Capitolo 9: hai un amico in me

2 1 0
                                    


Nel bel mezzo di un incendio, due voci indistinte discutono sul da farsi.

-Svegliati... qui sta andando tutto in malora!-

-No, qui non ne usciamo vivi... Lascialo qui, non possiamo permetterci di sostenere un fardello del genere-

-Hai ragione. Lasciamolo qui... mi dispiace piccolo mio...-

-Eccoli! Sono qui!-

Il riaprì gli occhi debolmente. Si svegliava sempre bruscamente, e quell'occasione non faceva eccezione, ma la fatica, la debolezza e tutto il dolore che continuava a pervadergli il corpo non gli permettevano di muoversi come voleva. Riuscì ad aprire le palpebre dopo qualche secondo di riluttanza, dove si chiedeva se avrebbe dovuto dormire ancora un po' o se avrebbe dovuto piuttosto svegliarsi, per capire che cosa gli fosse successo, e perché si sentisse così. Il soffitto sopra di lui era bianco, con dettagli arancioni. Motivi rettangolari, tagliati in diagonale agli angoli riempivano quello che sarebbe stato semplicemente un piatto e monotono soffitto bianco, altrimenti. Le decorazioni spaziavano dai motivi curvilinei, a quelli zigzaganti in maniera regolare e ben definita. Con grande sforzo riuscì a sollevare la testa... ormai quella sensazione di stanchezza inspiegabile non gli era più nuova: era di sicuro carenza di mana. Intorno a lui l'ambiente non cambiava affatto motivi, ma fu un dettaglio a coglierlo impreparato. Un dettaglio di cui non si accorse fino a che non si palesò con la sua voce.

"Vedo che ti sei svegliato."

"Sapiente...?"

Non riusciva a parlare molto bene perché anche la bocca era come paralizzata. Riuscì solamente a chiamare il suo interlocutore come poté, spezzando alcune sillabe. Dovette fare un secondo sforzo per sollevare il suo busto e appoggiarlo per intero sotto il morbidissimo cuscino. Così avrebbe potuto parlare faccia a faccia con il saggio... fu in quel momento che si rese conto di avere qualcosa di strano sul corpo. Aveva delle fasciature, più o meno distribuite su tutto il corpo, gran parte delle quali si concentravano su petto e avambracci. Erano ancora sporche di rosso.

"Non devi più preoccuparti. Qui sei al sicuro."

"Più...?"

"Abbiamo dovuto guarirti in fretta... eri ferito gravemente."

"E... Perché?"

"..."

Il sapiente si morse metaforicamente la lingua. Abbassò lo sguardo. Assunse una postura meno rassicurante, appoggiandosi sulle ginocchia con i gomiti e posando il mento sull'indice e sul pollice della mano destra. Chiuse gli occhi e cercò di riflettere... non voleva mentire, ma le sue parole avrebbero potuto avere influenza negativa sul ragazzo. Doveva soppesarle.

"Ti ricordi... dell'evento di cui ti ho parlato?"

Il annuì preoccupato.

"Purtroppo si è verificato. Si è limitato ad abbattersi nello studio in cui ti trovavi l'ultima volta."

"La vostra... ricerca...?"

"Come ho detto non devi preoccuparti. Quelli erano solo strumenti e libri reperibili... il loro valore non era grande come pensi, anzi, erano di uso piuttosto comune."

"Meno male..."

"Comunque sia, adesso sei sotto osservazione."

"In... che senso...?"

"Purtroppo non possiamo escludere che lo stesso evento non si verifichi di nuovo."

"Avevate detto che... il mio mana sarebbe... esploso. Poi... più nulla."

IL-LOGICADove le storie prendono vita. Scoprilo ora