𝟬𝟳 🌓 𝗦𝗘𝗜 𝗹'𝗘𝗦𝗔𝗧𝗧𝗢 𝗖𝗢𝗡𝗧𝗥𝗔𝗥𝗜𝗢

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Jeongguk non aveva capito chiaramente da dove gli fosse giunto il coraggio per pronunciare tali parole e allo stesso modo non aveva capito nemmeno il perché Taehyung l'avesse completamente ignorato, afferrandogli il polso e trascinandolo fuori dall'abitazione del biondo dove questa ─ per un motivo o per l'altro ─ era diventata il suo rifugio.

Aveva sentito Kang urlare al moretto di mollare la presa ─ e quando aveva capito non potesse fermarlo gli aveva chiesto quanto meno di allentarla ─ ma lui aveva comunque lasciato che Taehyung lo trascinasse via, perché lo voleva così come no, perché desiderava averlo al suo fianco ma allo stesso tempo averlo il più lontano possibile ed è appunto per questo che quando vide nella sua figura un accenno dell'uomo conosciuto un anno da, di quello a cui importava qualcosa, era come se tutte le sue difese fossero crollate.

Era terrorizzato da Taehyung, dai suoi pensieri e dalle sue parole quindi come poteva continuare a crollare ogni qualvolta questo si imponesse appena su di lui? Continuava a tornare da lui, a desiderarlo, a volerlo vedere, sentire, percepire e se da una parte non gli importava pur di averlo al suo fianco, dall'altra sentiva il suo cuore dilaniarsi al solo pensiero di non valere assolutamente nulla.

Fu per questo che Kang non riuscì a fermare Taehyung dal trascinarlo via, perché quest'ultimo non incontrò alcuna resistenza e nonostante le parole mormorate da Jeongguk fossero un continuo "mollami il polso", "non voglio vederti" e "lasciami in pace", i suoi piedi invece non smettevano di camminare come se a questi fosse stata insegnata una sola ed unica cosa: seguire i passi di Taehyung.

Lo aveva caricato in auto e l'aveva portato dritto verso il proprio appartamento dove il corvino era entrato di corsa andando a rifugiarsi nella stanza del maggiore all'interno della quale si era assicurato di chiudersi. Voleva stare da solo, non aveva seriamente voglia di discutere con Taehyung e a causa dell'alcol sentiva non sarebbe stato nemmeno in grado di contenere le proprie emozioni finendo solamente con il rendersi ancora più ridicolo di quanto già sapeva fosse.

E il moretto ─ diversamente da quanto creduto ─ riuscì quanto meno a rispettare questo suo volere, evitando dunque di sbraitare pur di trascinarlo fuori dalla stanza instaurando un discorso che non potevano portare avanti viste le condizioni di Jeongguk, assicurandosi piuttosto di lasciargli fuori dalla porta un piatto ideale per il post sbornia che si era assicurato di prendere durante il tragitto verso casa.

Jeongguk non capiva Taehyung e Taehyung ─ ovviamente ─ non capiva Jeongguk.

Non riusciva a comprendere il perché stesse cercando di allontanarlo così, da un giorno all'altro senza fornirgli un'adeguata motivazione; non era successo nulla di diverso rispetto il suo solito, le loro interazioni erano state uguali e l'unica cosa ad alterarsi leggermente era stato tutto ciò che li circondava. Eppure, queste cose restavano esterne a loro due quindi non capiva perché alterarsi tanto e rifiutarlo come se avesse fatto qualcosa.

Non riusciva proprio a capire.

«Direttore, scusi se le rubo del tempo in piena serata ma volevo avvisarla sulle condizioni di Jeon» pronunciò con calma non appena il loro capo rispose alla chiamata. «Credo abbia bisogno di ancora qualche giorno di riposo per riprendersi completamente, volevo sapere se-»

«Non può continuare a mancare» lo interruppe però severo il signore, facendolo annuire conscio di come avesse perfettamente ragione; Jeongguk restava comunque un suo subordinato, non poteva certo comportarsi come più gli piacesse senza incorrere in ripercussioni gravi e questo suo mancare ─ indipendentemente dal fatto che il loro datore gliel'avesse concesso sotto forma di ferie ─ doveva cessare immediatamente.

«Lo so che ha delle ore da rispettare ma posso recuperarle io al suo posto mentre si riprende. È un anno ormai che lavora ogni giorno due ore in più rispetto qualunque altro dipendente quindi ─ visti i circa quattro mesi in più complessivi di lavoro stimati in più rispetto ai miei ─ credo che concedergli ancora un paio di giorni non dovrebbe essere troppo un problema, non crede?»

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