica se non mi dici quello che ti succede?!" sbottò la brunetta arrabbiandosi e sentendo Frenzis fremere per uscire.
"NOTTE IRIS." disse secca Shaila prima di sparire dietro la porta.
"Scusami...nn volevo parlarti così." sussurrò Iris in modo impercettibile all'orecchio umano rendendosi conto di ciò che aveva appena detto.
Mise una mano sulla porta dell'amica e vi appoggi pure la fronte.
Sentì il silenzio avvolgerla mentre, dalla stanza, non proveniva alcun rumore apparte qualche singhiozzo.
Così, dopo mezz'ora, si decise ad andare in camera sua. Aprì la porta con aria rassegnata e con le orecchie piene dei singhiozzi dell'amica. Si pentiva di averla aggredita in quel modo, in fondo pure lei aveva i suoi segreti.
"Shai, mi spiace un sacco." disse scivolando sulla superfice liscia della porta chiusa della sua camera e sedendosi per terra.
Il pavimento era rivestito in un parquet molto chiaro che era in netto contrasto con le pareti blu notte. Un grosso lampadario scendeva dal soffitto e illuminava la stanza. La parete di fronte al letto matrimoniale, era di vetro facendole vedere il panorama spettacolare.
Un armadio era posto vicino alla porta insieme ad uno specchio incorniciato d'oro e alcune piccole mensole completamente sgombre.Shaila era seduta sul pavimento in marmo della sua stanza con la schiena appoggiata al legno liscio della porta chiusa da un bel po'.
Aveva sentito Iris chiudersi la porta alle spalle dopo mezz'ora dalla lite. Era consapevole che l'amica aveva sentito i suoi singhiozzi ma, anche ordinandoselo, non era riuscita a trattenersi. Solo lei sapeva quanto aveva sofferto dopo che Noah scomparse. Aveva letto e riletto la lettera scritta dalla madre del ragazzo almeno un miliardo di volte, in cerca di chissà quale particolare che le era sfuggito la volta precedente. Aveva provato a contattare Myriam, la madre di Noah, per qualche informazione in più ma era come scomparsa. Shaila era rimasta sola, a vivere con i ricordi che le affioravano alla mente ogni volta che vedeva il bracciale che le aveva regalato lui. Si ritrovava sempre davanti i suoi occhi color del ghiaccio che cercavano i suoi...ma che non potevano incrociarli. Si ritrovava sempre i suoi capelli color del miele, gli stessi capelli che ei aveva accarezzato e scompigliato per tanto tempo. Quei ricci perfetti di cui lui si vantava in continuazione.
"Che cosa ne sa lei?" sussurrò prima di alzarsi per uscire all'aria aperta.
Aprì la porta di camera sua e, guardandosi intorno, prese gli occhiali per sicurezza dirigendosi verso il piano terra. Per i corridoi scuri non incontrò nessuno, e lo stesso nella terrazza principale. Si appoggiò alla ringhiera in marmo e si godette la vista. Il vento le scompigliava i capelli e la vestaglia da notte in seta blu. Lei aveva sempre detestato le vestaglie ma il suo fermaglio le aveva fornito solo quella....MALEDETTO!!!
"Non riesci proprio a tenerti distante da me, vero?" le chiese una voce che proveniva dall'angolo più scuro.
"Contaci, Noah..." rispose stanca.
"Hey...tutto bene?"
"Sono solo stanca."
"Non è vero...i tuoi occhi sono tristi."
"I miei o-occhi? Ma come fai a vederli!?"
"Ti sei scordata gli occhiali." Nel tono di voce c'era della tenerezza.
"Scusa...ma come mai non sei rimasto ammaliato? Li hai guardati quindi..." gli chiese la ragazza curiosa e spaventata allo stesso modo.
"Perchè ho lo stesso potere e sono un Reale, ricordi?"
"Non me lo avevi mai detto." rispose lei continuando a fissare la notte che li avvolgeva.
"Avevo i miei piccoli segreti." si giustificò Noah mettendosi accanto a lei.
"Come tutti..."
"Shai mi spiace, non volevo farti preoccupare, ma mio padre mi ha costretto..."
"E io sono stata costretta a rimanere lì e a sperare che tu non fossi morto."
"Ma avevi la lettera."
"Sì, ma non era tua! Che ci potevo fare di una lettera corta e frettolosa!?
"Mia madre ha sempre fatto così, dovresti saperlo."
"Non lo sapevo!"
"Ti prego...perdonami Shai!"
"Non ho mai detto che ero arrabbiata con te. Solo...vorrei non te fossi mai andato."
"E io vorrei esserti stato vicino sempre."
"Noah...non dire questo. Mi sei stato vicino, certo non in questi ultimi dieci anni, ma non importa."
"Sicura?"
Shaila annuì.
Noah fece una cosa che voleva fare da un po': abbracciarla, cogliendola di sorpresa.
La ragazza nascose la sua testa tra la spalla ed il torace del Principe, mentre lui sprofondò il viso tra i capelli di lei inspirando a lungo il suo profumo. Era sempre lo stesso: vaniglia e acqua di mare.
"Mi sei mancato." sussurrò la Regina dell'Acqua.
"Pure tu." rispose Noah, la voce attutita dai capelli argentati della ragazza. Sentì qualcosa bagnargli la maglietta del pigiama: erano le lacrime di Shaila.
STAI LEGGENDO
Le 4 custodi
FantasyCi sono quattro draghi che devono ancora nascere: uno per ogni elemento. Ogni uovo è custodito da quattro popolazioni: elfi, spiriti delle fiamme, sirene e spiriti del vento. Ogni popolo appartiene ad un elemento, ogni popolo ha il suo drago a prote...