Nel momento stesso in cui il grido si alzò al cielo si scatenò una confusione indescrivibile. Non solo quei doppioni sparsisi ovunque per tutta l'arena erano veloci e dotati della magia della terra, ma anche i partecipanti in giro per il campo di battaglia usavano le risorse a loro disposizione per primeggiare. Boati continui, sabbia e detriti che volavano in ogni direzione e sporcavano l'aria, passi infiniti e un tremore della terra non indifferente scuotevano l'animo giovane di Il, che si era ritrovato in una situazione mai provata prima. Le gambe tremavano, le mani non rimanevano ferme e l'equilibrio veniva costantemente compromesso da quella parapiglia; così il ragazzo decise di allontanarsi dalla mischia per riprendersi e rinfrescarsi la mente. Quando le cose si mettevano male, Il ce la metteva tutta per ritornare in carreggiata, e quel momento non faceva eccezione. Nemmeno in quei momenti di spavento la gara si calmava: ovunque corpi e lame volavano in giro, esplosioni di sabbia e frammenti di terreno riempivano di piccoli crateri la superficie sterrata dell'arena. Il sudava parecchio, e poco ci mancava che gli cadesse di mano la spada per la paura. Fu quello il momento in cui riprese coscienza, focalizzando nuovamente l'attenzione. Con tutto quel putiferio non c'era stata una singola occasione per lui di riprendere fiato, ma il momento in cui l'incisione alla base gli passò di fronte agli occhi, Il ricordò. Prese il manico con entrambe le mani, impugnando la spada come aveva sempre fatto, ponendola di fronte e in mezzo agli occhi. Stavolta aveva con sé lo scudo di litium, e così non avrebbe dovuto più preoccuparsi di farsi male. Si buttò nuovamente nella mischia, in mezzo a tutti quei corpi pieni di foga, scattanti e urlanti: un vortice di gridi di lotta e di mosse acrobatiche che scuotevano cielo e terra. In mezzo alla nebbia di sabbia la visibilità si riduceva drasticamente, ma dopo pochi secondi una tecnica proveniente dal centro dell'arena sparse lontano tutti i minuscoli detriti che offuscavano la vista, rivelando una scena ancor più confusa e contorta di quanto si immaginasse. Pilastri e travi di materiali differenti si contorcevano, si formavano e crollavano sotto il loro stesso peso, sfidanti e doppioni si sfidavano in duelli affiatati e violenti di acchiapparella. Ogni punto di quel vasto spazio era occupato da una scena di combattimento unica nel suo genere. Il si guardò intorno e in alto, cercando la sua occasione di mettere a frutto i suoi allenamenti, ma la mischia era semplicemente troppo complicata e violenta per buttarvisi in mezzo all'improvviso... avrebbe solamente fatto del male a se stesso e agli altri sfidanti. Così si concentrò, e focalizzò la sua attenzione su gruppi più piccoli, dove la mischia cedeva il posto alla fuga dei misteriosi cloni dell'ex cocchiere. Lì avrebbe potuto fare un tentativo, soppesò i tempi e si mise a correre più veloce che poté dietro a un trio di incappucciati, inseguiti da cinque o sei sfidanti... tutti gli altri gruppi di persone erano anche più nutriti di così. Seguì a ruota gli altri partecipanti dopo un tentativo fallito di togliere il cappuccio a uno dei doppioni, finendo dietro alla corsa. Si ricongiunse con il gruppo, dove in mezzo si trovavano uomini muscolosi e donne bardate; Il si sentiva quasi fuori posto in mezzo a quei guerrieri, ma non avrebbe lasciato mai il posto che gli spettava di diritto in quella competizione. Correva a perdifiato, ma improvvisamente qualcosa cambiò: due doppioni si separarono da quello centrale, aprendosi in una forca a tre punte. Il clone al centro arrestò la corsa e si posizionò di fronte agli occhi increduli degli sfidanti, e con un bagliore verdognolo evocò una trave rettangolare di roccia proprio addosso al gruppo di inseguitori. Si separarono in tempo per evitare il grosso blocco in arrivo, finendo alla sua destra e sinistra, ma la coppia di incappucciati che si era separata poco fa invece evocò un'ondata di fango spessa e appiccicosa, simile alla melassa. Alcuni non riuscirono a cavarsela e rimasero intrappolati in mezzo al miscuglio troppo denso per muoversi; altri, come il ragazzo riuscirono a scansare la trappola anche questa volta, sparpagliandosi per la zona. Il si trovava prima alla sua destra del pilastro, per poi capitombolare a terra verso il clone centrale. Quest'ultimo non perse tempo, e vedendo il ragazzo e un'altra sfidante finire proprio ai suoi piedi li intrappolò con una serie di sbarre di metallo spesso, evocate dal terreno stesso. Finirono in una gabbia improvvisata, da cui sarebbe stato difficile scappare. L'altezza delle sbarre era notevole, ma non era impossibile sfuggirne: la sfidante al fianco del ragazzo eseguì un balzo impressionante, impattando con i suoi pugni sul terreno, facendolo esplodere. Scavalcò le sbarre e con il diversivo lasciato dalla nube al salto, riuscì ad atterrare sul clone che li aveva imprigionati, prendendolo per la veste e sollevandolo di peso, per poi sfilargli orgogliosamente il cappuccio dalla testa. Il non si arrese, e decise di sfondare la barriera piuttosto che scavalcarla: concentrò il suo mana, e pronunciò la sua formula preferita.

STAI LEGGENDO
IL-LOGICA
Fantasy"A volte la vita vera supera di gran lunga i miti e le leggende... e vorrei tanto che non fosse mai stato così." Questo è quello che pensa 'X', una creatura antica e immortale... che ha sperimentato la morte un'infinità di volte, venendo trasportato...