𝟬𝟭 🌑 𝗜𝗡𝗦𝗧𝗔𝗕𝗜𝗟𝗘 𝗲 𝗙𝗥𝗔𝗧𝗧𝗨𝗥𝗔𝗧𝗢

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«Ma ti levi dai coglioni o cosa?!» sbraitò nervoso Taehyung, spintonando il coetaneo di fronte a sé. «Diamine ma è possibile essere talmente idioti da metterci mezz'ora per scegliere una bibita alle macchinette?!»

«Ce ne sono a bizzeffe per tutto il piano, genio, vedi di girare al largo e andare in quelle anziché starmi così addosso, razza di depravato»

In quell'istituto governativo non era una novità che i due giovani si ritrovassero a battibeccare sulle cose più inutili giusto per il gusto di infastidirsi l'un l'altro; inizialmente gli altri addetti avevano creduto si conoscessero dall'università ─ o comunque che comunque si fossero frequentati in precedenza, così da giustificare quei loro modi di fare ─ e invece avevano scoperto con sorpresa e dispiacere come le loro non erano di certo battutine ironiche dette giusto per provocarsi quanto più frasi dette con il pieno intento di ferire e denigrare.

Il direttore governativo era stato chiaro fin da subito con loro due: "non ho intenzione di vedervi litigare" ma questo non aveva certo impedito ai due di evitare che insulti volassero costantemente tra di loro ogni qualvolta si incontrassero, anzi, in presenza del direttore restavano buoni solo per poi scoppiare al primo istante disponibile.

«Si da il caso che le altre macchinette siano riservate ai lavoratori di reparti differenti dal nostro e quindi ─ per forza di cosa ─ devo utilizzare questa-» continuò imperterrito Taehyung, tirandogli uno spintone con l'intento di levarselo di torno. «Fuori dai coglioni! Mamma mia ma come diavolo hanno fatto ad assumere uno come te se nemmeno sei in grado di scegliere una cazzo di bibita? Ma che problemi hai?»

«Ma che problemi hai tu piuttosto!» alzò la voce l'altro, tornandogli senza alcuna esitazione lo spintone ricevuto. «Cos'è, la mammina ha dimenticato di prepararti il pranzo al sacco e ora ti tocca optare per del cibo preconfezionato alle macchinette? Quasi mi fai pena»

«Sei una testa di cazzo Jeongguk» gli ringhiò Taehyung, continuando a riservargli le occhiatacce più furiose che fosse in grado di fare perchè insomma, lì a lavoro non poteva certo permettersi di alzare le mani e rimetterlo in riga seduta stante.

«E tu una faccia da culo» rispose con un sorrisetto provocatorio, passandogli una mano tra i capelli con fare arrogante e disprezzante allo stesso tempo. «E tagliali questi capelli, sono terribili così lunghi, sembri un uccellino spelacchiato»

«Vaffanculo Jeongguk, sei proprio un coglione, te la faccio pagare» lo spintonò un'altra volta ─ abbastanza forte da farlo sbattere con la schiena contro il vetro delle macchinette ─ e poi si allontanò da lui decidendo di far ritorno all'interno del proprio reparto dove avrebbe dovuto passare ancora quattro lunghe ore in attesa della fine del proprio turno. In qualsiasi caso, le sue quattro ore non erano nulla in confronto alle sei che il corvino avrebbe dovuto trascorrere in quanto lavoratore appartenente ad un grado inferiore rispetto al proprio.

A Taehyung bastava lavorare otto ore prima di poter tornare a casa. Jeongguk invece aveva bisogno di farne ben dieci perché ─ differentemente dal moretto ─ il suo contratto non era ancora definitivo e per questo motivo aveva ancora bisogno di dimostrare il suo valore, la sua passione, la sua determinazione, ritrovandosi quindi a lavorare due ore in più del collega, continuando però a prendere uno stipendio decisamente più basso di quest'ultimo.

Taehyung sapeva che Jeongguk odiasse tale differenza tra di loro eppure c'era poco da fare: il primo era giunto ben cinque anni prima rispetto il secondo, era ovvio non potessero avere orari e stipendi identici.

«Tieni, ti ho preso degli snack» la voce di Jeongguk sopraggiunse di nuovo alle sue orecchie in contemporanea al cibo preconfezionato lanciatogli sulla scrivania. «Ora la smetti di frignare o hai ancora da lamentarti?»

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