Capitolo 1

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«Emmaaa!!! Svegliati!! Papà dice che sei una pigrona!» urla la vocina di mio fratello Luca, mentre continua a saltellare sul letto nel tentativo di svegliarmi dal mio sonno profondo.

Quando socchiudo un occhio, nella penombra lo vedo sorridere, soddisfatto di essere riuscito ancora una volta nella sua impresa.
Da quando mio padre ha capito che non riesco proprio a dire di no a quel faccino paffutello del mio fratellino, gli ha dato il compito fisso di venirmi a svegliare ogni mattina alle 9 in punto, nonostante sia estate ed io non debba studiare, visto che ad ottobre inizierò l'università.

«Emmaaaa!» mi chiama ancora una volta con quella vocina stridula, dopo avermi visto infilare la testa sotto il cuscino nel tentativo di non sentire le sue urla.

Niente da fare, è impossibile continuare a dormire... tanto non mi mollerà finché non sarò in piedi, pronta per andare in sala da pranzo a fare colazione. Così, mi metto a sedere sul letto, con le gambe ancora avvolte nel lenzuolo. Mi stropiccio gli occhi e mi do una stiracchiata nel tentativo di riuscire a svegliarmi del tutto.

«Sono sveglia brutta peste...» gli dico tra uno sbadiglio e l'altro, per poi alzarmi dal mio comodissimo letto che continua a chiamarmi a gran voce, suggerendomi di rimettermi a dormire sul suo materasso comodo.

Mi trascino svogliatamente verso la finestra, ed una volta alzata la tapparella, sono costretta a socchiudere gli occhi per la troppa luce del sole.
Passando davanti allo specchio vedo i miei capelli castani completamente spettinati, ma non do alcun peso al mio aspetto trasandato, visto che le mie priorità in questo momento sono il caffè e la colazione... poi penserò a darmi una sistemata.

Arrivata in cucina vengo pervasa dall'aroma inebriante del caffè.

«Buongiorno Emma, vedo che tuo fratello è riuscito ancora una volta nel suo compito» dice mio padre sorridente, vestito di tutto punto con la sua camicia bianca perfettamente stirata e la sua cravatta blu, mentre in mano tiene una tazzina di caffè fumante.

Abbozzo una risata finta, in modo da fargli capire che non mi piace per niente che scherzi sull'argomento. Prendo velocemente la mia tazzina di caffè dal bancone di marmo bianco della cucina e mi dirigo verso il salone.
Il tavolo è ben apparecchiato con delle tovagliette ed un piatto con dei biscotti che sembrano una vera delizia... Non vedo l'ora di assaggiarli!
Mio fratello si piazza sulla sua sedia davanti alla mia, ed inizia a mangiare con gusto.

«Buongiorno ragazzi» sento dire dalla voce di Sara «Avete dormito bene?» chiede subito dopo gentilmente.

«Si benissimo» risponde Luca sorridente mentre addenta l'ennesimo biscotto.

Capisco che debba crescere ed il suo bisogno di mangiare, ma questo passo finirà quei biscotti prima ancora che io ne possa assaggiare uno di numero. Così mi avvento sul piatto e ne prendo tre, in modo da toglierglieli dalla disponibilità.

«Emma, puoi andare a svegliare quel dormiglione di mio figlio?» mi chiede Sara, mentre cerca disperatamente le chiavi della macchina.

«Ma...» cerco di ribattere, mentre ho ancora un biscotto in mano, di cui pregustavo il sapore.

«Emma!» mi rimprovera mio padre, lanciandomi uno sguardo per dirmi di fare quello che mi è stato chiesto, ed in fretta.

«Non toccare i miei biscotti» intimo a Luca puntandogli il dito, in modo da fargli capire chi comanda... anche se sa benissimo che alla fine non gli farò niente nel caso in cui dovessero sparire ingurgitati dalla sua boccuccia famelica. Di tutta risposta, lui mi fa un sorrisetto furbo mentre mi alzo dalla sedia per dirigermi verso la camera da letto del figlio di Sara.

In certi momenti vorrei davvero essere figlia unica. Ovviamente sono contenta che mio padre si sia risposato dopo la scomparsa di mia madre... Sara è una brava donna e si vede che si amano molto. Quando mia madre è venuta a mancare qualche anno fa a causa di quella maledetta malattia, ho davvero pensato che mio padre non si sarebbe più ripreso. Si conoscevano e stavano insieme da una vita ed il loro era davvero un matrimonio felice, il coronamento di quel grande amore che tutti speriamo di trovare prima o poi.
Ma la malattia si è introdotta nelle nostre vite, come un intruso silenzioso ed indesiderato, lasciando un vuoto incolmabile quando ci ha portato via la nostra roccia. Mio fratello era ancora molto piccolo, quasi non si ricorda di nostra madre, se non grazie alle fotografie che abbiamo di lei.
Sara è stata per mio padre un fulmine a ciel sereno. È arrivata nel momento in cui lui aveva smesso di credere nell'amore, lasciando completamente da parte se stesso per dedicarsi solo a noi figli. Certo, il loro matrimonio per me ha significato l'acquisizione di un nuovo fratello, ma per fortuna riusciamo quasi sempre ad andare d'accordo, visto anche il fatto che abbiamo praticamente la stessa età. Ha cercato di fare il possibile per aiutarmi ad ambientarmi dopo il nostro trasferimento da Milano a Roma.

Quando entro nella sua camera, lo vedo steso a pancia in giù nel letto, ancora immerso in un sonno profondo, e probabilmente con i postumi della sbronza che si sarà preso ieri sera.

«Splendi e brilla Claudio! Il sole è già alto in cielo ed io non vedo l'ora di poter fare colazione in santa pace!» grido, alzando di getto la tapparella della finestra per far entrare tutta la luce possibile in modo da svegliarlo.

Lui mugugna qualcosa di molto simile ad un "vaffanculo", ma non gli do retta ed apro la finestra per far entrare l'aria. Quando finalmente si decide a mettersi seduto, il suo ciuffo biondo è completamente scompigliato ed i suoi occhi ancora socchiusi per il sonno.

«Non prendertela con me, tua mamma mi ha chiesto di svegliarti» dico alzando le mani ed uscendo dalla camera da letto

«Ti odio...» mi dice prontamente lui.

Così, quando sono sull'uscio della porta, sorridendo gli alzo il dito medio in risposta alla sua affermazione. Anche lui abbozza un sorriso, e mi dirigo felicemente verso la sala da pranzo, pronta per la mia benedetta colazione.

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